Pubblicata di recente la relazione annuale sulla qualità dell’aria di ARPA Toscana, che illustra le principali criticità presenti nel territorio regionale: PM10 nella piana lucchese, biossido di azoto nell’agglomerato fiorentino e l’ozono, che, stando ai dati registrati finora (anticipazione dei dati 2023 sull’ozono), si presenta come critico anche nel 2023. Infatti, per questo inquinante, la normativa prevede il rispetto del valore obiettivo per la salute della popolazione, che consiste nel numero di 25 medie massime giornaliere di 8 ore superiori a 120 µg/m3, come media dei valori degli ultimi tre anni; questo limite è stato superato in 4 stazioni, su 10, della Rete regionale nel 2023. Da aprile a settembre, invece, non sono state registrate, da parte della Rete toscana, medie orarie superiori alla soglia di informazione di 180 µg/m3, né alla soglia di allarme di 240 µg/m3.
Per implementare il monitoraggio della qualità dell’aria nei territori con criticità, agli inizi di quest’anno, ha preso avvio la misurazione in continuo delle concentrazioni in aria di Black Carbon (BC) presso le centraline di LU-Capannori, a Lucca, e di FI-Mosse, a Firenze, e la misura oraria di PM1, PM4, PM10 e PM2.5 presso la stazione di LU-Capannori.
I primi dati, riferiti al periodo invernale 2023, riguardanti la stazione di LU-Capannori, fondo urbano, evidenziano il massimo delle frazioni di PM10 e di Back Carbon (BC), fino a concentrazioni di BC di 16 µg/m3, nelle ore notturne. La frazione di BC attribuibile alla combustione di biomassa (BB) arriva a essere il 100% del BC. Mentre nel periodo estivo il valore massimo orario di BC è stato attorno a 4 µg/m3, con una percentuale di BB attorno al 20%. Nella stazione di FI-Mosse, traffico urbano, le concentrazioni orarie di BC seguono l’andamento tipico del traffico urbano con massimi mattutini e serali. Ad esempio, in questo periodo, la percentuale di BB si colloca tra il 20 e il 40% di BC, mentre a LU-Capannori nelle ore serali-notturne è il 100%.
Infine, grazie ai fondi del PNRR, nei primi mesi del 2023, ARPA Toscana ha acquistato la strumentazione necessaria per lo sviluppo di nuovi metodi, con la finalità di ampliare la capacità analitica del laboratorio dell’Area Vasta Centro dell’Agenzia, in ambito sia di controllo che di monitoraggio della qualità dell’aria. Si tratta di un cromatografo ionico, che ha consentito di mettere a punto la procedura per la determinazione del levoglucosano nei filtri provenienti da alcuni siti di monitoraggio della qualità dell’aria, permettendo di studiare il possibile contributo della combustione delle biomasse (es. legna e combustibili derivati da legna, apporto da abbruciamenti in agricoltura etc.) alla concentrazione atmosferica di particolato (PM10) e individuare quindi le possibili sorgenti di emissione.