Il 2018 è una scadenza importante a livello europeo per quanto riguarda la gestione del rumore ambientale. La direttiva Ue, infatti, ha indicato nel 18 luglio la scadenza per la predisposizione e la trasmissione di un piano d’azione per la gestione dei problemi di inquinamento acustico da parte di autorità competenti per gli agglomerati e gestori di infrastrutture di trasporto “principali”, che avevano realizzato le mappature acustiche l’anno scorso.
La Direttiva 2002/49/CE, recepita in Italia con il D. Lgs. 194/2005, nasce dalla necessità di mettere a punto misure specifiche per il contenimento dell’inquinamento acustico, in un contesto europeo che lamenta l’assenza di dati affidabili e comparabili relativi alle diverse sorgenti di rumore. Il suo obiettivo è quindi quello di far sì che i livelli di rumore siano rilevati, ordinati e presentati da tutti gli Stati membri secondo criteri confrontabili, utilizzando descrittori e metodi di determinazione armonizzati.
I principali strumenti introdotti dalla Direttiva per raggiungere i propri obiettivi sono: la determinazione dell’esposizione al rumore ambientale mediante la mappatura acustica delle principali sorgenti di rumore presenti sul territorio, da realizzarsi sulla base di metodi comuni agli Stati membri; l’informazione e la partecipazione del pubblico in merito al rumore ambientale e ai relativi effetti; l’attuazione di piani d’azione per ridurre il rumore ambientale e preservare le zone silenziose.
Quindi, sulla base dei risultati delle mappature realizzate nel 2017 per gli agglomerati e per le infrastrutture di trasporto principali, nel 2018 i gestori devono individuare, nei propri piani d’azione, le aree di territorio soggette a livelli di rumore superiori ai limiti di legge e definire le azioni che saranno adottate nei prossimi cinque anni per ridurre il rumore e la popolazione esposta.
Per quanto riguarda gli agglomerati, in Lombardia, oltre a quelli del Comune di Bergamo e del Comune di Brescia, la Regione ha definito un macroagglomerato comprendente Milano, Monza e i comuni limitrofi. In questo ambito, la Regione ha costituito un tavolo tecnico, cui partecipa anche Arpa Lombardia, a supporto della redazione del piano d’azione.
Anche alcuni Comuni e Province, quali gestori pubblici di strade principali, hanno chiesto ad Arpa Lombardia il supporto tecnico per la predisposizione delle mappature e, quest’anno, dei piani d’azione. Pur non trattandosi di un’attività che compete istituzionalmente alle Agenzie, Arpa Lombardia ha, nei limiti delle proprie risorse, accettato di supportare tali gestori in un’attività che è tra le più importanti per la gestione del rumore ambientale.
Dopo aver individuato le situazioni da migliorare, cioè le aree dove, nella situazione attuale, il rumore generato dal traffico causa criticità particolari, legate alla presenza di popolazione residente o di ricettori sensibili (ospedali, scuole, case di cura e di riposo), tramite l’utilizzo di appositi modelli di calcolo, L’Agenzia simula gli effetti degli interventi che il Gestore intende attuare per ridurre il rumore, ad esempio l’introduzione di limiti di velocità, la realizzazione di viabilità alternativa in aree meno popolate, il divieto di transito ai mezzi pesanti o la posa di asfalto fonoassorbente. Si confrontano quindi i livelli di rumore previsti nella situazione attuale e in quella futura, a seguito della realizzazione degli interventi da parte del gestore, e si stima la riduzione della popolazione esposta.
Si riporta di seguito un esempio di mappa delle aree critiche individuate prima e dopo la realizzazione di un intervento di limitazione della velocità su un tratto stradale principale. Per alcuni edifici, indicati in rosso nella prima figura e in marrone nella seconda, in seguito ad una riduzione della velocità di transito da 60 a 50 km/h, non si riscontra più superamento dei limiti di rumore.
a cura di Silvana Angius – Arpa Lombardia