Il fenomeno della nidificazione di tartarughe marine sulle spiagge toscane, avviato nel 2013, ha interessato nel 2022 la parte più settentrionale della Toscana, nel comune di Massa. Il numero annuale di nidi è in aumento seppure debolmente. Se nel 2022, in Toscana, si sono registrati 5 eventi di nidificazione di Caretta caretta, nel 2023, ad oggi, sono già 11 i nidi registrati, molti dei quali all’isola dell’Elba.
Le attività di ricerca delle tracce di tartaruga marina e di sorveglianza dei nidi fanno parte di un progetto di monitoraggio autorizzato dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, a cui ARPAT partecipa e che vede l’Università di Pisa come capofila.
L’Agenzia svolge anche compiti di coordinamento delle diverse attività di recupero per conto dell’Osservatorio Toscano Biodiversità di Regione Toscana, collegando tra loro i diversi attori della Rete regionale di recupero: Capitaneria di Porto, IZSLT, USL, Università, Centri di ricerca, associazioni. A questa attività si aggiunge quella di registrazione dei dati, compilazione delle schede e stesura del report finale dell’attività annuale di monitoraggio dell’avvistamento della tartaruga Caretta caretta.
Anticipiamo in questa sede alcuni dei dati sulla biodiversità. Le tartarughe marine salvate nelle acque della Toscana, nel 2022, sono state 4 sulle 50 rilevate. Delle 4 salvate, una sola è stata ospitata in un centro di recupero, curata, riabilitata, marcata e liberata in mare, mentre le altre 3 sono state liberate subito dopo la loro cattura con una rete da posta. A Grosseto il maggiore numero di salvataggi, 3 su 4.
Delle 50 tartarughe rilevate, 17 erano vive, di queste, 7 sono state avvistate mentre stavano nidificando. In Toscana, nel 2022, sono stati registrati 5 eventi di nidificazione di tartaruga Caretta caretta e si sono avute 148 nascite su un totale di 349 uova deposte. Il successo riproduttivo, per il 2022, è pari al 42%, un valore non troppo alto, sebbene almeno uno di questi nidi sia stato traslocato in area apparentemente più idonea e “sicura”.
Monitorare la nidificazione della tartaruga Caretta caretta consente di valutare il successo riproduttivo; la percentuale dei piccoli nati sul totale delle uova deposte è un dato che arricchisce il quadro sullo stato di conservazione e tutela della biodiversità marina.
Dal 2023, è attivo anche il progetto europeo Life Turtlenest che punta a capire se e come l’impatto dei cambiamenti climatici influisca sulla scelta dellle femmine di Caretta caretta di nidificare verso zone sempre più a nord. Il progetto è coordinato da Legambiente con la partecipazione di ARPAT insieme ad altri soggetti pubblici italiani e spagnoli. Il progetto è particolarmente significativo perché, se da un lato, l’incremento dei nidi anche in Toscana richiama l’attenzione dei turisti, dall’altro, è un sintomo evidente degli effetti del cambiamento climatico che è oggetto di studi e approfondimenti.
Ricordiamo a turisti, bagnanti e gestori balneari di segnalare subito la presenza di tartarughe marine sulla spiaggia o delle loro tracce, telefonando al numero 1530 della Guardia Costiera per mettere in sicurezza gli eventuali nidi di tartaruga marina.
Un altro dato importante relativo alla biodiversità marina riguarda la cattura del rossetto, informazione importante per comprendere se la sua pesca sia sostenibile. Nella stagione di pesca 2021-2022, 29 imbarcazioni hanno inviato all’Agenzia i dati di cattura di questa specie. Da questi emerge che il pescato di rossetto supera le 25 tonnellate, valutando l’attività di pesca delle 29 barche con un numero di giorni medio di attività, per barca, pari a 30 nell’arco della stagione 2021-22. Il valore medio di cattura giornaliero risulta pari a 29,6 kg, decisamente superiore sia al limite di sicurezza (LRP- Limit Reference Point), che per la Toscana è di 8,5 kg/giorno per imbarcazione, sia ai valori registrati nelle precedenti stagioni. Si tratta di un dato da leggere in senso positivo, in quanto valori superiori al limite di sicurezza (LRP) forniscono indicazioni sia sull’abbondanza di questa specie ittica in mare che sullo stato di sfruttamento di questa risorsa la cui pesca, ad oggi, risulta sostenibile.
La gestione di questa risorsa si svolge applicando il Piano di Gestione della pesca del rossetto, approvato dall’Unione Europea con l’obiettivo di garantire la sostenibilità biologica della popolazione di rossetto grazie all’attuazione di specifiche disposizioni, tra cui
• il periodo di pesca limitato tra novembre e marzo,
• l’uso di attrezzi specifici,
• il controllo delle catture.
A tal riguardo ARPAT ha prodotto il Piano di Gestione insieme all’Università di Genova ed effettua il monitoraggio scientifico della pesca, in ottemperanza al Piano, raccogliendo le informazioni alla fonte – attraverso le schede (logbooks) compilate giornalmente dai pescatori – ed elaborando le statistiche necessarie a verificare la sostenibilità ambientale dell’attività.
Un pensiero su “Biodiversità nel mare della Toscana”