Indagine sul benessere organizzativo in Arpa Piemonte, una lettura di genere

I dati raccolti attraverso un questionario somministrato al personale di Arpa Piemonte sul benessere organizzativo e sullo stress da lavoro correlato sono stati valutati successivamente anche secondo un’ottica di genere.

Per raccogliere elementi utili sia sul benessere organizzativo sia sullo stress da lavoro correlato, è stata progettata una campagna di indagine tramite la somministrazione a tutto il personale di Arpa Piemonte di un questionario. Predisposto in collaborazione dal CUG e RSPP dell’Agenzia è stato integrato dal Dipartimento di Psicologia dell’Università di Torino, sulla base del modello ANAC (Autorità Nazionale Anti Corruzione) utilizzato per l’indagine nelle pubbliche amministrazioni sul benessere organizzativo e con domande specifiche per lo stress lavoro correlato. Il questionario era diviso in 14 sezioni per un totale di circa 140 domande più una parte anagrafica. La compilazione del questionario da parte dei dipendenti è avvenuta in forma anonima, accedendo con credenziali personali ad una piattaforma dedicata on line. La raccolta dati è avvenuta nel luglio 2016 e successivamente si sono avviate le valutazioni statistiche a cura del Dipartimento di Psicologia.

L’indagine è stata finalizzata a:

  • raccogliere le opinioni dei dipendenti rispetto all’organizzazione e all’ambiente di lavoro;
  • utilizzare le indicazioni emerse dalla sezione relativa allo stress lavoro correlato per aggiornare il documento di valutazione dei rischi di Arpa;
  • identificare possibili criticità da indagare con ulteriori approfondimenti successivi.

Le risultanze di questa indagine sono state presentate al personale dell’Agenzia dalla Direzione Generale di Arpa Piemonte e la sintesi del documento è tuttora disponibile sull’intranet aziendale. Sulla base di quanto emerso sono state avviate iniziative per il miglioramento del clima interno.

I dati raccolti sono stati valutati successivamente, con il supporto dell’Università di Torino Dipartimento Sanità Pubblica, anche secondo un’ottica di genere, e i risultati più significativi di questa analisi sono di seguito brevemente riassunti e rappresentati.

Arpa Piemonte al 31.12.2016 contava complessivamente 1015 dipendenti, così suddivisi: 521 donne (51%) e 494 uomini (49%). Il personale del comparto ammontava a 960 unità, quello della dirigenza a 55 unità.

La distribuzione e la rappresentatività di genere fra i due comparti contrattuali (dirigenti e non dirigenti), era la seguente: tra la dirigenza vi erano 19 donne (35%) e 36 uomini (65%); la situazione era invertita, invece, per il comparto dove le donne, 502 (52%), superavano gli uomini, 458 (48%). Da questo dato emerge chiaramente come le donne più difficilmente degli uomini accedano a ruoli dirigenziali.

La maggioranza delle donne si ritrovava nelle fasce di età tra i 41-50 anni; mentre, per gli uomini, i picchi si confermavano nelle fasce di età 41-45 e superiore ai 55 anni, con le donne mediamente un po’ più giovani degli uomini.

La compilazione del questionario era facoltativa e hanno risposto complessivamente 413 persone (40.7 % del totale dei dipendenti), di cui 23 dirigenti (15 uomini e 8 donne) e 390 del comparto (181 uomini e 209 donne). Sul totale dei rispondenti 217 erano donne (52.5%) e 196 uomini (47.5%). Le donne nel campione erano leggermente di più, rispetto alla proporzione nel totale dei dipendenti, ma la differenza non è statisticamente significativa.

Anche nel caso della distribuzione per classi di età si nota che le donne sono più rappresentate nella classe di età 41-50 mentre in quella successiva sono in lieve prevalenza gli uomini. Per quanto riguarda le mansioni si osserva che le donne sono maggiormente impiegate in ruoli amministrativi invece gli uomini occupano prevalentemente di mansioni relative alla tutela e vigilanza.

 

 

 

 

 

Per questa prima valutazione secondo ottica “di genere” sono state considerate solo alcune domande del questionario che si sono ritenute più significative per questo obiettivo.

Alla domanda “ho subito atti di mobbing” 35 (18.3%) uomini su 191 hanno dichiarano di sì, mentre alla stessa domanda hanno risposto affermativamente 24 donne (11.11%) su 216, e la differenza tra queste due valutazioni è statisticamente significativa, quindi gli uomini riferiscono di subire mobbing sul posto di lavoro in maggiore misura delle donne, e questo è un dato abbastanza interessante.

Per quanto riguarda l’aver subito molestie, il numero di risposte positive è stato di 29 uomini e 25 donne e non vi è una differenza statisticamente significativa.

La domanda che chiedeva di dare un giudizio rispetto alla soddisfazione delle relazioni sul luogo di lavoro ha ottenuto una risposta negativa per 43 uomini (21.9%) e 26 donne (11.9%) con una differenza tra i due generi statisticamente significativa, quindi gli uomini sono più insoddisfatti delle donne riguardo gli aspetti relazionali sul luogo di lavoro.

Stessa situazione si manifesta rispetto al sentirsi valorizzati rispetto alle proprie capacità nell’ambito lavorativo: dove 82 uomini (42.3%) si sono dichiarati insoddisfatti mentre per la stessa domanda hanno risposto in modo negativo 63 donne (29%). Anche in questo caso gli uomini manifestano maggiore malcontento rispetto alle situazioni di realizzazione lavorativa.

Alla domanda se l’identità di genere costituisca un ostacolo alla valorizzazione sul lavoro risulta invece che 54 donne (24.8 %) hanno affermato che si tratta di un ostacolo, mentre solo 32 uomini (16.3%) sono dello stesso parere, quindi in questo caso emerge in modo significativo che il genere è un elemento che gioca a sfavore in campo lavorativo.
Da queste prime analisi sono emersi elementi di particolare interesse rispetto al diverso “sentire” rispetto al benessere organizzativo in ambito lavorativo tra uomini e donne, sui quali si stanno effettuando ulteriori approfondimenti.

 

CUG Arpa Piemonte
Prof.ssa Paola Dalmasso, Università di Torino – Dipartimento di Scienze della Sanità Pubblica e Pediatriche

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