L’istituzione del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA), concepita con l’approvazione della legge n. 132 del 2016 e formalmente concretizzata il 14 gennaio 2017 con la sua entrata in vigore, ha inteso fortemente incardinare nel DNA delle ARPA/APPA la visione strategica del “sistema a rete”, nell’obiettivo di amalgamare risorse e competenze eterogenee a favore della generazione sostenibile di valore pubblico.
Se ciò sta registrando riscontri positivi a livello nazionale (si pensi in primo luogo alla definizione dei LEPTA e all’approvato Catalogo Nazionale dei Servizi e delle Prestazioni, in base al quale ogni Agenzia si appresta ad approvare il proprio secondo criteri di omogeneità e sussidiarietà), il concetto di “rete” diviene ancor più fondamentale sulla non marginale scala dei rapporti con i territori e i loro tessuti civile, economico, sociale e istituzionale, in un ambito che, definito il SNPA come preposto al perseguimento degli obiettivi “dello sviluppo sostenibile, (…) della salvaguardia e della promozione della qualità dell’ambiente e della tutela delle risorse naturali (…), anche in relazione agli obiettivi nazionali e regionali di promozione della salute umana (…)”, non può che percorrere la via dell’azione sinergica.
Convinta della forza di tale principio, ARPAM ha dimostrato negli ultimi anni di saper coniugare il proprio ruolo tecnico di terzietà nelle funzioni di vigilanza e controllo ambientale con l’interesse per i territori della Regione, le loro istituzioni e rappresentanze civiche, assumendo con impegno e spirito proattivo tra le proprie cifre distintive l’orientamento alla ricerca di risposte ai bisogni e alle istanze rappresentate.
Dopo le misure attuate lo scorso anno, per citare alcuni esempi, ad Ancona e Falconara con il posizionamento dei 30 minicampionatori per il controllo delle polveri derivanti in particolare dal traffico veicolare e dalla infrastruttura aereo-portuale-ferroviaria, a Falconara Marittima con la messa a sistema del progetto OdorNet per l’analisi dei disturbi olfattivi e l’incessante attività prestata a favore delle zone del cratere sismico, è ora il caso di quanto sta accadendo nella città di Pesaro e nel suo territorio provinciale.
Con le centraline del monitoraggio della qualità dell’aria che rilevano frequentemente, specie nel periodo invernale, il maggior numero di superamenti del limite giornaliero di concentrazione di polveri sottili nella regione, in special modo di PM10, le città di Pesaro e Fano rappresentano una realtà particolare, verso cui volgere attenzione e implementare azioni di supporto alle scelte dei decisori pubblici.
Seppur il grafico qui riportato rappresenti una realtà che non tiene conto delle diverse tipologie delle stazioni di rilevamento, normalmente distinte in stazioni di tipo “traffico urbano e suburbano” (come ad esempio quella di Fano), “fondo urbano” (quella di Pesaro), “fondo rurale e suburbano” e “industriale suburbano”, è evidente come le due città scontino una criticità che, seppur limitata rispetto ad altre zone del Paese, si manifesta con un visibile aumento dei valori di concentrazione misurati, dovuto – soprattutto nel periodo invernale – a condizioni meteo-climatiche sfavorevoli alla dispersione degli inquinanti, all’incidenza delle fonti da riscaldamento ed alla vicinanza con i confini della Pianura Padana.
Con l’obiettivo di monitorare il fenomeno con maggiore accuratezza e di fornire efficaci elementi di valutazione delle azioni e dei programmi di contenimento del fenomeno, una costruttiva collaborazione con i Comuni di Pesaro e Fano ha permesso di avviare in questi ultimi giorni l’installazione, nei due comuni interessati, di nuove apparecchiature dedicate al monitoraggio di PM10 ed alla speciazione chimica delle polveri.
“I polverimetri, alimentati da pannelli fotovoltaici e montati sui pali della pubblica illuminazione ad una altezza di circa 3 metri, sono già stati installati a Pesaro in Via Francesco Saverio Nitti, in prossimità della Scuola Primaria “Chiara Lubich”, e in via Cimarosa all’interno del Parco Miralfiore, pronti ad entrare in funzione dopo le prime operazioni di collaudo e validazione dei dati che consentiranno di rilevare il valore medio del particolato su base mensile o bimensile. In particolare, precisa la Direzione Tecnico Scientifica dell’ARPAM, i criteri che hanno determinato la scelta della collocazione dell’apparecchiatura al Parco Miralfiore, in accordo con l’Amministrazione Comunale, vanno ricercati, in un territorio contraddistinto da particolari dinamiche geografiche e orografiche, nella necessità di verificarne le concentrazioni di fondo, che potranno costituire il parametro di riferimento per uno studio più approfondito sull’andamento degli inquinanti.”
Anche a Fano sono due le analoghe apparecchiature la cui installazione è prevista nei prossimi giorni.
“La messa in opera di questi ulteriori strumenti – ha detto il Direttore dell’ARPAM Giancarlo Marchetti – ci consente di riaffermare la volontà dell’Agenzia, come già ad Ancona e Falconara, di costruire assieme agli enti territoriali ed alle Amministrazioni Comunali in particolare un percorso virtuoso, che permetta di indagare e conoscere con rigore scientifico il contesto ambientale in cui i cittadini vivono e lavorano, e quindi di mettere in condizione chi ne abbia l’autorità di intervenire con gli strumenti più adeguati a tutela, non ultima, della salute di tutta la cittadinanza”.
In questa direzione – ha proseguito Marchetti – ARPAM ricorda inoltre la recentissima messa in funzione, sempre a Pesaro, dell’analizzatore di pollini e spore dedicato al monitoraggio aerobiologico (leggi l’articolo) “che grazie alla apprezzata disponibilità dell’Amministrazione Provinciale ha restituito ai cittadini la fruizione di un servizio per molti imprescindibile specie in particolari periodi dell’anno.”
Anche il Sindaco di Pesaro Matteo Ricci ha sottolineato con soddisfazione la collaborazione con l’ARPAM, ricordando che “la valorizzazione e il rilancio dei territori necessitano di nuove e sempre più incisive visioni strategiche sul fronte della tutela dell’ambiente e della salute. Ciò che occorre è un forte coinvolgimento che passi innanzitutto attraverso una profonda rivoluzione culturale nel segno della sostenibilità”. Aggiunge l’assessore all’Ambiente Heidi Morotti: “Si tratta di un intervento importante per risalire in modo adeguato all’origine del fenomeno, utile ad acquisire elementi fondamentali per implementare le azioni di contrasto”.
Impegni che l’ARPAM, prima fra tutti, intende rispettare anche fornendo al territorio marchigiano le occasioni di promozione e valorizzazione che merita. Dopo il successo nel 2019, tra gli altri eventi, dei convegni/seminari nazionali sulla gestione sostenibile delle attività portuali e sull’uso delle fitotecnologie per la bonifica dei siti contaminati, l’Agenzia è oggi orgogliosa di annunciare che, proseguendo il confronto sul tema dopo i risultati positivi dei precedenti incontri realizzati in Friuli Venezia Giulia, Toscana e Sicilia, le città di Pesaro e Fano ospiteranno il prossimo autunno due giornate di studio e aggiornamento interagenziale dedicate alla “Caratterizzazione chimica del Particolato Atmosferico” e finalizzate a determinare le origini delle polveri fini e i contributi delle varie sorgenti (traffico, riscaldamento, industria ecc).
Come a dire, ancora una volta, che non vi è nulla meglio del “fare rete” come volano di sviluppo e creazione di valore.