E’ disponibile on-line il rapporto riassuntivo dell’attività di controllo svolta da Arpa Toscana nel 2017 sugli impianti di depurazione >2.000 AE (abitanti equivalenti). Sono state effettuate oltre 500 ispezioni, controllando 171 depuratori su un totale di 194 censiti in tutta la regione (88%).
L’impegno dell’Agenzia è stato orientato verso gli impianti che nel corso del tempo avevano evidenziato maggiori criticità e, comunque, che trattano la maggior quantità di acque reflue: nel 2017 sono stati controllati tutti i 27 depuratori che hanno una potenzialità >50.000 AE ed il 96% di quelli (51) compresi tra 10.000 e 50.000 AE, che rappresentano, complessivamente, più del 93% del carico di acque reflue depurate in Toscana.
Nel corso di tali controlli sono emerse un numero significativo di violazioni accertate da ARPAT, di natura più o meno grave (sanzioni amministrative o notizie di reato penale). Quasi 1 ispezione su 5 ha fatto emergere una violazione e, in generale, risulta una netta prevalenza (91,6%) di violazioni minori (sanzioni amministrative).
Queste violazioni hanno riguardato quasi il 30% degli impianti controllati, con maggiore incidenza in quelli presenti in provincia di Prato (86%) e di Lucca (78%), seguiti da Pistoia (53%) e Grosseto (42%).
Tutti i 9 depuratori più grandi (potenzialità >100.000 AE) sono stati oggetto, nel 2017, di almeno 1 violazione, così come la maggior parte (61%) di quelli compresi tra 50.000 e 100.000 AE.
I motivi di queste violazioni sono nella maggior parte (quasi il 54%) riferibili a superamenti dei limiti di legge per le diverse sostanze ricercate e degli 8 casi di violazione segnalate all’Autorità Giudiziaria, 3 derivano dal superamento di limiti allo scarico di sostanze pericolose.
I composti dell’azoto (ammoniacale, nitrico e nitroso) e la presenza di Escherichia coli sono i parametri più frequentemente superati. Per E. coli, però, è opportuno segnalare che il limite per questo parametro non è sempre previsto dalle autorizzazioni e che una parte significativa delle violazioni rilevate agli impianti delle province di Grosseto, Livorno e Lucca sono state determinate da questo parametro, in virtù del fatto che i reflui scaricati confluiscono in zone adibite alla balneazione.
Andando ad analizzare la distribuzione delle violazioni per singolo gestore, le situazioni più critiche sono quelle di GAIA, con la metà degli impianti controllati che ha avuto almeno 1 violazione, di Publiacqua (38%), Acquedotto del Fiora (28%) e Acque (26%).
I gestori GAIA e Publiacqua sono stati frequentemente sanzionati (rispettivamente 6 e 9 volte) per avere effettuato lo scarico senza la prescritta autorizzazione, dato che la richiesta di rinnovo è stata presentata con ritardo. Da segnalare, inoltre, i casi di G.I.D.A. che ha visto sanzionati tutti i 5 depuratori gestiti (spesso per assenza di un registratore delle portate dello scarico) e di Cuoio Depur, il cui unico impianto è stato oggetto di 3 sanzioni amministrative e 2 notizie di reato (entrambe per aver trattato rifiuti liquidi non autorizzati).
Rispetto alla situazione delle autorizzazioni allo scarico in acque superficiali dei depuratori >2.000 AE, dalle informazioni in nostro possesso risulta che 86 impianti sui 194 censiti (44%) avevano un’autorizzazione già scaduta o che è scaduta nel corso del 2017 e che solo per 37 di questi si è provveduto al rilascio di un nuovo atto (comprendendo anche quelli emessi nei primi 9 mesi del 2018).
Vi sono attualmente 14 impianti con autorizzazione provvisoria in attesa del completamento degli interventi strutturali e/o dei procedimenti di verifica di assoggettabilità alla VIA preliminari al rinnovo ed in alcuni casi tali autorizzazioni sono state prorogate (anche più volte) consentendo alcune deroghe sui limiti allo scarico.
Per approfondimenti: leggi il rapporto dell’Agenzia Il controllo dei depuratori superiori a 2.000 abitanti equivalenti nel 2017
Rapporto depuratori Toscana 2017