Nelle prime settimane di giugno alcuni paesi scandinavi – Norvegia, Svezia e Finlandia – hanno rilevato la presenza in tracce di isotopi radioattivi di origine artificiale: I-131, Cs-134, Cs-137, Co-60 e Ru-103.
Attualmente, nessun altro Paese europeo ha segnalato irregolarità analoghe e anche in Lombardia, dove i controlli sulla radioattività artificiale in aria sono svolti quotidianamente dal Centro regionale di radioprotezione di Arpa Lombardia, non risulta al momento alcun valore anomalo.
I valori misurati sul nord Europa sono estremamente bassi, dell’ordine del microBq/m3, e privi di rilevanza per la salute.
Tuttavia, la miscela di radionuclidi fa supporre che la causa possa essere collegata a un malfunzionamento in impianto nucleare. Si tratta, infatti, di un mix di prodotti di fissione – alcuni con tempo di dimezzamento estremamente breve – di norma presente nelle emissioni delle centrali nucleari in funzione.
Nonostante i vigenti protocolli internazionali vincolino tutti i Paesi a segnalare eventuali anomalie, ad oggi non ci sono informazioni certe circa l’origine dell’evento che sembra comunque collocarsi nell’emisfero settentrionale, nel nord dell’Europa o dell’Asia.
Alcuni dei dati misurati dalle centraline lombarde per la misura della dose gamma in aria sono visibili sul portale europeo EURDEP, in cui confluiscono anche i dati misurati in Italia.
Salvo alcune fluttuazioni dovute alla variabilità dei livelli di radioattività naturale, l’analisi dei dati conferma l’assenza di anomalie significative sul nostro territorio.
L’evoluzione dell’evento viene in ogni caso tenuta sotto osservazione e monitorata costantemente.