È stato inaugurato il 2 settembre 2020 a La Loggia (Torino) il nuovo Centro regionale per la biologia molecolare, che svolgerà attività analitiche, di approfondimento e di ricerca applicata nel campo della virologia ambientale con la finalità di sviluppare conoscenze sulle interazioni dei virus con l’ambiente e costituirà un nuovo ambito delle attività tecnico-scientifiche di Arpa Piemonte.
In quest’ottica la struttura, realizzata da Regione Piemonte e Arpa Piemonte grazie anche al contributo di Assicurazioni Generali e Intesa Sanpaolo, è dotata di sistemi robotizzati che consentiranno di analizzare in breve tempo un gran numero di tamponi e di un laboratorio di ultima generazione per la manipolazione di virus che richiedono un livello di biosicurezza 3, che permetterà lo sviluppo di tecniche analitiche all’avanguardia per il monitoraggio di virus anche emergenti in campioni ambientali, approccio questo ancora in larga parte inesplorato.
Saranno oggetto di studio varie matrici ambientali, ognuna delle quali potrà costituire un indicatore utile per valutazioni sulla presenza di virus con fini epidemiologici e di protezione ambientale. L’analisi delle acque reflue per la sorveglianza di patogeni virali, ad esempio, è utilizzabile per valutare il rischio di diffusione di malattie virali tra la popolazione.
Insieme ai robot, nel Centro opererà personale, appena assunto, composto da giovani professionisti altamente specializzati, con lauree in Biologia, Biotecnologie e Tecniche di laboratorio biomedico, che hanno appena terminato un ulteriore corso di formazione specifica. Il Centro sarà quindi un luogo dove l’esecuzione di test diagnostici, la ricerca e sviluppo di nuove tecnologie analitiche e il monitoraggio ambientale coesisteranno in maniera sinergica.
Il lavoro è iniziato con la messa a punto dei macchinari e delle metodiche analitiche. Il 10 settembre si procederà con i primi test ambientali e da fine settembre-inizio ottobre il Centro sarà in grado di supportare il sistema sanitario regionale per l’analisi dei tamponi per la ricerca del virus del Covid-19. I livelli di massima produttività di analisi prevista per i tamponi sono di oltre 1000 al giorno.
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Alla cerimonia sono intervenuti il presidente della Regione Piemonte, gli assessori regionali alla Sanità e all’Ambiente e Ricerca applicata Emergenza Covid-19, il direttore generale di Arpa Piemonte, Angelo Robotto, il sindaco di La Loggia e il direttore Arte, Cultura e Beni Storici di Intesa Sanpaolo, Michele Coppola.
Il Presidente della Regione ha evidenziato che all’inizio della pandemia il Piemonte poteva contare solo su due laboratori, mentre adesso ne ha 27 ed ha sottolineato che è stato detto molte volte, ma che è giusto ripeterlo perché è fondamentale per capire lo sforzo enorme fatto in pochissimo tempo. Si è infatti passati dalla possibilità di processare solo 300 tamponi al giorno ad una potenzialità, oggi, di 13.000. Ha quindi anticipato che per il mese di settembre la Regione sta predisponendo almeno 6.000 tamponi al giorno e darà un canale d’accesso prioritario per gli screening a scuola. Il Presidente ha concluso evidenziando che il nuovo laboratorio dell’Arpa darà un supporto fondamentale, perché era uno dei tanti chiusi negli anni passati e la Regione non solo ha voluto riaprirlo, ma lo renderà una eccellenza in Italia.
L’assessore regionale all’Ambiente e Ricerca Applicata Emergenza Covid-19, nel sottolineare come il laboratorio di La Loggia torni a far parte del patrimonio regionale dopo essere stato chiuso e abbandonato per 5 anni, ha dichiarato come lo stesso sarà il più grande laboratorio regionale di virologia ambientale e, in caso di emergenza, a disposizione anche del servizio sanitario regionale con un gruppo di giovani biologi molecolari che si occuperanno di analizzare i campioni. Nella struttura di ricerca di livello di sicurezza 3, il massimo in Europa, ci sono tecnologie complesse per conoscere e debellare i virus e, fin da subito, il Covid-19. Si inizierà con l’analisi virologica delle acque, filtri e materiali, per poi passare all’analisi dei test virologici in convenzione con le Asl piemontesi. Dal 10 settembre inizieranno i test sulle acque e nel volgere di qualche settimana saranno fatti i primi tamponi, che a regime saranno 1300. Passo sostanziale la sinergia con le Università di Torino e del Piemonte orientale, partner fondamentali per combattere la pandemia. Pertanto, il Piemonte c’è ed è pronto per affrontare un autunno “caldo”.
L’Assessore regionale alla Sanità ha posto l’accento sul fatto che il massiccio ampliamento della dotazione attuale di laboratori di analisi consente di essere molto più attrezzati nell’affrontare eventuali recrudescenze del Coronavirus nei prossimi mesi ed ha annunciato che la Regione ha provveduto all’acquisto di un milione di test molecolari rapidi.
“Il Centro regionale di Biologia molecolare di Arpa Piemonte sarà un laboratorio specifico per conoscere e studiare degli aspetti ambientali fino ad oggi sconosciuti – ha dichiarato Angelo Robotto – Approfondire l’esistenza nell’ambiente di virus è una sfida che vogliamo e possiamo affrontare sia sotto forma di nuove metodologie che di analisi vere e proprie. Saremo anche in grado di supportare il sistema sanitario per l’analisi dei tamponi della popolazione grazie alle competenze già presenti precedentemente nell’Agenzia e alle nuove assunzioni che hanno fatto una specifica formazione. Integrare competenze, cooperare con enti e mondo universitario è la miglior risposta per affrontare le criticità ambientali e sanitarie presenti e che possono presentarsi in futuro”.
Michele Coppola ha evidenziato che “l’inaugurazione del Centro rientra tra i progetti che hanno beneficiato della donazione di 100 milioni di euro che Intesa Sanpaolo ha assegnato alla sanità italiana. Oggi vediamo i risultati di quell’intervento tempestivo. In Piemonte sono state individuate tre destinazioni: oltre a questo, l’Istituto di Candiolo IRCCS per la realizzazione di un laboratorio per diagnostica e screening Covid-19 e l’Asl Torino 4 per l’acquisto di apparecchiature, tra cui una centrale di monitoraggio, 8 monitor di terapia intensiva, una TAC e 11 apparecchi di anestesia, destinate alle strutture di rianimazione dei presidi ospedalieri di Ivrea, Chivasso, Ciriè”.
“Quando è esplosa la pandemia – ha dichiarato il Presidente Gabriele Galateri di Genola – Generali ha prontamente costituito un Fondo Straordinario Internazionale di 100 milioni di euro per fare fronte all’emergenza Covid-19. Un impegno che ha consentito di mettere a disposizione risorse immediate e concrete per fronteggiare una crisi sanitaria ed economica particolarmente grave. In Italia abbiamo potuto in questo modo fornire, tra l’altro, attrezzature medicali a numerosi enti e soggetti individuati assieme al Servizio Sanitario Nazionale e alla Protezione Civile italiana, attraverso il Commissario Straordinario all’emergenza Covid-19. Penso, ad esempio, ai ventilatori polmonari donati agli ospedali o al contributo per l’acquisto di mascherine nel momento più difficile di reperimento. Sono iniziative di cui siamo orgogliosi e che esprimono i valori che il Gruppo Generali rappresenta con il proprio Purpose – consentire alle persone un futuro più sicuro prendendoci cura delle loro vite e dei loro sogni – e con la volontà di essere Partner di Vita dei clienti”.
Durante la cerimonia è stato presentato anche il primo kit di reagenti “made in Piemonte”, predisposto dal Centro di Biotecnologie molecolari dell’Università di Torino in collaborazione con l’Università del Piemonte orientale e i laboratori diagnostici del territorio. Il kit è stato messo a punto per fronteggiare la mancanza di reagenti per l’effettuazione del test molecolare e verrà certificato affinché possa essere utilizzato non solo nei laboratori piemontesi, ma anche in altri territori.
A concludere l’inaugurazione l’arrivo del furgone contenente le attrezzature bloccate da settimane alla dogana dell’aeroporto di Malpensa. Acquistate da un’azienda americana ma prodotte in Cina, erano ferme da metà agosto a causa di complicazioni burocratiche. La situazione è stata sbloccata grazie all’intervento dell’Unità di Crisi della Regione, che in stretta collaborazione con l’Ufficio delle Dogane di Torino ad Orbassano ha individuato la soluzione per “liberare” la pratica incagliata nella burocrazia.