I corpi idrici localizzati in acque di transizione sono dodici, di cui undici in monitoraggio operativo e uno in monitoraggio di sorveglianza.
La caratteristica intrinseca delle acque di transizione fà sì che esse abbiano caratteristiche in parte simili alle acque superficiali interne e in parte alle acque marine. I dodici punti di monitoraggio che costituiscono al rete delle cosiddette TW, sono rappresentate da foci fluviali, lagune e zone umide costiere.
Le zone di foce sono ambiente in cui è spesso difficoltoso campionare, in modo particolare gli indici biologici che necessitano di un mezzo nautico e di appropriate condizioni per operare in sicurezza.
Negli habitat lagunali i campionamenti sia chimici che biologici sono spesso difficili o possono essere non significativi, in presenza di considizoni climatiche per cui i corpi idrici si trovano in secca per lunghi periodi e, di conseguenza non ci sono i tempi necessari per campionare una corretta comunità biotica sia animale che vegetale , così come richiesto dal DM 260/10.
Considerate le difficiltà su esposte spesso i punti di monitoraggio di acque di transizione non hanno un profilo completo di indici e gli stati ecologico e chimico sono determinati con un numero inferiore di indici.
- Arpa Toscana
- Anno di pubblicazione: 2018
- Periodicità: annuale
- Temi: Acqua