Abbiamo rivolto alcune domande a Francesco Ferrini, professore di Arboricoltura generale e coltivazioni arboree presso la Facoltà di Scienze e Tecnologie Agrarie, Alimentari, Ambientali e Forestali (DAGRI) dell’Università degli Studi di Firenze, per comprendere:
- come le foreste stiano reagendo al cambiamento climatico e come ci proteggono dagli effetti dei mutamenti del clima
- cosa ognuno, singolarmente e/o collettivamente, può fare per proteggere e migliorare il patrimonio verde urbano ed extraurbano.
1) L’aumento delle temperature e la riduzione delle precipitazioni medie annue, la maggiore frequenza di eventi meteorologici estremi, come le tempeste di vento, interagiscono tra loro mettendo a repentaglio i nostri boschi. Quali sono le misure urgenti da adottare?
Premettendo che non sono un forestale propriamente detto, poiché mi occupo di arboricoltura urbana e, quindi, potrei scordare qualcosa, credo che le considerazioni siano per certi versi simili. Purtroppo, siamo in ritardo e non abbiamo ancora capito che la gestione “reattiva” non limita i danni, mentre dovremmo mettere in atto una gestione proattiva o, meglio ancora, preventiva, che dovrebbe, a mio parere, interessare diversi punti:
- Gestione sostenibile delle risorse idriche; data la riduzione delle precipitazioni medie annue, è fondamentale implementare pratiche di gestione sostenibile delle risorse idriche. Questo potrebbe includere la costruzione di serbatoi d’acqua, la promozione di tecniche di irrigazione efficienti e la conservazione dell’acqua a livello locale.
- Ripristino e riforestazione; Implementare programmi di riforestazione e di ripristino degli ecosistemi forestali può contribuire a mantenere la biodiversità, migliorare la resilienza degli ecosistemi e mitigare gli impatti negativi delle temperature elevate.
- Adattamento delle specie vegetali; alcune specie di alberi sono più adattate a condizioni climatiche estreme. Sostenere la ricerca e lo sviluppo di varietà tolleranti la siccità e altri stress climatici può aiutare a garantire la sopravvivenza delle foreste. Non secondario è capire come certe specie possano fronteggiare gli eventi climatici estremi sempre più frequenti.
- Monitoraggio e prevenzione degli incendi; aumentando la frequenza di eventi meteorologici estremi, aumenta anche il rischio di incendi forestali. Implementare sistemi di monitoraggio avanzati e piani di prevenzione incendi può essere cruciale per proteggere i boschi.
- Educazione e coinvolgimento della comunità; coinvolgere le comunità locali nella gestione sostenibile delle risorse forestali, sensibilizzare sull’importanza della conservazione e promuovere pratiche sostenibili sono fattori chiave per mantenere la stabilità degli ecosistemi forestali.
- Politiche di adattamento al cambiamento climatico; è fondamentale adottare politiche a livello locale e globale che affrontino il cambiamento climatico. Queste politiche dovrebbero incentivare pratiche sostenibili, ridurre le emissioni di gas serra e promuovere la resilienza degli ecosistemi.
- Ricerca scientifica continua; investire in ricerca scientifica continua per comprendere meglio gli impatti del cambiamento climatico sui boschi e sviluppare soluzioni innovative è essenziale per adattarsi alle dinamiche mutevoli del clima.
L’adozione di queste misure dovrebbe essere parte di una strategia globale e interdisciplinare per affrontare le sfide attuali e future legate al cambiamento climatico e alla salute dei nostri boschi.
2) Per rispondere alla crisi climatica non basta piantare nuovi alberi, ma occorre dedicarsi alla gestione delle foreste esistenti. Cosa bisogna fare?
Affrontare la crisi climatica richiede un approccio più ampio rispetto alla semplice piantagione di nuovi alberi; è, infatti, essenziale concentrarsi sulla gestione sostenibile delle foreste esistenti. La gestione forestale svolge un ruolo cruciale nell’attenuare gli impatti dei cambiamenti climatici e preservare l’integrità degli ecosistemi forestali.
Una serie di azioni mirate è necessaria per massimizzare l’efficacia di questo approccio.
Innanzitutto, è fondamentale implementare pratiche di gestione forestale sostenibile che promuovano la biodiversità e la resilienza degli ecosistemi. Ciò include la pianificazione attenta delle attività di taglio, la promozione della rigenerazione naturale e la diversificazione delle specie vegetali per aumentare la resistenza alle malattie e la tolleranza agli stress climatici. La gestione mirata può contribuire a mantenere la vitalità delle foreste esistenti e a preservare la loro capacità di assorbire carbonio.
Parallelamente, è necessario sviluppare e attuare politiche di conservazione che limitino la deforestazione e il degrado del suolo. Queste politiche dovrebbero essere supportate da misure di controllo efficaci e leggi che tutelino le aree forestali critiche. Inoltre, l’adozione di pratiche agricole sostenibili può contribuire a ridurre la pressione sulle foreste, mitigando il rischio di cambiamenti climatici negativi.
Investire in tecnologie avanzate per il monitoraggio e la gestione delle foreste è altresì essenziale. Sistemi di sorveglianza satellitare, sensori remoti e altre tecnologie emergenti consentono di raccogliere dati accurati sulla salute delle foreste, facilitando interventi tempestivi ed efficaci. Il monitoraggio costante delle condizioni forestali aiuta a prevenire incendi, malattie e altre minacce che potrebbero compromettere la stabilità degli ecosistemi forestali.
Infine, coinvolgere attivamente le comunità locali nella gestione delle foreste è cruciale. L’adozione di pratiche sostenibili deve essere incorporata nella vita quotidiana delle persone, garantendo la loro partecipazione attiva e il rispetto delle risorse naturali. Educare e sensibilizzare sulle questioni legate alla gestione forestale sostenibile contribuisce a creare una connessione più profonda tra le persone e l’ambiente, favorendo un impegno duraturo nella conservazione delle foreste.
3) Una possibile risposta alla crisi climatica e ai suoi effetti sulle foreste è la così detta “migrazione assistita”. Che cosa si intende?
La “migrazione assistita” è un concetto che si riferisce a un approccio innovativo finalizzato a gestire gli impatti della crisi climatica sulle foreste e sulla biodiversità. Questa strategia prevede il trasferimento “assistito” di specie vegetali e anche animali da aree a rischio a zone più adatte al loro sviluppo e alla loro sopravvivenza, considerando le nuove condizioni climatiche.
Questo processo può coinvolgere piante, alberi, e specie animali che, a causa dei cambiamenti climatici, potrebbero trovarsi in ambienti sempre meno adatti alle loro esigenze biologiche. La migrazione assistita è progettata per anticipare e mitigare gli impatti negativi, consentendo alle specie di adattarsi alle nuove condizioni climatiche, spostandole in luoghi dove possono prosperare.
L’approccio richiede un’analisi dettagliata delle condizioni climatiche attuali e future, nonché delle caratteristiche ecologiche delle specie coinvolte. Gli scienziati e i conservazionisti lavorano insieme per identificare le aree geografiche più adatte e sicure per la migrazione assistita, tenendo conto di fattori come la temperatura, la disponibilità d’acqua e altri elementi ambientali.
Va sottolineato che la migrazione assistita è una strategia controversa e dibattuta. Alcuni sostengono che può essere una soluzione pratica per preservare la biodiversità in un contesto di rapido cambiamento climatico, consentendo alle specie di seguire gli habitat adatti. Tuttavia, ci sono preoccupazioni etiche e ambientali, inclusi il rischio di introduzione di specie invasive nelle nuove aree e la potenziale interruzione degli equilibri ecologici locali.
In ogni caso, la migrazione assistita richiede una pianificazione attenta, monitoraggio costante e considerazioni etiche approfondite. È importante bilanciare la necessità di preservare la biodiversità con la responsabilità di evitare impatti negativi su ecosistemi già esistenti. Questo approccio rappresenta un tentativo di adattamento attivo alle sfide poste dalla crisi climatica, cercando di proteggere e preservare la diversità biologica in un mondo in rapida trasformazione.
4) Pensando alla Toscana, le foreste del Casentino sono un patrimonio boschivo di rilievo ed un bene collettivo con un forte valore anche simbolico. Quali sono le caratteristiche di questa foresta e perché è così importante?
Le foreste del Casentino sono un patrimonio boschivo di notevole rilievo caratterizzato da diverse specificità che ne fanno un bene collettivo di grande valore, anche a livello simbolico. La loro importanza risiede in diversi fattori che vanno oltre la mera estensione del territorio boschivo.
Innanzitutto, le foreste casentinesi sono rinomate per la loro biodiversità. La presenza di una vasta gamma di specie vegetali e animali contribuisce alla ricchezza ecologica dell’area. Questa biodiversità non solo favorisce l’equilibrio degli ecosistemi, ma rappresenta anche una risorsa preziosa per la ricerca scientifica e la conservazione della diversità biologica.
Peraltro, le foreste svolgono un ruolo chiave nel mantenimento degli equilibri idrogeologici della regione contribuendo alla regolazione del flusso idrico, prevenendo fenomeni come l’erosione del suolo e le frane. Questo impatto positivo sulla gestione idrogeologica è cruciale per la sostenibilità delle risorse idriche e per la protezione delle comunità circostanti.
Dal punto di vista simbolico, le foreste del Casentino rappresentano una connessione profonda tra la storia, la cultura e la comunità locale. La gestione tradizionale del territorio, le pratiche di utilizzo sostenibile delle risorse forestali e la preservazione di antichi sentieri e insediamenti contribuiscono a mantenere viva la memoria collettiva della regione.
Tutta l’area è anche un serbatoio di carbonio significativo. La sua capacità di assorbire e immagazzinare carbonio aiuta a mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici, svolgendo un ruolo fondamentale nella lotta contro l’aumento delle emissioni di gas serra. Per tutti questi motivi, la conservazione delle aree forestate è fondamentale per garantire il benessere dell’ecosistema e il suo impatto positivo su scala locale e globale.
5) Ognuno di noi, oltre ad essere un fruitore del patrimonio verde cittadino ed anche extraurbano, cosa può fare per proteggerlo e potenziarlo?
La partecipazione individuale alla protezione e al potenziamento del patrimonio verde cittadino ed extraurbano è fondamentale per promuovere la sostenibilità ambientale. Gli individui possono adottare una serie di comportamenti e pratiche mirate a preservare e arricchire gli spazi verdi circostanti.
Innanzitutto, l’educazione e la sensibilizzazione sono fondamentali. Informarsi sulla biodiversità locale, sugli ecosistemi circostanti e sui benefici degli spazi verdi contribuisce a sviluppare una consapevolezza critica. Questa consapevolezza può poi tradursi in azioni concrete volte a ridurre l’impatto ambientale e a sostenere la salute degli ecosistemi.
La partecipazione attiva alla gestione degli spazi verdi è cruciale. Coinvolgersi in attività di volontariato ambientale, partecipare a giornate di pulizia e manutenzione, o sostenere progetti locali di riforestazione sono modi concreti per contribuire al benessere del patrimonio verde. La collaborazione con organizzazioni ambientali e istituzioni locali può amplificare l’impatto di tali iniziative.
Promuovere pratiche sostenibili a livello personale è altrettanto importante. Ridurre il consumo di risorse, riciclare correttamente e adottare uno stile di vita più ecocompatibile sono comportamenti che impattano positivamente sull’ambiente.
L’educazione continua su tematiche ambientali è fondamentale per mantenere un impegno costante nella tutela del patrimonio verde. Partecipare a seminari, conferenze o corsi che approfondiscono le questioni ambientali consente di acquisire conoscenze più approfondite e di comprendere meglio l’importanza dei processi ecologici.
Infine, esercitare un ruolo attivo nella sensibilizzazione e coinvolgere la propria comunità è cruciale. Condividere informazioni sui social media, partecipare a discussioni locali sulla sostenibilità e incoraggiare gli altri a seguire comportamenti “eco-friendly” amplifica l’impatto positivo delle azioni individuali.
Quindi, ciascun individuo può giocare un ruolo significativo nella protezione e nell’arricchimento del patrimonio verde cittadino ed extraurbano attraverso l’educazione, la partecipazione attiva, la promozione di pratiche sostenibili e la sensibilizzazione della comunità. L’approccio collettivo è essenziale per garantire la conservazione di questi preziosi spazi verdi per le generazioni future.
6) I Comuni di Firenze e Prato hanno alcuni progetti, supportati dall’Università di Firenze, per la realizzazione di un ecosistema boschivo cittadino. A che punto sono questi due progetti urbani?
Questi progetti coinvolgono la pianificazione attenta degli spazi verdi, la scelta delle specie, e sforzi per coinvolgere la comunità locale nella gestione e nella conservazione di questi ecosistemi.
La collaborazione tra istituzioni accademiche, come l’Università di Firenze, e le autorità locali può fornire una base scientifica solida per la progettazione e l’implementazione di tali iniziative.
I progetti stanno andando avanti e alcuni risultati tangibili come nuovi impianti di alberi in zone strategiche e, soprattutto, nelle isole di calore urbano delle città, sono già visibili. Ovviamente si tratta di progetti ampi la cui realizzazione richiederà alcuni anni, ma direi che la strada intrapresa è quella giusta.
(intervista a cura di Arpa Toscana)