Marevivo Onlus ha festeggiato quest’anno il suo 37° anniversario ed è stata, senza dubbio, l’associazione più attiva nella promozione dei temi contenuti nella legge Salvamare, presentata nel 2018 dall’allora ministro dell’Ambiente Sergio Costa. In questi anni di attese e rinvii, Marevivo non si è mai arresa e nel 2021 ha chiamato a raccolta il mondo del mare che ha risposto chiedendo con forza al Parlamento l’immediata approvazione della Legge.
Alla Responsabile relazioni istituzionali di Marevivo Onlus, Raffaella Giugni, abbiamo rivolto alcune domande per capire nel dettaglio gli obiettivi della legge.
Come si è arrivati a questa legge e perché è considerata una “decisione storica”?
L’approvazione della Legge Salvamare per noi è un traguardo importantissimo, perché l’iter è stato lungo e tortuoso. Tutto ha avuto inizio nel 2018, quando l’allora Ministro dell’Ambiente Sergio Costa dopo mesi di lavoro con gli esperti e il suo legislativo, ha lanciato il disegno di legge proprio dalla sede galleggiante di Marevivo sul Tevere. Da allora, in questi quattro anni, si sono susseguiti ostacoli di ogni tipo: una pandemia, una guerra e una conseguente emergenza rifugiati, oltre a un cambio di governo, che hanno fatto sembrare il provvedimento legislativo meno urgente rispetto alle situazioni drammatiche che il Parlamento ha dovuto gestire.
Dopo una serie di rimpalli, esaminato prima alla Camera e poi in Senato, il disegno è tornato alla Camera e ancora al Senato, il suo iter estenuante ha visto la conclusione l’11 maggio scorso, giornata storica per il mare e per il futuro dell’uomo sul Pianeta, quando il Senato della Repubblica ha approvato, in via definitiva il Disegno di Legge “Disposizioni per il recupero dei rifiuti in mare e nelle acque interne e per la promozione dell’economia circolare (‘Legge Salvamare’)” che è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 10 giugno 2022.
Marevivo nel 2021, ha chiamato all’appello il mondo del mare, per chiedere al Parlamento l’approvazione della Legge. A questa azione corale si è affiancata l’eco della petizione lanciata, sempre da Marevivo, su Change.Org, che ha raggiunto quasi 100.000 cittadini.
Quali sono gli aspetti più significativi della Legge Salvamare, dal vostro punto di vista?
Con questa Legge il nostro Paese dispone finalmente di uno strumento efficace e concreto, richiesto anche dall’Unione europea, che consente ai pescatori di portare a terra la plastica recuperata con le reti invece di scaricarla in mare, azione che prima costituiva reato di trasporto illecito di rifiuti. Ma la Salvamare prevede anche l’installazione di sistemi di raccolta alla foce dei fiumi per intercettare la plastica prima che arrivi in mare e si occupa di dissalatori, sottoponendo la loro realizzazione alla preventiva valutazione di impatto ambientale, e ancora di educazione, campagne di pulizia, Posidonia oceanica e tanto altro.
Tutte le tematiche sono di grande importanza, ma forse quella che ci sta più a cuore, vivendo ogni giorno la vita del fiume da vicino sulla nostra sede galleggiante, è la raccolta di rifiuti galleggianti nei fiumi, prima che arrivino in mare. Infatti, l’80% della plastica che inquina le nostre acque arriva dall’entroterra, trasportata dai fiumi. Una volta in mare, il suo processo di deterioramento la trasforma in milioni di invisibili microplastiche che vengono confuse per cibo dagli animali marini, con conseguenze spesso fatali. Una volta ingerite da loro entrano, quindi, a far parte della catena alimentare. Questo dovrebbe farci riflettere: è in gioco la salute del Pianeta e soprattutto la nostra.
Quali risultati si potranno ottenere con questa legge? E di cosa ci sarà bisogno, oltre ai decreti attuativi previsti dalla legge Salvamare?
Questa legge potenzialmente ha ricadute importanti a sostegno della vita marina. Considerando che il Mar Mediterraneo è tra le aree con la più alta concentrazione di microplastiche al mondo, si tratta di un importantissimo passo avanti nella lotta all’inquinamento da rifiuti e, in particolare, da plastica.
Adesso si attende che la legge diventi concreta e operativa a tutti gli effetti con l’approvazione dei decreti attuativi.
La legge riconosce l’importanza delle campagne di sensibilizzazione e dell’educazione ambientale a favore di cittadini/e e studenti. Nella nostra cultura “usa e getta” su quali temi è necessario investire e con quali modalità?
Siamo felici che il tema della sensibilizzazione e dell’educazione ambientale sia parte della legge Salvamare. Infatti, è proprio nelle aule che nascono le prime competenze per conoscere e fronteggiare le sfide che ci aspettano nel futuro prossimo. La legge Salvamare intende promuovere il ruolo dell’istituzione scolastica nella tutela dell’ambiente, soprattutto del mare e delle acque interne, e nel corretto riciclo dei rifiuti ed è la stessa cosa che Marevivo fa dall’inizio della sua attività, con bambini e ragazzi nelle scuole e negli istituti scolastici, ma anche con gli adulti, grazie ad attività di pulizia delle spiagge, installazione di pannelli informativo divulgativi e di isole ecologiche, campagne nazionali e internazionali, attività di team building in collaborazione con partner esterni e molto altro ancora.
Ormai è tardi, non c’è più tempo: bisogna prevenire il problema dell’inquinamento da plastica, riducendo o meglio ancora eliminando del tutto la plastica usa e getta, rivedere alcune delle nostre abitudini quotidiane e cercare di fare un passaggio verso la transizione ecologica, che comprenda non solo una transizione energetica, ma anche l’attuazione di una vera e propria economia circolare e di una transizione alimentare.
Alcuni degli emendamenti presentati da Marevivo non sono stati inseriti nell’articolato normativo, ma sono particolarmente importanti per la tutela del mare. Può illustrarli sinteticamente?
Pur rappresentando, senza alcun dubbio, una svolta nella salvaguardia dell’ambiente e nella promozione dell’economia circolare, alla Legge Salvamare mancano temi importanti, su cui Marevivo si è battuta, e per cui ha proposto degli emendamenti che purtroppo non sono stati accettati, come quello per il corretto smaltimento e riciclo delle retine dei mitilicoltori – la cui dispersione in mare arriva raggiunge il peso di circa 150 tonnellate ogni anno – oppure riguardo un’etichettatura più dettagliata dei capi di abbigliamento, per sensibilizzare al corretto lavaggio affinché si riduca la dispersione di microfibre nell’ambiente e nel mare e infine quello che dovrebbe vietare il volo dei palloncini che finiscono nell’ambiente e nel mare e sono al terzo posto tra i rifiuti più pericolosi per foche, tartarughe e uccelli marini, disperdendosi nell’ambiente e trasformandosi in una minaccia letale per questi animali, che finiscono intrappolati nei fili o ingeriscono pezzi di palloncini scambiandoli per cibo.
Quali sono i prossimi impegni e le prossime campagne dell’associazione Marevivo?
Oltre a continuare la nostra battaglia per l’attuazione urgente dei decreti attuativi della Legge Salvamare, stiamo portando avanti campagne nazionali che ci vedono impegnati su diversi fronti. Da Adotta una spiaggia che vuole promuovere attività di pulizia, osservazione e valorizzazione di decine di spiagge in tutta Italia, a Replant un progetto di divulgazione scientifica e sensibilizzazione che vuole aumentare la consapevolezza dei cittadini riguardo il ruolo vitale delle foreste marine, che sono molto meno conosciute di quelle terrestri, mettendo in pratica attività sperimentali di piantumazione, con l’obiettivo di poter un giorno riforestare il mare così come si fa sulla terra. Inoltre, stiamo portando avanti il progetto PFU Zero che prevede il recupero di pneumatici fuori uso a mare e a terra e il loro corretto smaltimento e riutilizzo, nel rispetto dei principi dell’economia circolare.