Durante il 2018 ARPAT ha effettuato oltre 500 ispezioni agli impianti di depurazione >2.000 abitanti equivalenti (AE) in tutta la Toscana, controllando 179 depuratori su un totale di 192 censiti in tutta la regione (93%).
L’impegno dell’Agenzia è stato orientato verso gli impianti che nel corso del tempo avevano evidenziato maggiori criticità e, comunque, che trattano la maggior quantità di acque reflue: nel 2018 sono stati controllati tutti i 27 depuratori che hanno una potenzialità >50.000 AE e tutti quelli (51) compresi tra 10.000 e 50.000 AE, che rappresentano, complessivamente, quasi il 94% del carico di acque reflue depurate in Toscana.
Nel corso di tali controlli sono emerse un numero significativo (107) di violazioni accertate da ARPAT, di natura più o meno grave (sanzioni amministrative o notizie di reato penale). Quasi 1 ispezione su 5 ha fatto emergere una violazione e, in generale, risulta una netta prevalenza (85%) di violazioni minori (sanzioni amministrative), con un aumento sensibile, rispetto al 2017, dei casi (16 contro 8) di violazioni segnalate all’Autorità Giudiziaria (CNR).
Di queste ultime (CNR), 5 derivano dal superamento di limiti allo scarico di sostanze pericolose.
Le violazioni hanno riguardato quasi il 30% degli impianti controllati, con maggiore incidenza in quelli presenti in provincia di Prato (86%), seguiti da Lucca (68%) e Massa Carrara (67%). Significativo il fatto che ben 8 dei 9 depuratori più grandi (potenzialità ≥100.000 AE) sono stati oggetto, quasi come nel 2017 (9 su 9), di almeno 1 violazione, così come la buona parte (44%) di quelli compresi tra 50.000 e 100.000 AE.
I motivi di queste violazioni sono nella maggior parte (53%) riferibili a superamenti dei limiti di legge per le diverse sostanze ricercate, che riguardano, soprattutto, i composti dell’azoto (ammoniacale, nitrico e nitroso), la presenza di Escherichia coli e i solidi sospesi totali. Per E.coli, però, è opportuno segnalare che il limite per questo parametro non è sempre previsto dalle autorizzazioni e che, quando è stato prescritto, è stato spesso circoscritto alla sola stagione balneare (1° aprile – 30 settembre).
Andando ad analizzare la distribuzione delle violazioni per singolo gestore, le situazioni più critiche sono quelle di G.I.D.A. che ha visto sanzionati tutti i 5 depuratori (spesso per assenza di un registratore delle portate dello scarico), GAIA, con gran parte (77%) degli impianti controllati che ha avuto almeno 1 violazione, di Publiacqua (33%), Acquedotto del Fiora (25%) e Acque (13%). I gestori GAIA e Publiacqua sono stati frequentemente sanzionati (rispettivamente 5 e 3 volte) per avere effettuato lo scarico senza la prescritta autorizzazione dato che la richiesta di rinnovo è stata presentata con ritardo dal gestore. Da segnalare, infine, il caso del depuratore di Lavello (GAIA) a Massa, che, con 22 sanzioni amministrative (21 delle quali per superamento dei limiti allo scarico) e 2 CNR, rappresenta da solo 1/5 di tutte le violazioni accertate nel 2018.
Confrontando i dati dei controlli di ARPAT con quelli dei controlli delegati ai gestori sulla base di specifici protocolli sottoscritti a partire dal 2013 in tutte le province della Toscana ad eccezione di Massa Carrara, si può notare come il numero di superamenti dei limiti allo scarico (in rapporto al totale di campioni analizzati) tra 2016 e 2018 sia nettamente superiore nei dati ARPAT per tutto il triennio con un rapporto di 4 a 1.
Il fenomeno è abbastanza uniformemente distribuito tra tutti i 10 gestori considerati, ma è particolarmente evidente per Acque, Acquedotto del Fiora, Nuove Acque e Publiacqua, dove la differenza è ancora maggiore (da 6 a 10 volte), soprattutto per alcuni impianti. Focalizzando l’attenzione solo sui 10 impianti con le maggiori differenze dei superamenti rilevati, si osserva che anche le concentrazioni medie (2016-18) sono quasi sempre superiori nei controlli ARPAT e, in alcuni casi, le differenze sono molto elevate.
Essendo garantita la confrontabilità dei dati (metodi di analisi accreditati, circuiti di intercalibrazione) di ARPAT e dei Gestori, è evidente che tali differenze, riscontrabili nella gran parte dei casi sia nel numero dei superamenti che nelle concentrazioni mediamente rilevate, rendono necessario effettuare ulteriori approfondimenti, in collaborazione con i gestori e la Regione Toscana, per verificare quali variabili potrebbero incidere e quali eventuali miglioramenti si potrebbero apportare.
Nel rapporto tutte queste informazioni sono contenute in dettaglio.