Emissioni in atmosfera, alla Tfeip confronto internazionale fra esperti

Si è svolta a maggio in Germania la riunione annuale della Tfeip (Task Force on Emission Inventories and Projections), ospitata quest’anno dall’ Agenzia di Protezione dell’Ambiente tedesca nella propria sede di Dessau.

Attivata nell’ambito della convenzione Unece sull’inquinamento atmosferico a lunga distanza, dal 1991 la Task Force si occupa di aggiornare e migliorare le metodologie di riferimento per gli inventari di emissioni degli inquinanti in atmosfera.  Ne fanno parte esperti provenienti da centri di ricerca di tutta Europa, che oltre a concentrarsi su temi chiave (“Expert Panel” su traffico, su agricoltura e natura, su combustione ed industria, etc.) aggiornano l’Emep Guidebook, il manuale tecnico di riferimento nell’ambito della normativa comunitaria ed europea.

Tra loro, anche gli esperti di Arpa lombardia che, per l’Expert Panel su combustione e industria, hanno presentato le metodologie e i risultati sulla stima delle emissioni di Black Carbon (BC) nel bacino padano.

Il BC, componente del materiale particolato (PM) che assorbe maggiormente la luce, è formato dalla combustione incompleta di combustibili fossili, biocombustibili e biomasse. Ha effetti negativi sulla salute umana e sugli ecosistemi e influenza il clima tramite differenti meccanismi: assorbendo direttamente la luce, riducendo l’albedo di neve e ghiaccio dove si deposita e interagendo con le nubi.

I risultati ottenuti da Arpa Lombardia hanno permesso di valutare per la prima volta le emissioni di carbonio organico su tutto il bacino padano. Si stima che nell’intera area siano emesse annualmente più di 7000 tonnellate di black carbon, dovute per il 48% dai sistemi di riscaldamento e per il 27% dal trasporto su strada.

Alla Tfeip, Arpa ha presentato anche le prime stime emissive su area vasta di levoglucosano. Quest’ultimo è un prodotto della combustione incompleta della cellulosa ed è riconosciuto come un importante tracciante della combustione di biomassa legnosa. Le sue emissioni ammonterebbero a circa 2000 tonnellate anno, rappresentando l’8% del carbonio organico presente nelle emissioni primarie di particolato su tutto il bacino.

La partecipazione al meeting ha confermato l’allineamento delle attività in corso e dei potenziali sviluppi di Arpa Lombardia sulle stime emissive, che su scala locale rientrano in un ambito di attività ancora più complesse con l’utilizzo combinato di tecniche di Machine Learning e prodotti satellitari Copernicus. Come già effettuato nel caso della ammoniaca, tali tecniche potrebbero essere infatti applicate a componenti carboniose del particolato, BC e traccianti come il levoglucosano.

Tra i temi trattati durante la Tfeip 2024, vi sono importanti sviluppi tecnico-scientifici e normativi.

Fra questi, la revisione del Protocollo di Göteborg sulla riduzione dell’acidificazione, dell’eutrofizzazione e dell’ozono troposferico, che potrà coinvolgere nuovi obiettivi di riduzione delle emissioni degli inquinanti e anche la possibilità di introdurre nel documento il metano, importante gas climalterante.

Rispetto a queste proposte la Commissione Europea è chiamata a riesaminare la direttiva NEC, che fissa gli obiettivi nazionali di riduzione delle emissioni entro la fine del 2025. Per tale riesame, relativamente all’ammoniaca, la Commissione terrà conto degli ultimi progressi tecnico-scientifici, degli aggiornamenti dell’Ammonia Guidance Document (AGD) e delle Best Available Techniques (BAT). Inoltre, valuterà se includere il metano tra gli inquinanti da regolamentare.

Dal punto di vista tecnico, lo sviluppo delle metodologie di stima mira alla copertura di tutto il dominio geografico con fattori di emissione possibilmente sempre più “area-specifici”, affinando il ruolo della temperatura per consentire una riproduzione più fedele della loro evoluzione dinamica. In tal senso possono essere utilizzate le informazioni derivanti dalle osservazioni satellitari, combinandole opportunamente con le informazioni disponibili a terra.

Le osservazioni satellitari si sono rilevate particolarmente utili anche nell’identificazione di emissioni di ossidi di azoto dai suoli, sorgente emissiva che si discute come rendicontare efficacemente nell’ambito del protocollo di Göteborg.

La riunione annuale della Tfeip è quindi un importantissimo momento di confronto tra esperti internazionali. La condivisione in un contesto simile è un passaggio fondamentale per fare valutazioni emissive più vicine alla realtà, dal momento che l’inter-confronto su scala europea, in metodi e risultati, rafforza e referenzia tecnicamente anche le stime su scala locale.

3 pensieri su “Emissioni in atmosfera, alla Tfeip confronto internazionale fra esperti

  1. Articolo molto interessante e chiaro, accessibile anche a chi non possiede una specifica conoscenza in materia.

  2. Tanti discorsi per niente perchè poi lasciano lavorare le fabbriche che ci avvelenano mediante le emissioni dovute ai filtri ai carboni attivi che rigenerano ( cercano di rigenerare) ad esempio i PFAS

  3. Perche’ non si utilizzano il primapossibile i droni per misurare efficacemente “sul posto (es. Impianti di una Raffineria, Fumaioli Navi)” le componenti tossiche delle emissioni odorigene ed individuare cosi’ le cause e fonti di emanazione delle esalazioni odorigene, acquisendo fonti di prova legale processuale??

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