Quest’anno, i nidi sul litorale toscano sono stati complessivamente 24: 9 sulle isole dell’Arcipelago (Elba e Giglio), 8 sulla costa tra Pisa, Livorno, Piombino e Grosseto e 7 sulla costa apuo-versiliese.
Si conferma così la tendenza delle tartarughe marine a nidificare sempre più a nord, dovuta probabilmente al forte innalzamento delle temperature, che si manifesta anche nel Mediterraneo.
Circa 1600 le uova deposte nei 24 nidi toscani, 700 i piccoli nati, di cui 600 usciti spontaneamente dal nido e 100 durante le fasi di scavo ed ispezione del nido, con un successo riproduttivo medio (percentuale dei piccoli nati sul totale delle uova deposte) compreso tra il 40 e il 50%. Purtroppo, alcuni nidi, in particolare quelli della costa apuo- versiliese, non hanno avuta nessuna nascita per cause da investigare.
Quanto registrato in Toscana è in linea con quanto avvenuto in altre parti d’Italia; come riportato, di recente, da Tartapedia, i nidi registrati sono stati 454 in dieci regioni: 161 in Sicilia; 126 in Calabria; 54 in Campania; 47 in Puglia; 24 in Toscana; 19 in Sardegna; 18 nel Lazio; 3 in Basilicata; 1 in Abruzzo; 1 in Emilia Romagna.
Questa lunga stagione riproduttiva (dal 14 giugno al 29 ottobre) ha impegnato soggetti istituzionali, come ARPAT ma anche tantissimi volontari di associazioni ambientaliste come WWF, Legambiente e Tartamare. Tutti hanno lavorato in rete con il coordinamento dell’Osservatorio Toscano per la Biodiversità della Regione Toscana.