Piemonte, i dati sullo stato ambiente rappresentati per ambiti di integrazione territoriale

Quest’anno, per la prima volta, la relazione sullo stato dell’ambiente in Piemonte riporta alcuni dati ambientali con suddivisione non solo regionale e provinciale ma anche per AIT che è l’acronimo di Ambiti di integrazione territoriale, ovvero insiemi di comuni che gravitano su un centro urbano principale, per costruire processi e strategie di sviluppo condivise.

La ripartizione territoriale articolata per Ambiti di Integrazione Territoriale è stata sviluppata nell’ambito del Piano territoriale regionale (PTR), approvato nel 2011, nel quale si è scelto di suddividere il territorio piemontese in 33 AIT, a partire da una trama di base formata da unità territoriali di dimensione intermedia tra quella comunale e quella provinciale, e di identificare con essa il livello locale del piano.

Nella Relazione stato ambiente 2018 si è deciso quindi di inserire per alcuni argomenti anche la presentazione dei dati per AIT al fine di fornire un quadro conoscitivo per alcune tematiche ambientali su insiemi di comuni che rappresentano sistemi territoriali e funzionali in un’ottica di sostenibilità e nel rispetto dei caratteri naturali e ambientali che li contraddistinguono. In particolare gli argomenti selezionati sono stati clima, urbanizzazione, industria e rifiuti. Di seguito sono presentati alcuni esempi.

Precipitazione media annua con suddivisione per AIT


Clima

Con suddivisione per AIT sono state analizzate le precipitazioni. Nella figura sono riportati i valori di precipitazione media annua per ogni AIT per il periodo 1991-2015; si evidenzia che nella parte settentrionale della regione la precipitazione supera i 1.000 mm di pioggia annua con valori massimi nell’AIT 2 Verbania Laghi, con 1.907 mm, e valori intorno ai 1.500 mm di pioggia annua nei territori circostanti.  Dati inferiori ai 700 mm si riscontrano nell’AIT 19 Alessandria, con 679 mm, e nell’AIT 25 Bra con 699 mm di pioggia annua.

Rifiuti Discariche

Le discariche attive sul territorio regionale per lo smaltimento dei rifiuti urbani (RU) a fine 2017 sono 14, in leggera diminuzione rispetto alle 16 presenti nel 2013. La diminuzione riguarda in particolare il territorio della Città Metropolitana di Torino dove, a seguito dell’esercizio a pieno regime del termovalizzatore, sono state chiuse alcune discariche.

Se il numero è variato in misura abbastanza limitata, sono invece notevolmente diminuiti i quantitativi di RU smaltiti in discarica e, soprattutto, le tipologie di rifiuti, con la quasi totale scomparsa dello smaltimento diretto in discarica della quota di RU indifferenziati (circa 60.000 t nel 2017) a favore di frazioni residuali del trattamento di recupero e stabilizzazione (circa 450.000 t nel 2017).

Questi dati confermano un andamento di diminuzione del numero di discariche e di RU smaltiti in discarica già evidente dal confronto dei dati tra il 2005 e il 2015 (riferiti a tutti i rifiuti smaltiti in discariche per RU) con ripartizione territoriale a livello di AIT. Come si vede dalla rappresentazione cartografica, diminuiscono gli AIT con presenza di discariche e in quasi tutti i casi diminuiscono i valori di rifiuti smaltiti.

Per gli AIT del torinese, i quantitativi sono ridotti di oltre il 50% (da 870.000 t circa e poco più di 400.000 t), per l’avvio del termovalorizzatore di Torino e la chiusura della discarica di Basse di Stura; ma sono state chiuse come RU anche le discariche di Cambiano, Mattie e Chivasso. Anche nel cuneese, però, la diminuzione è consistente, passando da 140.000 t a 70.000 t, con la chiusura delle discariche di Fossano e Borgo San Dalmazzo.

Meno evidenti i cambiamenti tra il 2005 e il 2015 nelle province di Asti, Alessandria, Biella e Novara e nei relativi AIT; un esame più approfondito evidenzia anche in questi territori il passaggio dal collocamento in discarica di RU indifferenziati allo smaltimento di residui di trattamento dopo processi di stabilizzazione. Occorre inoltre ricordare che, dopo la chiusura degli inceneritori di Mergozzo e di Vercelli (chiusi nel 2015 ma funzionanti nel 2005 e che trattavano complessivamente circa 100.000 t/a), i rifiuti delle rispettive province sono gestiti dagli impianti di Novara e Biella.

Quantità di rifiuti urbani smaltiti in discarica

 

 

 

 

 

 

Con la suddivisione in AIT è stata valutata anche la qualità ambientale del territorio piemontese mediante il metodo del Bilancio Ambientale Territoriale (BAT) che permette di analizzare le pressioni antropiche, generate da fonti specifiche, attraverso l’individuazione di indicatori rappresentativi della realtà ambientale.

I metodi di valutazione integrata permettono, infatti, una lettura dinamica, sistemica e sintetica del territorio e consentono, inoltre, di evidenziare sia gli elementi di pregio presenti sul territorio (che debbono essere oggetto di azioni di valorizzazione e tutela), sia gli effetti negativi associati alle attività antropiche presenti.

Tale metodologia costituisce anche uno degli strumenti valutativi degli effetti delle politiche e delle strategie ambientali del Piano territoriale regionale (PTR) e trova nella ripartizione territoriale, articolata in 33 Ambiti di Integrazione Territoriale (AIT), la scala territoriale ottimale per elaborare e rappresentare lo “stato di salute” del Piemonte.

 

Attività produttive

Il Bilancio ambientale territoriale è stato applicato al territorio regionale suddiviso in AIT in relazione alle pressioni derivanti dalle attività produttive. Nella figura è riportato il risultato dell’analisi territoriale.

Come si può osservare, i fattori che generano le Pressioni sono per lo più concentrati nei territori degli AIT di Torino, di Alessandria e di Novara, mentre in ambito montano e collinare, essendo il territorio molto meno infrastrutturato, hanno una rilevanza inferiore. Nell’ambito delle pianure si denota una distribuzione media.

Attività produttive: metodo BAT applicato al territorio regionale suddiviso in AIT

Si è inoltre effettuato un confronto tra i dati delle pressioni del 2017 delle attività produttive con quelli di dieci anni prima. Le differenze sono rappresentate in positivo o negativo. Si può notare come sostanzialmente non ci siano variazioni significative tra il 2007 e il 2017, alcuni miglioramenti sono presenti in alcuni AIT come quello di Torino, ma sono presenti anche dei peggioramenti in particolare lungo i territori di pianura come gli AIT di Carmagnola e di Alessandria.

Attività produttive: confronto tra i dati del 2007 e del 2017 per le pressioni con suddivisione in AIT

La scelta metodologica e analitica nonché la scala territoriale di dimensione intermedia tra quella comunale e quella provinciale consentono un quadro conoscitivo maggiormente di dettaglio rispetto all’ambito provinciale e più vicino a sistemi territoriali e funzionali nel rispetto dei caratteri naturali e ambientali che li contraddistinguono. La scala territoriale di AIT costituisce inoltre un riferimento rispetto al quale sviluppare la futura integrazione tra contenuti analitici di natura ambientale e quelli di natura socio economica sviluppati da tempo dall’Istituto di Ricerche Economiche e Sociali per il Piemonte (IRES) che, nella propria relazione annuale, analizza e descrive lo stato economico, sociale e territoriale del Piemonte.

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