Pubblicata la prima delle pillole di sostenibilità realizzate da parte di ARPA Toscana, un prodotto agile ed immediato per suggerire a tutti comportamenti ecosostenibili molto semplici, sempre di tipo pratico, suddivisi per vari temi: mobilità, abbigliamento, organizzazione di feste e eventi, alimentazione e spesa, cura della casa, del giardino, della persona ed tanto altro ancora.
Ridurre gli sprechi alimentari è possibile ma ci vuole impegno nel mutare le abitudini di consumo, puntando, in primo luogo, a pianificare i pasti e organizzare meglio le scorte. Se la casa è la vera “voragine” degli sprechi alimentari, non meno cibo viene sprecato durante la fase di produzione, trasporto e vendita. Nelle diverse fasi della filiera produttiva, infatti, si crea una grande quantità di rifiuti che non vediamo ma che esistono. I rifiuti “invisibili” sono, quest’anno, al centro della Settimana Europea della Riduzione dei Rifiuti, in partenza il prossimo 21 novembre.
Non dobbiamo neppure dimenticare che gettare il cibo non è solo una questione morale e/o economica ma anche ambientale, che impatta risorse come l’aria, l’acqua e il suolo, come ha sottolineato, di recente, ancora una volta, la FAO, nel suo report “Stop food loss and waste.For the people. For the planet”. In sostanza quando ci disfiamo con facilità di un alimento, buttandolo via, pensiamo anche all’acqua necessaria per la sua produzione, allo sfruttamento del suolo e alle emissioni in atmosfera generate in fase di produzione e trasporto dello stesso oltre che all’incremento della quantità di rifiuti prodotti.
Questi i principali motivi che ci hanno portato ad avviare la serie delle pillole di sostenibilità con gli eco-consigli sulla spesa sostenibile, sperando che possano essere d’aiuto a coloro che intendono ridurre i rifiuti alimentari soprattutto nelle abitazioni, partendo dai comportamenti che influiscono sui consumi personali ma anche sulle scelte industriali.
pillola-01-spesa-sostenibileA febbraio 2020, in occasione della 7^ Giornata Nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare, l’Osservatorio Waste Watcher di Last Minute Market/Swg sottolineava che, nel 2019, si era registrato un deciso calo dello spreco alimentare domestico, che, secondo il precedente rapporto Waste Watcher basato sullo spreco “reale”, riferito al 2018-2019 e calcolato sui test scientifici dei “Diari di famiglia” , si attestava, per ogni nucleo famigliare, in circa 100 grammi al giorno, per un totale di ben 2 miliardi e 200 milioni di tonnellate di cibo buttato annualmente in Italia.
Questo trend di riduzione è stato confermato anche il 29 settembre 2020, durante la prima Giornata mondiale di consapevolezza delle perdite e degli sprechi alimentari, indetta dalle Nazioni Unite. In quest’occasione, la novità evidenziata è che le restrizioni dovute al Covid-19 hanno generato cambiamenti nei comportamenti di acquisto e preparazione del cibo nonché di smaltimento dello stesso, come emerge dalla ricerca, condotta da Distal Università di Bologna su dati raccolti da Msi-Aci Europe Bv nell’ambito della campagna Sprecozero e confermato anche da un’indagine di Altroconsumo.
Secondo la ricerca di Distal Università di Bologna, il 51,6% degli italiani ha sprecato meno cibo durante la quarantena rispetto al periodo precedente, nonostante il 57,6% abbia acquistato più generi alimentari. Le donne si sono mostrate più attente rispetto agli uomini. Lo studio mette in evidenza anche le tipologie di cibo che hanno subito minori sprechi, ovvero farina e lievito (43,2%), carni rosse (42,8%), carni bianche (40,7%), latte (40,4%) e avanzi (44,9%). Al contempo emerge con chiarezza il mutamento nei comportamenti, nelle abitudini di consumo, il 47,2% dei consumatori ha usato più spesso la lista della spesa, mentre il 58,6% ha cucinato di più, riutilizzando anche gli avanzi, tanto che il 44,9% ha dichiarato di averne sprecati di meno.
Altroconsumo giunge alle stesse conclusioni, confermando questo mutamento positivo di abitudini, maturato nel corso della quarantena. Dall’indagine emerge che “ il 41% dei rispondenti ha dichiarato di aver ridotto le quantità di cibo sprecato, anche grazie a comportamenti più attenti: il 38% ha compilato più spesso la lista della spesa, il 37% ha pianificato con più metodicità i pasti e il 32% ha riutilizzato più spesso gli avanzi. Mentre nella prima parte dell’anno solamente il 42% degli italiani aveva dichiarato di non sprecare cibo in casa, ad aprile il dato è salito fino al 68%”.
La speranza, dunque, è quella che lo spreco alimentare continui a calare ma soprattutto che questo sia collegato all’agire quotidiano delle persone, che possono compiere azioni positive come quelle suggerite nella pillola fare la spesa in modo sostenibile.