Il mancato completamento del programma di controllo (sia nel numero totale degli impianti che nelle frequenze minime) è stata determinato sia dalla necessità di effettuare attività urgenti ed impreviste (emergenze ambientali, indagini delegate dalle Procure, ecc.), che dalla progressiva riduzione delle risorse di personale dell’Agenzia. Il dato è più evidente per le province di Pistoia e Siena, dove risultano controllati tra il 63 ed il 70% dei depuratori, seguite da Grosseto, Livorno e Lucca (tra 86 e 95%).
L’impegno dell’Agenzia è stato orientato verso gli impianti che nel corso del tempo avevano evidenziato maggiori criticità e, comunque, che trattano la maggior quantità di acque reflue.
Nel corso dei controlli sono emerse un numero significativo di violazioni accertate da ARPAT, di natura più o meno grave (sanzioni amministrative o notizie di reato penale).
Quasi 1 ispezione su 5 ha fatto emergere una violazione, in alcuni casi sono emerse più violazioni dalla stessa ispezione, in generale risulta una netta prevalenza di violazioni minori sanzionate amministrativamente (91,6%).
Degli 8 casi di violazione segnalate all’Autorità Giudiziaria (CNR) 3 derivano dal superamento di limiti allo scarico di sostanze pericolose. Queste violazioni hanno riguardato quasi il 30% degli impianti controllati, con maggiore incidenza in quelli presenti in provincia di Prato (86%) e di Lucca (78%), seguiti da Pistoia (53%) e Grosseto (42%).
Significativo il fatto che tutti i 9 depuratori più grandi (potenzialità >100.000 AE) sono stati oggetto, nel 2017, di almeno 1 violazione, così come la maggior parte (61%) di quelli compresi tra 50.000 e 100.000 AE.
- Arpa Toscana
- Anno di pubblicazione: 2018
- Periodicità: annuale
- Temi: Acqua, depuratori