Il filo verde del Giubileo sostenibile fa tappa in Toscana al Parco Mediceo di Pratolino

Nella cornice del Parco Mediceo di Pratolino, il 12 aprile, esperte/i laiche, laici e religiosi si sono confrontati nell’ambito dell’evento aperto a tutta la cittadinanza sul tema “Dialoghi sulla terra e sul creato. L’ecologia integrale ai tempi della crisi climatica”, organizzato da Arpat, Circoli Laudato Si’, Città metropolitana di Firenze, con la collaborazione del Conservatorio Luigi Cherubini.

Custodire con cura piazze, giardini, parchi e scuole è un atto necessario di responsabilità individuale e collettiva per garantire ai giovani un mondo in cui sia ancora possibile respirare aria pulita e apprendere in ambienti sani. I giardini e i parchi sono i polmoni della nostra vita urbana e rurale, costituiscono rifugi di biodiversità e di connessione con la natura, spazi di bellezza e di ristoro per l’anima, mentre le strade sono il tessuto connettivo delle nostre comunità, e sono anch’essi spazi di vita da preservare e da proteggere. E sulla stessa lunghezza d’onda si muove anche l’appello di Papa Francesco: “Curare e custodire l’ambiente dove viviamo è una responsabilità che ci accomuna tutti”.

Questo in estrema sintesi è stato il messaggio che è emerso dal confronto, tra Francesco Ferrini, Università di Firenze, e Costanza Pagliai, Madre generale della Congregazione Sorelle apostole della Consolata che sono stati protagonisti della prima tappa del percorso che si è snodato nel Parco Mediceo di Pratolino.

Il primo dialogo è stato anticipato dalla presentazione da parte di Pietro Rubellini, direttore generale di ARPAT, e Lorenzo Orioli, coordinatore toscano dei Circoli Laudato Si’.

“La tappa toscana del Giubileo sostenibile, – ha dichiarato Rubellini – intende mettere a confronto il mondo scientifico ed il mondo religioso, con l’obiettivo di riflettere insieme per individuare azioni operative, singole e collettive, rispetto all’obiettivo comune di proteggere e rigenerare la casa comune.”

Lorenzo Orioli ha richiamato il messaggio di Papa Francesco e il suo Magistero, oggetto delle riflessioni dei relatori invitati a questa giornata di primavera. Ringraziando ARPAT per essere stata all’origine di questa iniziativa, nuova per i Circoli Laudato Si’ ma anche per la stessa Pubblica Amministrazione.

Il titolo del primo dialogo “Custodire le piazze, i giardini e le scuole: curarsene con amore” ha fatto emergere molti punti in comune tra il prof. Francesco Ferrini e Suor Costanza Pagliai che hanno offerto temi di riflessione al pubblico presente.

Aver cura degli spazi che abitiamo significa custodire la vita stessa perché la “cura” ha un profondo legame con l’ambiente e ogni individuo, a prescindere dal luogo in cui nasce o vive, ha il diritto di godere di un ambiente sano, pulito e armonioso. “Non si tratta di un lusso o di un privilegio, ma di un diritto fondamentale, senza il quale la dignità e la qualità della vita sono compromesse”, sono state le parole di Ferrini in apertura del suo intervento. La tutela ambientale non può essere vista come un lusso da permettersi solo quando ci sono risorse disponibili, – ha proseguito Ferrini – ma come una priorità assoluta, una base imprescindibile per il progresso di ogni società equa e giusta. Curare le piazze, i parchi e i giardini, le strade e le scuole delle nostre città, e non solo, è un atto di amore e responsabilità perché le piazze costituiscono le moderne agorà greche, dove la comunità si incontra, dialoga e costruisce relazioni. Un luogo trascurato, sporco o abbandonato diventa simbolo di una comunità che ha smesso di prendersi cura di sé stessa. Custodire una piazza, con il suo verde, significa renderla viva, garantire che continui a essere un luogo di scambio e di crescita. Le scuole non sono da meno, sono i templi della conoscenza e della crescita umana, luoghi in cui si costruisce il futuro attraverso il sapere, il dialogo e l’incontro tra generazioni. Non sono semplici edifici, ma spazi vivi in cui si formano nuove menti e coscienze, si genera il pensiero critico, la creatività e il senso di responsabilità verso sé stessi e verso gli altri. Qui le nuove generazioni imparano a vivere con consapevolezza, a riconoscerne la complessità e a cercare, con intelligenza e passione, il proprio posto nel mondo. Educare, ha proseguito Ferrini, significa anche trasmettere il senso del bene comune, e questo passa attraverso l’esempio: un’aula curata, un cortile alberato, un giardino coltivato insieme, parlano ai giovani molto più di tante parole. Perché solo in un ambiente che nutre la mente e lo spirito può nascere una cultura della responsabilità e della bellezza, base di ogni società giusta e sostenibile.

L’intervento di Suor Costanza Pagliai si è incentrato sul tema della città come luogo di incontro e di scambio. Il benessere delle persone – ha affermato Suor Pagliai – è strettamente correlata al concetto di “cura” intesa come la “presa in carico della responsabilità da parte dei cittadini e delle amministrazioni pubbliche. Il termine “cura” è una delle parole più ricorrenti nell’intervento di Suor Costanza Pagliai, che ci invita a riflettere sulla nostra capacità di prenderci cura, di costruire relazioni, di preservare la natura perché noi viviamo nell’ambiente e ne facciamo parte, l’ambiente non è una mera cornice. Papa Francesco ribadisce spesso il concetto di ambiente come “bene comune”, l’ambiente è un dono gratuito che riceviamo e che dobbiamo preservare. La terra è essenzialmente un’eredità comune che tutti abbiamo il compito di tutelare. Infatti, il magistero di Papa Francesco invita a “custodire e curare l’ambiente dove viviamo, una responsabilità collettiva, che ci accomuna tutti”.

Guarda la galleria delle immagini dell’evento su flickr

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