Al termine della stagione fredda 2019-2020, Arpa Lombardia ha effettuato un’analisi dello stato della qualità dell’aria in Lombardia durante il semestre invernale, in particolare rispetto all’andamento di PM10, PM2.5 e NO2, inquinanti che ancora mostrano più o meno estese criticità durante i mesi invernali.
L’analisi dei dati raccolti nelle stazioni di rilevamento della qualità dell’aria in Lombardia evidenzia che il periodo da ottobre 2019 a marzo 2020 è stato caratterizzato da concentrazioni di PM10 e PM2.5 complessivamente inferiori a quelle dell’anno precedente, confermando il trend in diminuzione su base pluriennale. Su questo risultato hanno influito, come di consueto, la variabile meteorologica e l’andamento delle emissioni, influenzate dai diversi interventi attuati a livello locale, regionale e nazionale oltre che, nel mese di marzo, dai provvedimenti legati all’emergenza coronavirus.
Limitatamente ai capoluoghi, per tutti eccetto Mantova, i giorni di superamento del valore limite del semestre freddo 2019-2020 sono stati inferiori rispetto a quello precedente. La città con il maggior numero di superamenti nella stagione appena terminata è stata Milano (64 giorni di superamento a fronte dei 82 della stagione 2018-2019), mentre il minor numero di superamenti si è invece registrato a Sondrio (10 nel 2019-2020, 11 nel 2018-2019).
La suddivsione in mesi evidenzia come il miglioramento sia attribuibile in particolare alla prima parte del semestre, considerato che ottobre, novembre e dicembre 2019 sono stati molto piovosi. Il mese di gennaio 2020, caratterizzato da scarse precipitazioni e frequenti episodi di elevata stabilità atmosferica, è invece risultato particolarmente critico ed è stato seguito da un febbraio in linea o con minori superamenti dello stesso mese dell’anno precedente.
È interessante notare come nel mese di marzo, nonostante la riduzione del traffico e di molte attività produttive connesse all’emergenza COVID-19, si siano comunque registrati diversi superamenti del limite giornaliero. Se l’episodio di superamento di PM10 nei giorni 28 e 29 marzo è in gran parte dovuto al trasporto di polvere proveniente dalla regione caucasica, è invece probabile che sui superamenti registrati in alcune stazioni il 18, 19 e 20 marzo abbia influito in particolare la formazione di particolato secondario.
In tutti i capoluoghi, con la sola eccezione di Monza, non solo è diminuito il numero di giorni di superamento, ma anche la media del semestre 2019-2020 è risultata inferiore rispetto a quella rilevata nello stesso periodo 2018-2019. Per il PM10 la media stagionale più elevata nel’inverno appena trascorso si è registrata a Milano (45 µg/m3 a fronte dei 49 µg/m3 del 2018-2019), mentre a Lecco è stata registrata quella minore (25 µg/m3 a fronte di 32 del 2018-2019).
Per il PM2.5 la media stagionale più elevata si è registrata a Cremona (33 µg/m3 a fronte di 37 µg/m3 del 2018-2019), mentre quella minore è stata registrata a Lecco (16 µg/m3 a fronte di 17 µg/m3 del 2018-2019).
Con poche eccezioni, anche per l’NO2 le concentrazioni medie nel semestre freddo 2019-2020 sono risultate inferiori a quello del 2018-2019.
Le medie stagionali più elevate si sono registrate nelle zone urbane e, in particolare, in stazioni da traffico, dove il contributo di questa fonte di emissione è più evidente. Nel semestre 2019-2020, la media più elevata si è registrata a Milano (66 µg/m3 a fronte di 71 µg/m3 del 2018-2019 nella stazione da traffico di viale Marche) e quella inferiore a Sondrio (32 µg/m3 a fronte di 37 µg/m3 del 2018-2019 nella stazione da traffico di Via Mazzini).
Per questo inquinante, va rilevata l’importante riduzione del mese di marzo 2020, connessa ai provvedimenti COVID-19. Il miglioramento è però in generale confermato anche confrontando il solo periodo ottobre-febbraio con lo stesso periodo dell’anno precedente: le concentrazioni 2019-2020 sono inferiori agli stessi mesi 2018-2019. Il trend complessivamente in miglioramento è pertanto confermato anche per questo inquinante anche su base stagionale.
Il numero di superamenti del valore limite orario è invece risultato ovunque sotto al limite previsto su base annua dalla normativa, sebbene in alcune stazioni si siano registrati sporadici superamenti del valore orario di 200 µg/m3 (in particolare a Milano Viale Marche, che , con 7 superamenti del valore limite orario, ha fatto registrare il valore più alto della Lombardia).
L’analisi effettuata conferma, dunque, la riduzione delle concentrazioni degli inquinanti che tipicamente in Lombardia ancora fanno registrare, più o meno diffusamente, il superamento dei valori limiti nelle valutazioni su base annua richieste dalla norma. È naturalmente escluso da questa analisi l’ozono, inquinante prevalentemente estivo, il cui andamento potrà essere valutato solo con l’arrivo della stagione calda.
a cura di Anna Di Leo, Guido Lanzani – ARPA Lombardia