Valchiavenna, la frana di Piuro del 1618 e le grandi frane alpine

In occasione dell’anniversario della frana che 400 anni fa cancellò l’antico borgo di Piuro (SO), in Valchiavenna, il 24 e 25 agosto 2018 si è svolta una due giorni sui più importanti dissesti alpini, organizzata da Regione Lombardia in collaborazione con gli altri partner del progetto Interreg Amalpi (Alpi in movimento, movimento nelle Alpi).

Venerdì 24 agosto, nel corso del convegno programmato nella Chiesa di
Sant’Abbondio per illustrare le attività del progetto AMALPI18 e ripercorrere la storia delle più importanti frane alpine, da Piuro al Gallivaggio, si sono alternati interessanti interventi multidisciplinari. Molti gli argomenti toccati: dall’ipotesi della costituzione a Chiavenna di un Centro grandi frane alpine con finalità principalmente divulgative, agli aspetti scientifici di conoscenza delle dinamiche del fenomeno e del loro monitoraggio al fine dell’allertamento della popolazione, agli aspetti storici studiati anche attraverso gli scavi condotti sull’area della frana di Piuro.

Riguardo al tema delle azioni degli amministratori in occasione di grandi eventi emergenziali, alla toccante testimonianza del Sindaco di Bregaglia sulle decisioni, sugli interventi straordinari e sugli effetti dovuti alla frana del Cengalo dell’agosto 2017 sull’abitato di Bondio, è seguito l’intervento di  Luca Dei Cas, responsabile del Centro Monitoraggio Geologico di Arpa Lombardia, dal titolo “La frana di crollo di Gallivaggio: un esempio di monitoraggio geologico a protezione della pubblica e privata incolumità”.
Dei Cas ha illustrato il fenomeno del crollo verificatosi il 29 maggio 2018 nel Comune di San Giacomo Filippo, descrivendo tutti i passaggi salienti che, a partire dalla decisione sull’opportunità e sulle tecniche più idonee di monitoraggio, all’individuazione di soglie dei parametri misurati ai fini dell’allertamento e, infine, all’osservazione dell’evoluzione della frana, hanno permesso agli amministratori, dalla fine dello scorso anno  fino al momento del collasso, di attuare interventi e misure efficaci per la protezione della popolazione e delle opere antropiche coinvolte.
Anche da questo evento, è emersa con chiarezza l’importanza sia della necessità di coinvolgimento della popolazione interessata, attraverso la corretta e tempestiva informazione e l’illustrazione di tutte le azioni previste in fase di pianificazione o assunte in fase emergenziale, sia della fermezza che gli amministratori devono tenere nell’assumere decisioni ai fini della salvaguardia delle persone e dei beni, anche se impopolari.

La mattinata di sabato 25 è stata invece interamente dedicata a un’escursione tecnica in Valle Spluga, per l’osservazione dei principali fenomeni franosi (Monte Emet, Monte Mater, frana di Cimaganda e di Gallivaggio) alcuni dei quali sono monitorati dal CMG di Arpa Lombardia. Nel pomeriggio, visita all’accumulo della frana di Piuro del 1618, con illustrazione degli scavi archeologici da parte dei tecnici dell’Università di Verona.

 

a cura di Luca Dei Cas – CMG Arpa Lombardia

 

 

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