Il Dipartimento Meteoclimatico dell’ARPAS ha pubblicato l’Analisi agrometeorologica e climatologica della Sardegna. Analisi delle condizioni meteorologiche e conseguenze sul territorio regionale nel periodo ottobre 2023 – settembre 2024. Il rapporto evidenzia un’annata caratterizzata da precipitazioni complessivamente inferiori alla media e temperature annuali superiori al normale, confermando la tendenza di riscaldamento globale.
Precipitazioni: una Sardegna divisa. L’analisi delle precipitazioni mostra una netta differenziazione tra le varie aree dell’isola. Il centro-nord ha registrato valori in media o leggermente superiori alla norma, mentre il sud e l’est della Sardegna hanno subito un marcato deficit idrico, con precipitazioni diffusamente inferiori al 60% della media climatica e, in alcune zone dell’Ogliastra, persino al di sotto del 40%. La stagione piovosa (ottobre-aprile) è stata prevalentemente secca, incidendo significativamente sul bilancio idrico annuale, mentre il periodo tardo primaverile-estivo (maggio-settembre) ha visto un incremento delle precipitazioni, contribuendo a un parziale recupero in alcune aree.
Temperature in aumento. L’anno 2023-2024 ha registrato temperature superiori alla media del periodo di riferimento (1995-2014). Le temperature massime annuali sono risultate tra +1.5°C e +2.5°C rispetto alla norma, con le anomalie più elevate nei settori orientali e meridionali. Anche le temperature minime hanno mostrato incrementi tra +0.5°C e +1°C su tutto il territorio.
Impatti sul settore agricolo. Le condizioni meteorologiche hanno avuto ripercussioni significative sull’agricoltura e sulla zootecnia sarda. Le scarse piogge autunnali hanno reso difficili le semine e la crescita delle colture autunno-primaverili, in particolare in alcune aree del sud e nelle aree costiere orientali. Tuttavia, le precipitazioni di fine inverno e primavera hanno permesso un recupero, con rese generalmente buone per i cereali autunno-vernini, pur con difficoltà nelle zone più colpite dalla siccità.
Le colture arboree hanno risentito dell’andamento meteorologico del periodo. L’olivo ha beneficiato delle piogge di maggio, ma ha subito danni da grandinate e attacchi di patogeni. La vite, invece, ha sofferto la presenza di malattie fungine e le piogge tardive di agosto hanno favorito muffe e marciumi sulle uve.
Consulta il Rapporto nel sito dell’Arpas.
Quando il clima cambia più in fretta dei piani agricoli, è la terra a presentare il conto.