Parte oggi 7 febbraio il processo con la prima udienza a Torino in Corte d’Assise d’Appello per il “caso del cromo esavalente” nel polo chimico di Spinetta Marengo (AL) la cui emergenza risale al 2008 quando in seguito a indagini era emersa una situazione di grave inquinamento dovuta alla presenza di più sostanze inquinanti rinvenute nelle falde acquifere.
A seguito di specifica analisi di rischio approvata dal Comune di Alessandria, a marzo 2011 vennero fissati per il sito le concentrazioni soglia di rischio (CSR) come obiettivi di bonifica.
Le indagini analitiche su suolo e acque effettuate da Arpa Piemonte nel periodo 2011-2017 hanno confermato il persistere di una importante contaminazione di suolo, sottosuolo e acque sotterranee interne ed esterne al sito dovuta a più inquinanti.
Superamenti delle CSR erano stati evidenziati nei terreni superficiali per i parametri cromo esavalente, arsenico, piombo, DDT, DDD, DDE e idrocarburi pesanti C>12; nei terreni profondi per cromo esavalente, DDT, DDD, DDE, idrocarburi pesanti C>12, cloroformio; nelle acque di falda contenute nella porzione superficiale dell’acquifero (livello A). Si notavano inoltre superamenti delle CSR sanitarie individuate per il percorso inalazione vapori per i parametri cloroformio, tetracloruro di carbonio, tetracloroetilene e tricloroetilene.
A fronte di questa situazione, le misure di messa in sicurezza avviate da Solvay, in qualità di Proprietario non responsabile, a partire dal 2012 sono confluite nelle attività previste per la messa in sicurezza operativa e bonifica di alcuni inquinanti in alcune aree dello stabilimento, opere ancora in corso.
La ditta è attualmente in fase di messa in sicurezza operativa e con vari interventi mira a garantire un adeguato livello di sicurezza per le persone e l’ambiente attraverso azioni avviate in diverse aree dello stabilimento.