Con la notte del 31 dicembre si è chiuso un altro anno ancora molto caldo e caratterizzato da precipitazioni complessive al di sotto, seppur di poco, della norma climatica dell’ultimo trentennio.
Dal punto di vista delle temperature, il 2023 è stato il secondo anno più caldo dal 1957, a breve distanza dal 2022 che è l’attuale primatista.
La temperatura media annuale in Piemonte è stata di circa 11.2°C, superiore di 1.3 °C rispetto al periodo climatico di riferimento (il trentennio 1991-2020, con una media climatica di circa 9.9°C). In ben 10 su mesi su 12, la temperatura media mensile è stata superiore alla norma.
Il giorno più caldo dell’anno è stato il 23 agosto che è anche il terzo giorno più caldo sul Piemonte dal 1958, alla pari con l’11 agosto 2003 e dietro il 27 e 28 giugno 2019. Sempre il 23 agosto si è registrato il picco termico massimo mensile a Nizza Monferrato (AT) con 40.9°C.
Sul fronte delle precipitazioni cumulate annuali in Piemonte, il 2023 ha registrato una precipitazione media di 944 mm, con una lieve anomalia negativa dell’8% rispetto alla norma del periodo 1991-2020. I fenomeni precipitativi sono stati molto scarsi fino ad aprile con una cumulata di soli 77 mm al 19 aprile, per poi riassestarsi sulla media (425 mm) a metà giugno grazie soprattutto alle abbondanti precipitazioni di maggio, il 4° più piovoso degli ultimi 67 anni. L’autunno 2023 e poi l’inizio dell’inverno 2023-2024 si sono rivelati abbastanza asciutti, e nell’ultimo periodo dell’anno soltanto le creste settentrionali e nordoccidentali di confine con Francia e Svizzera e il settore più orientale dell’Appennino alessandrino hanno registrato precipitazioni di rilievo.
Questa scarsità di precipitazioni nella fase finale dell’annata, associata alle alte temperature di dicembre ha contributo ad assottigliare notevolmente il manto nevoso, tanto che sulle Alpi Settentrionali ed Occidentali la situazione attuale si verifica non più di 1 anno su 4, mentre sui rilievi meridionali siamo a livello dei minimi storici.
Questo si riflette ovviamente anche sui deflussi superficiali; attualmente tutti i bacini idrografici piemontesi, ad eccezione della Dora Baltea presentano un deficit idrico, più significativo su quelli meridionali dove il Tanaro, alla sezione di Farigliano, registra portate inferiori del 74% rispetto ai valori storici di riferimento e il Varaita, in chiusura, inferiori al 60%. Anche a nord del Po le portate sono significativamente più basse della media, in particolare sul Sesia dove si registra un deficit del -62%.
In chiusura della parte piemontese del bacino del Po, alla sezione di Isola S. Antonio, i valori delle portate risultano inferiori ai valori storici di riferimento del 58% confermando comunque l’andamento dell’intero anno.