È un diffuso miglioramento delle classi di qualità delle acque di balneazione marchigiane quello che l’ARPAM, nel proporre la nuova classificazione come al termine della stagione estiva, ha registrato sulla base della serie storica dell’ultimo quadriennio: delle 254 acque di balneazione monitorate, ben 31 hanno migliorato nel 2020 la propria qualità, ed in un solo caso i rilievi hanno determinato un peggioramento di classe.
Il miglioramento particolare e diffuso della qualità delle acque di balneazione è ben testimoniato dai risultati dei rilievi compiuti dall’ARPAM che complessivamente, nella stagione da poco terminata, hanno visto attribuire la classe ECCELLENTE in 219 casi (erano 200 nel 2019) e quella BUONA in 21 casi (31 nel 2019), confermando le ottime prestazioni del nostro litorale nel 94% dei punti monitorati.Con significative riduzioni rispetto all’anno precedente, soltanto 6 acque sono risultate SUFFICIENTI (erano 10 nel 2020) e 4 SCARSE (9 nel 2020), corrispondenti queste ultime alle note critiche ubicazioni in prossimità della foce dei fiumi Musone e Chienti.
Il confronto con gli anni precedenti, rappresentato nel grafico sottostante, indica come le acque con classificazione BUONA o ECCELLENTE hanno raggiunto nell’ultimo anno una percentuale mai riscontrata prima, a discapito delle classi sufficiente e scarso.
Nel dettaglio, i punti che migliorano la classificazione sono 19 che passano da BUONA a ECCELLENTE, 6 da SUFFICIENTE a BUONA, e 3 da SCARSA a SUFFICIENTE, cui si aggiungono 1 caso di salto di due classi da SUFFICIENTE ad ECCELLENTE e, parimenti, altri 2 da SCARSA a BUONA posizionati alla foce del fiume Potenza oggetto di importanti interventi di risanamento.
In un solo caso la classificazione risulta peggiorata, mantenendo però un’ottima prestazione in classe BUONA.
Le ragioni dell’eccezionalità di questi risultati vanno sostanzialmente ricercate in ambiti diversi: in primo luogo, non vi è dubbio che le azioni messe in campo dalla Regione Marche e dagli Enti locali per risanare alcune situazioni critiche abbiano avuto, anche se non sempre riscontrabili nell’immediato pur con un trend positivo percepibile nel tempo, gli effetti sperati.
Un secondo fattore è probabilmente legato alle condizioni particolari verificatesi nel periodo di lockdown primaverile e post lockdown estivo, caratterizzati da un evidente rallentamento delle attività antropiche, i cui effetti positivi sulle condizioni ambientali in generale sono ampiamente documentati: l’inferiore presenza turistica e la riduzione dei carichi inquinanti apportati dagli scarichi diretti degli scolmatori di piena e dai corsi d’acqua o torrenti che sfociano a mare (scarichi di emergenza) hanno infatti determinato una analoga riduzione delle fonti di pressione normalmente incidenti sulle acque di balneazione.
Al contrario, non ha inciso in maniera significativa sulla qualità delle acque di balneazione la maggiore portata delle precipitazioni medie mensili occorse nel 2020 rispetto alla media degli ultimi decenni; infatti, le precipitazioni influenzano l’apporto di carichi potenzialmente inquinanti dai corsi d’acqua e da scarichi di emergenza, specie in occasione di eventi piovosi con elevata intensità.
Infine, un evento che ha caratterizzato la trascorsa stagione balneare va segnalato nella presenza nelle acque del litorale marchigiano, nei mesi di luglio e agosto, di organismi macrozooplanctonici quali meduse (in particolare delle specie dette “Polmone di mare” e “Cassiopea mediterranea”) e Mnemiopsis leidyi (chiamate anche Noci di mare); queste ultime, la cui presenza è stata dapprima segnalata nella costa pesarese, hanno progressivamente invaso gran parte della costa.
Video delle Noci di mare girato dal Centro monitoraggi marini di Arpa Marche
Molte meduse lungo la costa marchigiana