Nel 2017 Regione Lombardia ha avviato, in collaborazione con Arpa Lombardia e Uniacque (gestore servizio idrico di parte del territorio bergamasco), un approfondimento sui Pfas nel fiume Serio.
I Pfas (perfluorinated alkylated substances) sono una categoria di composti organici di sintesi impiegati per respingere acqua, grassi, oli in ambito produttivo e in numerosi prodotti commerciali: indumenti impermeabili, rivestimenti tessili, mobili, imballi per alimenti, pentole, schiume antincendio, cosmetici, vernici, prodotti per la cura del corpo ecc.
Il D.Lgs. 172/2015, recepimento della Direttiva 2013/39/UE, ha inserito 6 composti delle sostanze PFAS nei piani di monitoraggio delle acque, a partire dall’anno 2019. Tuttavia, poiché studi precedenti (CNR-IRSA 2013) avevano evidenziato la presenza di Pfas nel fiume Serio, nel 2017 Regione Lombardia ha avviato un approfondimento in collaborazione con Arpa Lombardia e Uniacque (Gestore del servizio idrico integrato di parte del territorio bergamasco) nel bacino di tale fiume.
L’attività, che si è svolta da marzo a settembre 2017, ha previsto:
– 3 campagne di monitoraggio a cura di Uniacque sugli scarichi di 3 impianti di trattamento di acque reflue urbane: Ranica, Lurano, Cologno al Serio.
– 3 campagne di monitoraggio a cura di ARPA delle acque del fiume Serio in 4 stazioni poste a monte e a valle dello scarico del depuratore di Ranica e dell’immissione in Serio del canale di Gronda Sud che raccoglie gli scarichi dei depuratori di Lurano e Cologno al Serio.
La campagna sulle acque superficiali ha evidenziato concentrazioni di PFAS per la maggior parte dei casi inferiori ai limiti di quantificazione della metodica analitica; nei casi in cui i limiti di quantificazione sono stati superati, i valori riscontrati sono risultati inferiori ai limiti di legge (D.Lgs.172/2015). Nella stazione di Mozzanica, ultima stazione sul fiume Serio prevista nell’attività di approfondimento svolta, i riscontri (superamento LOQ) sono stati più numerosi con 5 evidenze nella prima campagna e 3 nell’ultima. Pur in assenza di superamenti del SQA-MA (standard di qualità ambientale – media annua), si evidenzia un valore di PFOS pari a 25 ng/l riscontrato nel marzo 2017.
Nella campagna sui depuratori si sono riscontrati valori al di sotto del limite di quantificazione per la quasi totalità dei composti analizzati; nel caso del depuratore di Lurano sono stati riscontarti per PFOS e PFBS superamenti dei limiti allo scarico presi a riferimento (decreto della Regione Veneto n. 350 del 29 dicembre 2016).
Le attività di approfondimento sui composti PFAS procederanno negli ultimi mesi del 2017 e proseguiranno nel 2018, estendendo la maglia dei punti di monitoraggio sia per le acque superficiali e che sotterranee. Punto di partenza per la definizione dei punti di monitoraggio sarà rappresentato dalle principali potenziali fonti di pressione, individuabili prioritariamente negli gli impianti di trattamento di acque reflue urbane con potenzialità superiore a 50.000 a.e. e di quelli che trattano rifiuti liquidi in ambito di Autorizzazione Integrata Ambientale, nonché considerando alcune tipologie di industrie (galvaniche, cartiere, tessili ecc.) e le discariche presenti sul territorio regionale.
A cura dei Settori Attività produttive e Controlli, Laboratori e monitoraggi ambientali di Arpa Lombardia
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