Continuiamo a rivolgerci agli studenti e alle loro famiglie con un’altra pillola di sostenibilità; dopo aver fornito infatti qualche consiglio su come ridurre l’impronta ecologica del tragitto casa-scuola, vediamo adesso come continuare a rispettare l’ambiente con un’altra azione che i ragazzi fanno tutti i giorni a scuola: la merenda. Il consumo della merenda, infatti, parte dalle scelte fatte a casa, o al supermercato, e può avere impatti significativi sull’ambiente, è quindi un’ottima occasione sia per mettere in pratica le indicazioni per un’alimentazione sana ed equilibrata, che per adottare uno stile di vita sostenibile, a partire dalla riduzione dei rifiuti prodotti e della plastica monouso utilizzata ed anche dalla corretta raccolta differenziata. Il connubio “salute e ambiente” sono stati al centro anche della recente giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare, che si è tenuta il 5 febbraio 2021 con lo slogan “Stop food waste. One health, one planet”.
Un’occasione educativa
Con quest’anno scolastico si è riavviato l’insegnamento dell’educazione civica e con essa l’educazione alla sostenibilità, quale miglior modo allora di imparare se non facendo, a partire da questa abitudine quotidiana, consumata, oggi più che mai nel vero senso della parola, sui banchi di scuola?
La merenda, come abbiamo detto, riguarda anche il tema dell’educazione alimentare e investe quindi la promozione di un atteggiamento positivo nei confronti del cibo, la prevenzione sanitaria e l’acquisizione di abitudini alimentari salutari. In termini di didattica, quindi, lavorare su questo tema consente di perseguire importanti obiettivi come conoscere i principi fondamentali di una giusta alimentazione, la tipologia degli alimenti, il valore nutrizionale e la funzione della piramide alimentare, le caratteristiche dei prodotti, quindi ampliare la varietà dei cibi assunti, liberare i ragazzi dai messaggi ingannevoli e dai “falsi bisogni” proposti dalla pubblicità, avviare alla lettura dell’etichetta nutrizionale degli alimenti e delle bibite.
Su questa linea, negli anni sono stati avviati numerosi progetti sul territorio e nelle scuole, si ricorda qui, ad esempio, quelli ideati dalla Fondazione Barilla, come “Noi, il cibo, il nostro Pianeta“, che offre ai docenti strumenti di formazione online e materiali digitali da utilizzare in classe, per sensibilizzare sul legame tra scelte alimentari individuali e salute personale e del pianeta.
Il Progetto AlimentiAMO, promosso dall’associazione Piace Cibo Sano, si concentra proprio sulla merenda consumata a scuola, con l’obiettivo di adeguare l’offerta alimentare di questo pasto alle esigenze nutrizionali dei ragazzi, con un occhio agli aspetti di sostenibilità, sia delle caratteristiche intrinseche dell’alimento, che di quelle estrinseche.
merendaL’impronta ecologica della merenda
Al tema della sana alimentazione si aggiunge, come abbiamo voluto sottolineare nella nostra pillola, l’aspetto dell’impronta ecologica che lasciamo quando decidiamo di acquistare e consumare un prodotto piuttosto che un altro. Secondo il 6° Osservatorio nazionale sullo stile di vita sostenibile, il 21% degli italiani consuma alimenti bio e il 44% si dichiara disposto a spendere di più per acquistarli o mangiarli al ristorante; stesso discorso per frutta, verdura e altri cibi a km zero: il 29% degli italiani le mangia regolarmente mentre per il 36% è giusto che abbiano un costo maggiore rispetto a quelle industriali, o non biologiche. Siamo quindi sulla strada giusta ma tanto c’è ancora da fare se si pensa che secondo un‘indagine condotta da ISTAT il 25% dei bambini italiani tra i 3 e i 17 anni è in sovrappeso e una delle cause che facilita l’insorgenza di obesità è proprio l’eccedere di “cibo spazzatura” (snack confezionati in primis), ovvero quel cibo ultraprocessato poco nutriente e altamente calorico. Questo cibo ha un impatto notevole sull’ambiente, a partire dall’energia richiesta per la sua produzione, molto più elevata rispetto a quella richiesta dalla produzione meno elaborata di prodotti più salubri, per non dimenticare la produzione di rifiuti, a causa del packaging che questo tipo di cibo per lo più richiede.
Una dieta corretta è quindi lo strumento più efficace per proteggere oltre che la salute, anche l’ambiente; secondo il rapporto realizzato dall’istituto di ricerca britannico Chatham House negli ultimi decenni il nostro sistema alimentare globale è mutato seguendo la ricerca di un cibo sempre più a basso costo e per fare ciò è aumentato l’uso di pesticidi, fertilizzanti e il consumo di energia, suolo, acqua, che stanno provocando una perdita di biodiversità e un impatto crescente sul clima.
È evidente quindi come sia necessario valutare da dove viene il cibo, come è prodotto e come è confezionato, perché le nostre abitudini sono altrettanto importanti quanto i metodi di produzione.
Preparare in casa una merenda può essere un modo per offrire un’alternativa sana e sostenibile ai bambini; l’emergenza sanitaria in atto ha fatto scoprire, o riscoprire, a molti il piacere di cucinare e produrre da soli alimenti e pietanze; la rete in tal senso ci viene in soccorso suggerendo ricette per tutti i gusti, facili e divertenti da realizzare, magari tutti insieme in famiglia.
Testo di Maddalena Bavazzano