Arpa Lombardia monitora costantemente la quantità di acqua dei fiumi e dei laghi. Il punto sulla risorsa idrica disponibile pubblicato settimanalmente.
Il tema della gestione della risorsa idrica è una delle maggiori sfide dei prossimi anni. Gli utilizzi della risorsa idrica sono notoriamente molteplici e spesso conflittuali (approvvigionamento idropotabile, agricoltura, produzione di energia, industria, turismo etc). A questi si aggiungono la necessità di tutela degli ecosistemi e l’esigenza di difesa da eventi alluvionali. Il monitoraggio delle acque costituisce quindi la base di conoscenza fondamentale per conciliare usi ed esigenze.
Arpa Lombardia effettua la raccolta, l’analisi, l’interpretazione e la diffusione dei dati della propria rete di stazioni automatiche e meccaniche. Queste informazioni permettono di ricostruire il quadro conoscitivo dello stato idrologico a scala regionale che funge da supporto alla gestione della risorsa e alla protezione dagli eventi estremi. I dati e le analisi sono pubblicati sul sito web dell’Agenzia attraverso un portale cartografico e l’emissione di bollettini settimanali e mensili.
A integrazione dei dati puntuali di monitoraggio raccolti dalle stazioni, Arpa sta modellizzando i corsi d’acqua lombardi per simulare su gran parte del territorio lombardo la distribuzione della risorsa idrica. L’approccio metodologico adottato è condiviso a livello di bacino di Po e Arpa Lombardia collabora con l’Autorità di Distretto e Arpa Emilia-Romagna per la costruzione di un unico modello di simulazione per l’asta del Po. Dati osservati e grandezze simulate sono utilizzati dai decisori e dagli stakeholders nei Tavoli Tecnici regionali e nell’Osservatorio Permanente degli utilizzi idrici del Distretto del Po, per prendere atto dello stato della risorsa idrica e quindi ottimizzarne la gestione.
Nell’ottica di prevenire eventuali situazioni di scarsità durante la stagione irrigua, le attività dei Tavoli Regionali e di distretto sono iniziate quest’anno a febbraio. In Lombardia i mesi di novembre e dicembre 2016 sono stati praticamente asciutti e le riserve di neve sulle montagne molto limitate, per questo la situazione appariva potenzialmente critica. Nei primi sei mesi del 2017, le precipitazioni sono state pari a 476mm contro una media di 535mm (decennio di riferimento 2006-2015). Le piogge, anche se di poco inferiori alla media, hanno parzialmente compensato la carenza idrica prospettata ad inizio stagione. Al 23 luglio, i dati del Bollettino Riserve Idriche mostrano che la riserva idrica disponibile nei laghi lombardi è circa il 25% inferiore alla media 2006-2015, ma resta superiore del 47% rispetto al 2007, anno critico di riferimento del decennio.
In considerazione del quadro attuale sopradescritto non si può considerare critica la situazione generale delle riserve idriche lombarde; esistono però delle criticità a livello locale. Nello specifico la situazione più gravosa si riscontra in alcune aree della Bresciana e del Mantovano, coltivate principalmente a mais, che si approvvigionano dal fiume Chiese emissario del lago d’Idro. L’acqua disponibile nel lago è attualmente pari al 20% di quella potenzialmente accumulabile e può non essere sufficiente a garantire il completo soddisfacimento della domanda irrigua per tutta la stagione. Anche nel Pavese vi sono alcune aree che sono in sofferenza per lo stress idrico diffuso, sia nella zona vitivinicola dell’Oltrepò, sia in alcune aree di pianura a sud del capoluogo.
Peraltro le piogge di inizio estate si sono manifestate generalmente come episodi temporaleschi, talvolta di forte intensità, accompagnati da grandine o vento molto forte, come registrato il 6 giugno e il 25 giugno nelle province di Brescia e Cremona, con conseguente impatto sulle campagne coltivate. Per il comparto agricolo, altro aspetto critico della primavera/estate 2017, sono state le gelate tardive che si sono avute tra il 19 e il 21 aprile con danni diffusi, in particolare nei vigneti e tra le produzioni frutticole ed orticole di pieno campo.