Quando siamo in spiaggia, facciamo particolare attenzione a questi due aspetti:
- la corretta gestione dei rifiuti
- il rispetto della natura.
Tra i maggiori problemi, che affliggono i nostri mari, c’è proprio l’abbandono dei rifiuti, come emerge anche dalla campagna BEach CLEAN 2020 di Legambiente che conferma che i rifiuti spiaggiati, in particolare quelli in materiale plastico, sono tra i più rinvenuti sui nostri litorali.
Dai dati contenuti nell’indagine ‘Beach litter’ di Legambiente è evidente come venga superato “il valore di riferimento stabilito a livello europeo per una spiaggia in buono stato ambientale, 20 rifiuti spiaggiati ogni 100 metri lineari di costa”.
Sulle 13 regioni monitorate da Legambiente, dall’Abruzzo alla Campania alla Sardegna, sono stati censiti 36.821 rifiuti in un’area totale di 176.100 metri quadrati.
Al primo posto della classifica dei rifiuti spiaggiati, ci sono gli oggetti e i frammenti di plastica o di polistirolo non identificabili che rappresentano il 29% dei rifiuti registrati; seguono i mozziconi di sigarette (8,7% dei rifiuti rinvenuti), seguiti da tappi e coperchi in plastica (8,3%), cotton fioc in plastica (5,4% dei rifiuti monitorati) e ancora, bottiglie e contenitori in plastica per bevande (4,3%), stoviglie usa e getta in plastica (bicchieri, cannucce, posate e piatti di plastica) con il 3,8%, reti o sacchi per mitili o ostriche (3,2%), materiale da costruzione (calcinacci, mattonelle, tubi di silicone, materiali isolanti) con il 2,5%, oggetti e frammenti in plastica espansa (non polistirolo) con il 2,3%.
Inoltre in più di 2 spiagge su 3, sempre secondo i dati di Legambiente, si trovano guanti usa e getta, mascherine e altri oggetti sanitari.
Tutto questo ci fa comprendere come sia importante che ciascuno di noi faccia la sua parte, sia riducendo che gestendo correttamente i propri rifiuti; al tempo stesso, le Amministrazioni pubbliche locali dovranno fornire, anche ai turisti, chiare informazioni sulle modalità di raccolta differenziata, anche avvalendosi di App specifiche, come ad esempio Junker, che fornisce indicazioni per la corretta gestione dei rifiuti, che possono essere trattati in modo diverso da Comune a Comune.
Il recente recepimento della Direttiva UE 2019/904, detta Sup (Single use plastic), approvata nel 2019, rappresenterà un ulteriore importante passo nella lotta alla plastica monouso, che è il tipo più comune di plastica, tanto che, solo nel 2019, la sua produzione ha superato i 130 milioni di tonnellate, come riportato dal report Plastic Waste Makers Index della Minderoo Foundation, moderna organizzazione australiana indipendente e filantropica.
Oltre a prevenire la produzione di rifiuti e gestire correttamente i rifiuti che produciamo, possiamo dare un ulteriore contributo, raccogliendo dati e informazioni sui quelli spiaggiati.
L’Agenzia Europea per l’ambiente (EEA), ad esempio, suggerisce alle comunità locali di registrarsi e svolgere un ruolo importante nell’arricchire i dati e le informazioni necessarie a supportare le azioni che i vari Stati, sia a livello centrale che decentrato, potranno mettere in campo per la prevenzione e la gestione dei rifiuti marini.
Grazie a Marine LitterWatch (MLW) e ad un’apposita App, cittadini e turisti potranno impegnarsi anche nelle attività di raccolta di informazioni e dati sul problema dei rifiuti spiaggiati e su altre questioni che affliggono l’ambiente. Farlo è semplice: tutti i rifiuti che si trovano sulla spiaggia, come ad esempio oggetti di plastica, mozziconi di sigarette, bottiglie, materiali di pesca, ecc., possono essere registrati sull’Applicazione. I dati raccolti saranno utilizzati per comprendere meglio il problema e contribuire a formulare una risposta politica, come richiesto nella direttiva europea sulla Marine Strategy. In questo modo, si potrà sviluppare anche una maggiore consapevolezza tra le persone, chiave per sostenere cambiamenti verso pratiche e comportamenti sostenibili.
Non meno importante della corretta gestione dei rifiuti è il rispetto della natura, in particolare la salvaguardia della biodiversità, che sta declinando a un livello senza precedenti, come ci dice lo stesso Ministero per la transizione ecologica (MiTE) nel suo 4° Rapporto sullo stato del capitale naturale in Italia.
Certo per ripristinare la biodiversità, saranno necessari grandi sforzi da parte delle istituzioni internazionali, comunitarie e nazionali, delle imprese e, come al solito, di ciascuno di noi, che può, e deve, fare la sua parte, partendo anhe da semplici gesti, come quelli richiamati nella nostra pillola:
- osservare, ammirare la fauna e la flora anziché depredare e depauperare
- non accendere falò, che possono rappresentare un rischio per le persone ma ache per l’ambiente
- rispettare le norme che regolano la convivenza sulla spiaggia e in mare, come le disposizioni che regolano le aree protette e quelle sulla navigazione.
Dopo le indicazioni per le vacanze sostenibili, con questa nuova pillola: “Stare in spiaggia in modo sostenibile” integriamo le Informazioni utili per la permanenza in spiaggia: chi fa cosa in Toscana e rilanciamo alcuni eco-suggerimenti già presenti in precedenti pillole, quali
- la guida sostenibile
- la spesa, la cucina e la merenda sostenibile ( sono tre pillole diverse)
- l’abbigliamento sostenibile
- le pulizie sostenibili e il risparmio idrico nelle abitazioni.
Buone vacanze!
14-spiaggia-pillola-sostenibilitaPer maggiori dettagli consulta la Pillola di sostenibilità di Arpat: stare in spiaggia
Le Pillole di sostenibilità di Arpa Toscana
Le pillole di sostenibilità sono eco-consigli da mettere in pratica per migliorare la salute dell’ambiente (e anche la nostra). Ogni 15 giorni, a partire dal fine novembre 2020, viene pubblicata una pillola in cui si suggeriscono comportamenti ecosostenibili semplici – mai più di sei – con cui possiamo fare la differenza.
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