Il 74% degli invasi del Distretto Idrografico della Sicilia presenta uno “stato ecologico sufficiente” ed il 53% ha uno “stato chimico non buono”. Questi i risultati del monitoraggio e della valutazione dello stato ecologico e chimico delle acque, per il periodo 2011-2017, realizzato da Arpa Sicilia.
La Direttiva quadro europea, prevede la valutazione dello stato di qualità avendo come riferimento i parametri e gli indicatori ecologici, idrologici e chimico-fisici. L’obiettivo finale è quello di raggiungere il buono stato entro il 2015.
Il monitoraggio e la valutazione dello stato ecologico e chimico delle acque degli invasi del Distretto Idrografico della Sicilia sono previsti nell’ambito di una Convenzione che Arpa Sicilia ha stipulato con il Dipartimento “Acque e Rifiuti” dell’Assessorato Regionale Energia al fine dell’aggiornamento del quadro conoscitivo sullo stato delle qualità delle acque sotterranee, superficiali interne, superficiali marino-costiere ai fini della revisione del Piano di gestione del Distretto Idrografico della Regione Sicilia”
Il Piano di Gestione delle Acque in Sicilia identifica 34 corpi idrici lacustri, oggi ridotti a 32 nell’aggiornamento del PdG di questi solo tre sono di origine naturale (Biviere di Cesarò, Biviere di Gela e lago di Pergusa), gli altri sono invasi artificiali, ascrivibili pertanto alla categoria dei corpi idrici fortemente modificati ai sensi del D.Lgs. 152/2006 e ss.mm.ii, derivati dallo sbarramento di corsi d’acqua per la costituzione di riserve idriche per gli approvvigionamenti potabili, per usi irrigui o per produzione di energia elettrica.
I risultati del monitoraggio e della valutazione dello stato ecologico e chimico delle acque degli invasi del Distretto Idrografico della Sicilia, ai sensi del D.M. 260/2010, per il periodo 2011-2017 realizzato da Arpa Sicilia ha evidenziato diverse criticità che hanno influenzato negativamente lo stato ecologico e lo stato chimico.
Lo Stato Ecologico degli invasi (DM 260/2010) si basa sull’analisi degli elementi di qualità biologica (EQB), fisico-chimica e chimica. In particolare, il solo elemento biologico obbligatorio è il fitoplancton, valutato attraverso l’indice complessivo per il fitoplancton (ICF); i parametri chimico-fisici, comprendono il fosforo totale, l’ossigeno ipolimnico e la trasparenza dell’acqua, valutati attraverso il calcolo del livello trofico dei laghi (LTLeco). Per la valutazione degli elementi di qualità chimica sono da determinare gli inquinanti specifici non inclusi nell’elenco di priorità (tab. 1/B dell’All.1 DM 260/2010 modificata dalla tab. 1/B D.Lgs. 172/2015).
Per ciascun elemento viene attribuito un giudizio che permette la valutazione del corpo idrico secondo 5 classi di qualità (Elevato, Buono, Sufficiente, Scarso e Cattivo). La classe è individuata sulla base del peggiore dei giudizi per ciascun elemento di qualità biologica. Un giudizio per gli elementi chimici e fisico-chimici a supporto inferiore a buono, declassa il corpo idrico a Sufficiente. Agli invasi non può essere attribuita la classe di qualità elevata a causa della loro non naturalità idromorfologica, riferimenti allo stato ecologico elevato sono considerati riferimenti al potenziale ecologico massimo (MEP).
Lo stato chimico è valutato determinando mensilmente la concentrazione delle sostanze dell’elenco di priorità tra quelle riportate nella tab. 1/A del DM 260/2010 modificata dalla tab. 1/A D.Lgs. 172/2015,
per le quali, a seguito di un’analisi delle pressioni e degli impatti,
risultano attività che ne comportano scarichi o immissioni
significativi nel bacino idrografico ovvero se sono state già rilevate
in precedenza. La norma prevede inoltre che, in assenza di informazioni
sufficienti, a fini precauzionali, sarebbero da monitorare tutte le
sostanze di cui non si possa escludere a priori la presenza nel bacino.
Il corpo idrico che soddisfa tutti gli standard di qualità ambientale
(SQA) è classificato in buono stato chimico; in caso negativo, il corpo
idrico è classificato come corpo idrico in cui non è riconosciuto il
buono stato chimico.
In particolare, i risultati complessivi mostrano che:
- il 74% degli invasi è in uno stato ecologico sufficiente, stato determinato nel 68% dei casi dall’indice LTLeco. Inoltre, l’altro indice, ICF (indice complessivo fitoplancton) insieme al LTLeco, ha contributo per il 5% nel causare lo stato ecologico sufficiente. Nessuno dei corpi idrici valutati dal 2011 al 2016 ha presentato uno Stato Ecologico elevato o cattivo.
- il 53% degli invasi è in uno stato chimico non buono, stato determinato quasi sempre per la presenza di metalli (mercurio, nichel e piombo) a concentrazioni superiori rispetto agli standard di qualità ambientali (SQA) previsti dalla normativa. Si evidenzia anche il superamento degli SQA di diverse sostanze organiche nell’invaso Sciaguana (Enna).
In conclusioni, è necessario individuare le misure che consentano il risanamento degli invasi siciliani al fine di migliorarne lo stato ecologico e lo stato chimico come previsto dalla normativa. Inoltre, tenuto conto che la causa principale che determina lo stato ecologico sufficiente degli invasi è riconducibile anche alla “trasparenza delle acque” sarebbe auspicabile un approfondimento per valutare se tale criticità è dovuta a cause naturali o meno.
REPORT_Invasi-2017_04_12_2018_def
Per
informazioni
SG2 Formazione, Informazione e
Comunicazione
gcuffari@arpa.sicilia.it
per
approfondimenti
ST2 Monitoraggi
Ambientali
abita@arpa.sicilia.it
vmbuscaglia@arpa.sicilia.it