Il 2023 è stato un anno leggermente al di sotto della norma come piovosità in Piemonte, con un deficit complessivo di circa il 9%. Le precipitazioni cadute nel corso dell’anno, sulla parte del bacino del fiume Po, chiuso a valle della confluenza con il Ticino, è stata pari a circa 970 mm. Tuttavia, le precipitazioni non sono risultate uniformemente distribuite sulla regione, infatti se da una parte i bacini occidentali chiudono l’anno in leggero surplus pluviometrico, nel settore meridionale si registra un deficit medio sull’anno anche del 40%, mentre le pianure e i settori settentrionali registrano deficit di minore entità.
In riferimento agli apporti nevosi dell’inverno 2022-2023 e l’inizio della stagione invernale 2023-2024, l’arco alpino piemontese ha subito un marcato deficit di risorsa nivale, sia in termini di nevicate cumulate che di spessori di neve al suolo, ad eccezione del mese di maggio 2023 che ha visto un deciso cambio di direzione alle quote più elevate (>2500m), dove gli accumuli nevosi hanno superato i valori di rifermento storico per il mese. L’abbondante risorsa nivale in quota a fine primavera ha garantito una data di fusione completa del manto nevoso in quota, sostanzialmente in media, posticipata di circa 30-45 giorni rispetto al 2022.
In termini di siccità meteorologica, l’anno 2023 si è presentato a due facce: se fino ad aprile le scarse precipitazioni hanno portato la regione a condizioni diffuse di siccità moderata e severa, con anche punte estreme nel basso astigiano e cuneese, un mese di maggio molto piovoso ed uno di giugno al di sopra della norma, hanno riportato la situazione ovunque oltre la normalità. Sulla scala dei 3 mesi, il surplus di pioggia osservato a luglio dagli indici SPI e SPEI è risultato ben al di sopra della norma climatica su ampie porzioni del territorio piemontese (in particolare nel cuneese). La situazione generale di normalità, tendente al piovoso, sì è protratta fino quasi alla fine della stagione autunnale. L’anno 2023, tuttavia, si è chiuso con i mesi di novembre e di dicembre avari di precipitazioni, tanto che quasi tutta la parte più meridionale del Piemonte si è venuta a trovare nuovamente in condizioni di siccità meteorologica moderata su tutte le scale temporali (3, 6 e 12 mesi).
Nel complesso, tuttavia, si è trattato di una annata sostanzialmente nella norma, seppur con una alternanza secco/umido disomogenea nel corso dei 12 mesi.
Come riscontrato nell’anno precedente, nel 2023 si sono registrati scostamenti negativi di portata rispetto ai valori storici di riferimento, dovuti principalmente alla presenza di diversi periodi asciutti durante l’anno, ad eccezione delle abbondanti precipitazioni di maggio, ma anche derivanti dallo stato pregresso di siccità dei corsi d’acqua individuato nel 2022. Quest’ultimo aspetto è confermato dal fatto che per alcuni bacini del settore occidentale della regione, quali Dora Riparia, Pellice, Malone, Dora Baltea, Varaita e Stura di Demonte, nonostante siano stati registrati afflussi totali annui superiori alla media storica, i deflussi sono stati inferiori alla media di riferimento, determinando perciò scostamenti negativi di portata. Alla sezione di chiusura del bacino del Po piemontese, sezione di Isola S. Antonio (PV), la portata media annua è risultata il 40% più bassa del valore medio storico.
Relativamente ai volumi idrici disponibili (SWE, invasi artificiali, Lago Maggiore) nel 2023 si osservano scostamenti positivi, rispetto alla disponibilità media sul periodo storico assunto, solo nel trimestre agosto-ottobre, grazie agli elevati volumi immagazzinati nel Lago Maggiore. Negli altri mesi dell’anno la risorsa idrica disponibile risulta inferiore al valore medio storico, a causa principalmente dello scarso apporto nevoso (importante deficit di SWE).
Per quanto riguarda le acque sotterranee, nel 2023 il livello della falda superficiale, che a partire dal 2020 manifesta un trend in abbassamento quasi ubiquitario, non rientra nell’intervallo dei valori storici se non nel periodo tardo primaverile-estivo e solo in alcune aree ricadenti nelle pianure novarese, biellese e vercellese, torinese settentrionale e cuneese in destra Stura di Demonte, pertanto nel 2023 la situazione dal punto di vista della disponibilità della risorsa, è risultata ancora critica.
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