Con la pandemia, nel 2020 cala la produzione di rifiuti urbani e, con le dovute proporzioni, la Lombardia resta fra le regioni più virtuose per la raccolta differenziata e per il recupero di materia ed energia. Confermata anche l’autosufficienza, con oltre il 98% dei rifiuti urbani gestito in regione. Nel 2019, inoltre, è cresciuto il recupero di rifiuti speciali. Questi, in sintesi, i punti salienti dell’ultimo report sulla produzione e sulla gestione dei rifiuti in Lombardia, presentato in conferenza stampa il 17 febbraio a Milano.
RIFIUTI URBANI IN LOMBARDIA – In Lombardia, come nel resto del Paese, nel 2020 le misure per contrastare l’emergenza sanitaria da Covid-19 hanno influito in maniera significativa sui consumi e, di conseguenza, anche sulla produzione dei rifiuti urbani che, con un totale di 4.677.223 tonnellate, ha fatto registrare una flessione del -3,4% rispetto al 2019. In termini di produzione pro-capite, durante il 2020, ogni singolo cittadino lombardo ha prodotto 469,3 kg/ab*anno (1,29 kg/ab*giorno), circa -2,1% rispetto al dato 2019 (479,1 kg/ab*anno, 1,31 kg/ab*giorno).
RACCOLTA DIFFERENZIATA – In aggiunta alla diminuzione della produzione totale di rifiuti, e nonostante le condizioni più complesse del lockdown che faceva presumere un aumento dei rifiuti indifferenziati, in realtà anche nel 2020 la Lombardia si conferma fra le regioni più virtuose con l’aumento della raccolta differenziata. Con un totale di 3.428.177 tonnellate raggiunge il 73,3%, migliorando il risultato del 72% del 2019.
La Lombardia, che nel 2010 aveva una raccolta differenziata pari al 49,2% e raggiungeva il 60% nella sola provincia di Cremona, oggi raggiunge e supera nella maggior parte del territorio l’obiettivo nazionale di raccolta differenziata al 2012 al 65%”. Il dato nazionale (Rapporto Rifiuti Urbani ISPRA 2021) è pari a 63,0%, mentre quello del nord Italia è pari a 70,8%.
FOCUS SINGOLE FRAZIONI – Spostando il focus sulle singole frazioni, in generale, si registrano valori assoluti inferiori al 2019, per i motivi connessi a una diminuzione totale della produzione. In particolare, si sottolinea una diminuzione della frazione umida che si attesta nel 2020 a 770.934,4 tonnellate (nel 2019 è pari a 799.920,45 tonnellate). Questo è dovuto probabilmente alle chiusure e limitazioni che hanno riguardato il settore della ristorazione. Si è registrato invece un aumento della plastica che si attesta nel 2020 a 216.289,5 tonnellate (nel 2019 è stata pari a 170.879,04 tonnellate). Si può ipotizzare di imputare ad un aumento della produzione di imballaggi da parte dei consumi domestici, all’incremento degli acquisti in generale e all’effetto del ricorso all’asporto.
RACCOLTA RAEE – Continua a salire il valore della raccolta RAEE: + 5,4% rispetto al 2019. La percentuale più consistente (dati CdCRAEE) è rappresentata da lavatrici, lavastoviglie, forni, cappe, seguiti da frigoriferi, condizionatori, congelatori e da piccoli elettrodomestici, apparecchi di illuminazione e pannelli fotovoltaici. In calo, atteso e fisiologico, il peso degli apparecchi con schermi. Ultimo posto, connaturato alla natura del prodotto, per le sorgenti luminose.
RECUPERO DI MATERIA ED ENERGIA ANCORA IN CRESCITA –Il recupero di materia ed energia evidenzia valori in crescita, confermando il trend in aumento degli anni scorsi. Rispetto al 2019 (84,6%) e al 2018 (83,9%), nel 2020 il recupero diretto (primo destino) di materia e di energia è quindi pari all’85% e, se sommato ai quantitativi in uscita dai TMB, arriva al 90%. Due terzi come materia, un terzo come combustibile per produrre energia.
Un esempio concreto di economia circolare, a cui va aggiunta la quota di scarti delle frazioni oggetto di raccolta differenziata che vanno a ulteriore recupero di materia ed energia come secondo destino, innalzando ulteriormente il totale di ciò che viene recuperato.
Nel 2020 il recupero di materia sul totale dei rifiuti urbani è del 63,4%, a fronte del 62,3% del 2019 e del 61,7% del 2018. Il recupero di energia sul totale rifiuti urbani compresi i quantitativi dei rifiuti sottoposti a trattamento meccanico biologico (TMB) e inviati poi a termovalorizzazione è 26,56%. Il dato segna una diminuzione rispetto al 2019 (27,6%) in quanto sono diminuiti i rifiuti urbani indifferenziati, conseguenza dell’aumento della raccolta differenziata.
QUANTO VA IN DISCARICA – Nel 2020 sono state conferite direttamente in discarica solo 2.396 tonnellate di rifiuti urbani non differenziati (corrispondenti allo 0,05% del totale dei rifiuti urbani), in diminuzione rispetto al 2019, quando ne erano state smaltite 3.838 tonnellate (pari allo 0,08 % del totale dei rifiuti urbani). Come secondo destino, cioè considerando anche i rifiuti decadenti da Tmb, si arriva a 38.454 tonnellate, pari a solo 0,8% del totale dei rifiuti urbani prodotti.
Un dato che conferma il successo delle politiche di azzeramento della discarica per la gestione dei rifiuti adottate in Lombardia a partire dal 1996.
CAPACITA’ SMALTIMENTO RIFIUTI – La dotazione impiantistica lombarda conferma la capacità di smaltimenti in totale autosufficienza, andando spesso a sopperire anche alle carenze impiantistiche delle altre regioni. Anche nel 2020 oltre il 98% dei rifiuti prodotti in Lombardia sono stati gestiti negli impianti della regione (primo destino), in particolare quelli urbani non differenziati. Il 2% residuo deriva dalla presenza di comuni confinanti con altre regioni che in alcuni casi hanno conferito in impianti non lombardi. In Emilia-Romagna (1%) in particolare per il verde, in Veneto (0,46%) specialmente per umido, verde, raccolta e trattamento di apparecchi elettrici, elettronici e medicali (Raee) e plastica; in Piemonte (0,32%) in particolare per multimateriale e inerti.
RIFIUTI SPECIALI – La produzione totale di rifiuti speciali comprensivi degli inerti derivanti da costruzione e demolizione nel 2019 è stata pari a 33.486.938. Di questi i rifiuti speciali rappresentano 18.869.786 tonnellate, con un aumento percentuale del +2,4% rispetto al 2018, un risultato che corrisponde a circa il 23% della produzione nazionale. I rifiuti non pericolosi ammontano a 15.949.732 tonnellate, con un incremento del +3,0% rispetto al 2018 (15.481.451 t), mentre i rifiuti pericolosi ammontano a 2.920.055 tonnellate, mantenendosi pressoché stabili rispetto al 2018 (2.927.442 t), con una variazione del -0,5%.
Anche per quanto riguarda i rifiuti speciali, negli anni si è assistito a un aumento del recupero delle materie, che è passato dal 63% nel 2002 all’ 85,5% nel 2019. Negli impianti lombardi sono state gestite circa 46 milioni di tonnellate di rifiuti, di cui quasi 39 milioni sottoposte ad operazioni di recupero.
FOCUS RIFIUTI INERTI – I rifiuti inerti ammontano a 14.617.152 tonnellate e sono aumentati del 7,5 % rispetto al 2018. Su questi Regione Lombardia ha avviato un sistema per favorire l’incontro fra domanda e offerta degli aggregati riciclati inerti. Un esempio di economia circolare applicata ai rifiuti speciali è il ‘Market inerti’, una ‘vetrina’ online che favorisce lo scambio dei materiali di scarto derivanti da demolizione e costrizione e che contribuisce a dare slancio alle attività di recupero e così limitando l’utilizzo di nuove risorse naturali”.
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GESTIONE RIFIUTI IN LOMBARDIA, I DATI 2020 PROVINCIA PER PROVINCIA
RIFIUTI URBANI – L’andamento della produzione totale dei rifiuti urbani a livello provinciale segue quello regionale, evidenziando una flessione, visibile in particolare nella provincia di Milano (-6,4%), legata con molta probabilità alle misure di contrasto al Covid-19. Un dato in diminuzione anche nelle province di Sondrio (-1,9%), Como (-1,8%), Varese ( -1,2%), Lecco (-0,6%), Brescia (-0,5%) e Bergamo -0,3%. Mentre, a parte il lieve scostamento di Monza Brianza (+0,8%), l’incremento della produzione dei rifiuti urbani è stato registrato nelle province della bassa pianura: Lodi (+2,5%), Pavia+2,2%, Mantova (+2,1%) e Cremona +1,3%.
RACCOLTA DIFFERENZIATA – Anche nel 2020, sono 10 le province che si attestano oltre il 65% di raccolta differenziata. La provincia più virtuosa è ancora Mantova con 87,10% (+0,3% rispetto al 2019), seguita da Monza e Brianza con 79,19% (+1,5%), Cremona con 78,58% (+0,2%), Varese con 78,17% (+1,1%), Bergamo 77,42% (+1,7%), Brescia 77,27% (+0,6%), Lodi 75,16% (+0,1%), Lecco 71,67% (+0,8%), Como 70,02% (+2,2%), Milano 68,91% (+2,2%), Sondrio 57,24% (+1,8%). Chiude la classifica Pavia, che tuttavia, con 159.816 t, vede la percentuale di raccolta differenziata salire al 58,07% con un aumento del +6,0% rispetto al 2019.
RIFIUTI SPECIALI – Nel 2019 sono ancora le province di Bergamo, Brescia e Milano a produrre più della metà dei rifiuti speciali (56,4%) della Lombardia. Rispetto al 2018, i dati – legati a indici economici e alla presenza di industrie – evidenziano un incremento della produzione in particolare nelle province di Pavia (+ 6,1%) e Cremona (+4,6%), seguite da Como (+1,8%), Brescia (+1,2%), Bergamo (+1%), Monza e Brianza (+0,9%), Lodi (+0,4%). Le province in cui si registra un calo più importante sono quelle di Lecco (-8.9%) e Mantova (-4,4%), seguite da Milano (-2.3%), Sondrio e Varese (-1,4%).
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QUI le SLIDE
I REPORT :
TUTTI I DATI: www.arpalombardia.it/Pages/Rifiuti/Rifiuti.aspx
CONFERENZA STAMPA: https://fb.watch/be5a2H2boF/