Arpa Toscana ha pubblicato il Rapporto sui risultati del monitoraggio delle acque di fiumi, laghi e acque di transizione (corpi idrici superficiali), relativamente al triennio 2016-2018, effettuato in 273 punti di campionamento, con la relativa classificazione in termini di “stato ecologico” e “stato chimico”.
Complessivamente, il 40% dei corpi idrici superficiali raggiunge l’obiettivo di qualità ecologica buona/elevata; relativamente allo stato chimico il 63% dei corpi idrici fluviali è in stato buono.
La definizione dello Stato Ecologico, ai sensi del DM 260/10, deriva dalla combinazione di 5 indicatori, scegliendo il risultato peggiore tra quelli monitorati:
- macroinvertebrati,
- macrofite,
- diatomee bentoniche,
- LimEco livello di inquinamento da macrodescrittori (percentuale di ossigeno in saturazione, azoto ammoniacale, nitrico e fosforo totale),
- concentrazione di sostanze pericolose di cui alla tab 1B del D.Lgs 172/15, per cui sono previsti soltanto tre stati di qualità: elevato, buono e sufficiente.
Gli indicatori più sensibili per lo stato ecologico sembrano essere la comunità di macroinvertebrati e la presenza di alcune sostanze di tab. 1B del D.Lgs 172/15.
Lo stato Chimico deriva dall’analisi delle sostanze pericolose di cui alla tabella 1A del D.Lgs 172/15. Nel corso degli anni in ARPAT sono state messe a punto metodiche analitiche per ricercare la maggior parte dei parametri richiesti e rispondere alle esigenze analitiche sempre più impegnative, considerato che gli standard di qualità richiesti sono dell’ordine del microgrammo/kg e sue frazioni. Al fine di disporre di un numero più consistente di dati, statisticamente più significativo, lo stato chimico sulla matrice acqua è stato eseguito mediando le concentrazioni di ogni sostanza ricercata di tabella 1A, sul triennio 2016-2018.
Nello stato chimico le sostanze pericolose riscontrate più frequentemente superiori allo standard di qualità ambientale sono mercurio, nichel, PFOS.
Complessivamente i tratti a monte dei vari corsi d’acqua raggiungono lo stato buono, in alcuni casi anche stato ecologico elevato (sorgenti dell’Arno e 4 punti del bacino del Serchio); proseguendo verso valle la qualità, soprattutto ecologica, passa a sufficiente/scarsa.
Nei bacini meridionali quali Ombrone grossetano, Albegna, Arbia, la qualità chimica presenta minori criticità, mentre su molti corsi d’acqua risulta uno stato ecologico da sufficiente a scarso.
Relativamente ai bacini costieri, si evidenzia uno stato chimico non buono nel bacino del Cecina e uno stato ecologico buono sul Cornia. La porzione dei bacini interregionali ricadente in Toscana complessivamente presenta minori criticità, grazie anche al fatto che si considerano tratti a monte del Magra, Tevere, Fiora, oltre a una porzione limitata del Lamone Reno.
Nel rapporto sono poi contenuti approfondimenti relativi a vari aspetti specifici del monitoraggio, quali:
- La ricerca di sostanze pericolose sul biota, condotta in modo sperimentale per il secondo anno, conferma qualità non buona su tutti i punti campionati.
- La segnalazione di situazioni di forte alterazione dell’ambiente di pertinenza fluviale, anche a seguito di attività altamente invasive operate da parte di alcuni Consorzi di Bonifica, che, pur dettate dalle necessità di prevenzione del rischio idrogeologico, determinano un degrado ambientale che contribuisce al progressivo allontanamento dall’obiettivo previsto dalla Direttiva Europea 2000/60 EU di raggiungere lo stato ecologico buono su tutti i corpi idrici naturali entro il 2021 (o 2027, tenendo conto delle deroghe applicate nel vigente Piano di Gestione).
- L’appicazione dell’Indice qualità morfologica – IQM riporta risultati di qualità da sufficiente a pessima, indicativi di profonde alterazioni morfologiche e di habitat subite dai corsi d’acqua, che si riflettono negativamente sulla qualità ecologica degli stessi e allontana dall’obiettivo di qualità previsto dalle normative europee.
- Complessivamente la ricerca di residui di prodotti ad azione fitosanitaria è stata effettuata su 116 corpi idrici su un totale di 222 indagati nel triennio per lo stato ecologico e chimico; il 47% dei quali riporta concentrazioni medie di almeno un principio attivo superiore allo SQA, contro il 41% in cui sono presenti residui di fitofarmaci ma con concentrazione non superiore agli standard di qualità ambientale, ed un restante 12% non interessato da alcun principio attivo.
Nella seconda parte del rapporto sono riepilogate per ogni bacino e sottobacino idrico la classificazione con il dettaglio delle sostanze chimiche rilevate con valori sopra i limiti.
Per quanto riguarda laghi e invasi, il 28% è in stato buono/elevato, contro il 65% sufficiente.
Nelle acque di transizione la distribuzione percentuale della qualità ecologica riporta l’8% dei corpi idrici buoni, contro il 92% sufficiente. La criticità principale è imputabile alla qualità del sedimento. Per quanto concerne lo stato chimico, il 75% dei corpi idrici risulta buono, contro un 25% di non buono.