Di inquinamento atmosferico e delle sue conseguenze sociosanitarie ed economiche si è parlato a Milano nell’ambito delle due giornate di lavoro per la conclusione del progetto CAPTOR, Inquinamento atmosferico e citizen science, dedicato alle potenzialità legate al coinvolgimento dei cittadini, organizzati in rete, nelle azioni di controllo e contrasto dell’inquinamento atmosferico.
All’incontro organizzato da Legambiente, hanno partecipato molti ospiti provenienti dalle tre aree interessate dal progetto e cioè Catalogna, zona suburbana di Vienna e Pianura Padana, tra cui l’Assessore all’Ambiente della Regione Lombardia, Raffaele Cattaneo, il presidente di AssoArpa Luca Marchesi e le Arpa del Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna.
Michele Camisasca, direttore generale di Arpa Lombardia ha aperto il suo intervento parlando di PM10 primario e ricordando come, in Lombardia, la combustione da legna incida sulle emissioni per il 47 per cento del totale: “Il dato cambia osservando la città di Milano dove, a fronte di un 43 per cento di emissioni derivanti dal traffico veicolare (scarico diesel, usura freni e pneumatici) abbiamo il 23 per cento di emissioni prodotte dalla combustione di biomassa legnosa”.
Sui temi del convegno AmbienteInforma ha intervistato Luca Marchesi (vedi) e Andrea Minutolo, coordinatore scientifico di Legambiente e referente scientifico del progetto (vedi).
Nelle pagine collegate (vedi sotto) le presentazioni dei relatori al convegno.
Secondo ARPA Lombardia, a Milano si ha un 43% di emissioni derivanti dal trafficio veicolare. Secondo la Ricerca Sistemi Energetici spa, società pubblica, ontrollata dal Ministero dell’Economia: http://www.rse-web.it/focus/Inquinamento-particolato-fine-area-padana.page , “L’intero comparto “trasporto su auto” privato contribuisce per il 14% delle concentrazioni di PM2.5 medie annue nella città di Milano ed è determinato sia da emissioni dirette, sia dalla trasformazione dei precursori gassosi, sempre emessi dai veicoli. L’8% di questo dato è provocato dalle auto in circolazione a Milano. Il resto, 6%, da contributi che si generano fuori dalla città e che ricadono sull’ambito urbano: 2% da auto che circolano in Provincia di Milano, 3% da auto che circolano nel resto della Lombardia, 1% o poco più, dalle auto che circolano fuori Lombardia. Ciò
significa che riduzioni anche drastiche del trasporto su auto, ma circoscritte alla sola area urbana di Milano (estensione AREA C, limitazioni veicoli diesel) porterebbero a una discesa
della concentrazione media di annua di PM2.5 limitata a pochi punti percentuali.”
Anche se si tratta di particolati di due diverse dimensioni il fatto che il dato ARPA sia circa il triplo del DATO RSE mi pare ponga qualche interrogativo.
Abbiamo chiesto ad ARPA Lombardia di fornire una risposta alle osservazioni formulate dal nostro lettore, eccola:
“L’osservazione dell’attento lettore merita sicuramente di essere presa in considerazione. Ogni qual volta, infatti, che ricerche diverse non arrivano alle stesse conclusioni, è importante capirne le ragioni per migliorare le valutazioni. I dati di ARPA Lombardia, sono i dati delle emissioni di PM10 primario dell’Inventario delle emissioni INEMAR costruito a partire da informazioni con dettaglio comunale disponibili per l’intero territorio Lombardo. Lo stesso inventario delle emissioni INEMAR, stima del resto che il contributo del traffico – se non si considera il solo territorio comunale ma anche i comuni circostanti o l’intera Lombardia – è inferiore, diventando la legna la prima fonte di PM10 primario. I dati citati nello studio sono invece riferiti al PM10 complessivo, primario e secondario. Andrebbe poi approfondito il dettaglio spaziale e le modalità con cui i ricercatori hanno prodotto i risultati citati, nonché le finalità del loro studio.
In questo caso, però, è obbligo sottolineare che i dati citati non sono in realtà così diversi come possono apparire alla prima lettura. Le percentuali citate dal lettore sono infatti riferite al PM10 totale (compreso quello che si forma in atmosfera) e non solo al PM10 primario. Si riferiscono poi al solo traffico privato e non al contributo totale del traffico; nello stesso studio di RSE si dice, infatti, che per la città di Milano “Complessivamente, il trasporto su strada è responsabile per circa il 30% delle concentrazioni medie annue di inquinanti” . Fermo restando le differenze, legate ad approcci e finalità diverse (ricordiamo che l’inventario delle emissioni non è uno studio di source apportionment), anche lo studio citato conferma che il traffico contribuisce importanti ai livelli di PM10 della città, sebbene non sia certamente l’unica fonte di inquinamento.”