Il 16 luglio scorso a Firenze è entrato in esercizio il prolungamento della linea 1, denominata “Leonardo” che, proseguendo il suo percorso, dalla stazione di Santa Maria Novella ora raggiunge il Polo Universitario ospedaliero di Careggi, per un percorso complessivo di 11,5 km. A fine anno sarà completata la linea 2, sempre dalla stazione all’Areoporto “Amerigo Vespucci”.
Sulle pagine di Arpatnews nel tempo più volte si è parlato della realizzazione delle reti tranviarie come una delle principali linee di intervento per affrontare in modo sostenibile i problemi della mobilità nelle nostre città, anche sull’esempio di ciò che è già avvenuto in molte città europee. In qualche modo un ritorno al passato, quando – prima degli smantellamenti avvenuti negli anni ’50 – erano presenti un po’ ovunque estese reti tranviarie.
Il successo di questo mezzo di locomozione è legato alla buona accessibilità, all’elevato comfort e frequenza, ai bassi livelli di rumore e alle zero emissioni locali. Il suo sviluppo – soprattutto laddove strettamente connesso con logiche di riorganizzazione urbana – ha in genere permesso di riqualificare aree urbane degradate, ridurre il traffico stradale e aumentare lo spazio fruibile da pedoni e ciclisti. Certo, nel breve periodo, i cittadini devvono scontare gli inevitabili disagi dei cantieri, ma nel medio-lungo periodo potranno usufruire di vantaggi in termini di vivibilità, che altrimenti non sarebbero conseguibili.
Legambiente, con il suo consueto rapporto Pendolaria, fornisce periodicamente un quadro aggiornato della situazione, mettendo in risalto il ritardo del nostro Paese.
Una città che ha decisamente scelto questa strada è Firenze, che nel febbraio del 2010 inaugurò la sua prima linea tranviaria (Scandicci-Stazione per 7,5 km). Una scelta che nel tempo ha dimostrato essere di successo, basti pensare che a fine 2017 la linea T1 ha raggiunto i 14 milioni di passeggeri annui (circa il doppio rispetto ai 7 milioni di passeggeri stimati come obiettivo al momento dell’affidamento del servizio), su un percorso che, prima dell’arrivo della tranvia, era servito con linee di autobus che trasportavano circa 1 milione di persone l’anno. In quetso modo si sono indotte, con tutta evidenza, scelte modali nuove da parte dei cittadini per i propri spostamenti, con una riduzione dei veicoli in circolazione e quindi delle emissioni inquinanti.
Fra l’altro, da circa un anno, è entrato in funzione (in corrispondenza del capolinea di Scandicci) il parcheggio multimodale di Villa Costanza, la prima struttura in Italia che permette la sosta direttamente senza uscire dall’autostrada per utilizzare la tramvia e raggiungere il centro di Firenze in meno di mezz’ora.
Il parcheggio (per 505 auto e 25 pullman) è suddiviso in due aree: una riservata agli automobilisti che arrivano direttamente dall’autostrada e l’altra destinata alla viabilità comunale di Scandicci. Entrambe consentono l’accesso pedonale alla tranvia per il centro di Firenze. Il parcheggio è utilizzato anche dalla nota compagnia di trasporto su gomma low cost Flixibus, riducendo quindi il numero di accessi dei propri mezzi al centro cittadino.
GEST, un’azienda del gruppo francese RATP (Régie autonome des transports parisiens) si occupa della costruzione e della gestione delle linee della tranvia di Firenze, con una concessione trentennale, e proprio con il suo amministratore delegato, Jean-Luc Laugaa, tempo addietro Arpatnews ha approfondito l’esperienza del tram a Firenze e le sue prospettive.
Il 16 luglio scorso è entrato in esercizio il prolungamento della linea 1, denominata “Leonardo” che, proseguendo il suo percorso, dalla Stazione di Santa Maria Novella ora raggiunge il Polo Universitario Ospedaliero di Careggi, per un percorso di ulteriori 4 km.Il tempo di percorrenza da capolinea a capolinea è di circa 40 minuti (circa 20 min da Villa Costanza a Santa Maria Novella e circa 20 min da Santa Maria Novella a Careggi), con una frequenza nei giorni feriali di 4′ 20″ dalle 7:00 alle 20:00.
Il prossimo appuntamento per la rete tranviaria fiorentina sarà quello della linea 2, che dovrebbe entrare in esercizio fra la fine del 2018 e l’inizio del 2019, che collegherà l’Areoporto “Vespucci” con la Stazione di Santa Maria Novella, attraversando il popoloso quartiere di Novoli, dove si trovano il Palazzo di Giustizia, il Polo Universitario sociale e la sede della Regione Toscana. Ma già sono allo studio suoi prolungamenti:
- per raggiungere piazza San Marco passando per la Fortezza da Basso e Piazza Libertà;
- per raggiungere, dall’aereoporto, il Polo Universitario e della ricerca scientifica nel comune di Sesto Fiorentino.
Ma la rete tranviaria fiorentina non si fermerà qui.
E’ in fase di progettazione il suo prolungamento, come linea 3.2, da Piazza Libertà verso la zona est della città, fino al comune di Bagno a Ripoli, con diramazione a Viale Mazzini, Campo Marte, Rovezzano.
La linea 4, invece, prevede interventi di recupero dei binari ferroviari esistenti fra la Stazione “Leopolda”, il quartiere fiorentino de “Le Piagge” e San Donnino per raggiungere, poi, il comune di Campi Bisenzio.