Nella Relazione annuale sullo stato della qualità dell’aria nella regione Toscana anno 2017 anche il confronto con i limiti dell’OMS e i trend degli ultimi anni. Dai dati della Rete regionale permangono alcune criticità per tre inquinanti: PM10, ossidi di azoto e ozono.
Nella Relazione annuale sullo stato della qualità dell’aria nella regione Toscana anno 2017 vengono presi in considerazione tutti i parametri monitorati dalla Rete regionale, per i quali si riporta sia il confronto con i valori limite definiti dalla normativa vigente (D.lgs.155/2010) che con quelli suggeriti dall’OMS (Organizzazione Mondiale per la Sanità) che ha individuato i valori guida di concentrazione per i principali inquinanti atmosferici, da rispettare per salvaguardare la salute della popolazione mondiale.
La relazione presenta inoltre gli andamenti di ciascun inquinante negli ultimi anni.
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Lo stato della qualità dell’aria ambiente in Toscana, sulla base dei dati forniti dalla Rete regionale di monitoraggio di qualità dell’aria, dalle stazioni locali, dalle campagne indicative effettuate sul territorio regionale e dall’analisi delle serie storiche, si presenta complessivamente positivo. Dai dati della Rete regionale permangono alcune criticità per tre inquinanti: PM10, ossidi di azoto e ozono.
Per quanto riguarda il PM10 il limite massimo di 35 giorni di superamento del valore medio giornaliero di 50 μg/m3 non è stato rispettato in 2 stazioni di fondo (LU-Capannori nella “ Zona Valdarno pisano e Piana lucchese” e PT-Montale nella “Zona Prato Pistoia”), il limite di 40 μg/m3 come media annuale è invece stato rispettato in tutte le stazioni della rete regionale da vari anni. La media del PM10 nella rete regionale complessiva è di 24 μg/m3 e nelle sole stazioni di fondo urbano e suburbano è di 21 μg/m3.
Se però si confrontano i valori medi annuali di concentrazione con il valore guida per il PM10 individuato dall’OMS (20 μg/m3) si nota che la situazione della qualità dell’aria in Toscana non rispetta le suddette indicazioni in 9 stazioni di traffico su 10 e in 12 stazioni di fondo su 23.
Il trend degli ultimi 10 anni risulta positivo per la nostra regione, con il numero di stazioni che non hanno rispettato il valore limite di 35 superamenti che è progressivamente diminuito.
Relativamente al PM2,5 il limite normativo di 25 μg/m3 come media annuale non è stato superato in nessuna della stazioni della Rete regionale. I valori più alti sono stati registrati presso le due stazioni di fondo nella “ Zona Valdarno pisano e Piana lucchese” e “Zona Prato Pistoia” che hanno registrato anche i valori più elevati di PM10 di tutta la regione.
La maggior parte dei valori medi di PM2,5 registrati nel 2017 sono però superiori al valore guida dell’OMS, ben più restrittivo rispetto al valore indicato dal D.lgs.155/2010, e cioè una media annua di concentrazione pari a 10 μg/m3; solo due stazioni di fondo (GR-UrSS e LI-Cappiello) nella Zona costiera risultano inferiori.
Gli andamenti delle medie annuali di PM2,5 nell’ultimo decennio mostrano un trend altalenante intorno a valori medi abbondantemente inferiori al limite normativo per quasi tutte le stazioni di tipo traffico e fondo. L’unico sito presso il quale per un anno è avvenuto il raggiungimento (senza superamento) del valore limite è LU-Capannori (nel 2015 media annuale pari a 25 μg/m3).
Per il biossido di azoto il valore limite di 40 μg/m3 come media annuale non è stato rispettato presso tre stazioni di traffico (FI-Mosse, FI-Gramsci e SIBracci) mentre il limite massimo di 18 superamenti della media oraria di 200 μg/m3 è stato rispettato in tutte le stazioni della Rete, come avviene già da diversi anni.
La concentrazione media regionale nel 2017 è stata di 24 μg/m3, il valore medio annuale registrato presso le stazioni di traffico è stato di 38 μg/m3 e per quelle di fondo di 18 μg/m3.
Il valore guida definito dall’OMS per la media annuale è equivalente a quello della normativa nazionale, mentre per il valore orario il valore guida è 200 μg/m3 per il quale non sono ammessi superamenti nell’arco dell’anno. Quindi le valutazioni sui valori degli indicatori del biossido di azoto del 2017 nelle stazioni della rete regionale sono analoghe, con l’eccezione della stazione di FI-Gramsci in cui si è verificato un evento orario di superamento del limite di 200 μg/m3.
Il trend delle medie annuali degli ultimi anni tende alla diminuzione e il numero di stazioni che supera il valore limite per la media annuale è diminuito nel corso degli anni; rimane soltanto la criticità di alcune stazioni di traffico urbano.
L’ozono conferma la sua criticità per entrambi i valori obiettivo previsti dalla normativa – per la protezione della popolazione e della vegetazione – che sono stati superati nell’80% delle stazioni. Si sono altresì verificati sporadici superamenti della soglia di informazione, per un numero complessivo di 9 ore annuali.
L’OMS indica per questo inquinante una massima media mobile giornaliera sulle 8 ore pari a 100 μg/m3, per la quale non sono ammessi superamenti nell’arco dell’anno: il 100% delle stazioni della nostra regione non rispetta tale valore guida.
I valori di concentrazione di ozono in Toscana si sono mantenuti elevati e critici per tutto l’ultimo decennio.
I valori di monossido di carbonio registrati da tutte le stazioni di rete regionale sono ampiamente sotto il limite normativo (media massima su 8 ore inferiore a 10 mg/m3) che equivale anche al valore indicato dall’OMS per questo inquinante.
Nessuna criticità nemmeno per il biossido di zolfo i cui valori registrati durante il 2017 sono stati nettamente inferiori ai parametri di normativa, non registrando alcun superamento né della soglia prevista per la media giornaliera né della soglia prevista per la media oraria.
Il valore guida indicato dall’OMS per il biossido di zolfo è una media giornaliera di 20 μg/m3 da non superare più di tre volte nell’anno civile ed è stato rispettato presso tutte e tre le stazioni di rete regionale.
Il monitoraggio ha confermato l’assenza di criticità alcuna ed il pieno rispetto dei valori limite anche per il benzene; presso il sito di monitoraggio di tipo traffico la media annuale è pari al 50 % del limite, mentre i valori di fondo urbano sono nettamente minori.
Il valore di riferimento stimato (non valore guida) dall’OMS per il benzene è pari ad una media annuale di 1.7 μg/m3. Questo valore è stato rispettato in modo costante da quando è iniziato il monitoraggio in tutte le stazioni di fondo urbano della regione. Presso la stazione di traffico, invece, le medie annuali si mantengono superiori a tale valore.
Relativamente all’acido solfidrico i valori registrati presso le stazioni della rete regionale sono ampiamente inferiori al riferimento dell’OMS, per entrambi i siti di monitoraggio. Per quanto riguarda il disagio olfattivo, invece, presso la stazione PI-Montecerboli i valori sono stati superiori alla soglia di disagio per circa un quarto del tempo di monitoraggio.
Guardando agli ultimi 10 anni, la zona rappresentata dalla stazione di PI-Santa Croce è caratterizzata da valori di concentrazioni tali da non provocare un effettivo disagio alla popolazione locale, infatti il periodo di tempo in cui in la popolazione ha mediamente percepito un disagio olfattivo è sempre stato inferiore al 2,5%. La popolazione della zona rappresentata dalla stazione di PI-Montecerboli negli ultimi anni è stata sottoposta a disagi di tipo olfattivo maggiori, in quanto la percentuale di tempo in cui si è verificato un disagio olfattivo è stata nell’intorno o superiore al 25% (eccetto il 2016).
Per quanto riguarda il benzo(a)pirene: il valore obiettivo di 1,0 ng/m3 come media annuale è stato rispettato in tutte le stazioni di Rete regionale. I risultati del rilevamento mostrano una situazione eterogenea per quanto riguarda le concentrazioni di fondo che nella zona costiera sono molto basse mentre nelle zone interne sono leggermente più elevate.
Confrontando i valori medi ottenuti in Toscana con il valore di riferimento stimato (non valore guida) dall’OMS (media annuale di 0.12 ng/m3), si nota che per tutte le zone dove è stato attivato il monitoraggio essi sono risultati superiori a questo valore di riferimento, eccetto che per la zona costiera dove presso 2 stazioni su 3 la media annuale è inferiore al valore di riferimento dell’OMS.
Circa i metalli pesanti il monitoraggio relativo al 2017 ha confermato l’assenza di criticità alcuna ed il pieno rispetto dei valori limite per il piombo e dei valori obiettivo per arsenico, nichel e cadmio nei siti oggetto di monitoraggio.
L’OMS ha indicato come valore guida per il piombo una media annuale di 500 ng/m3, pari al limite del D.Lgs. 155/2010, pertanto la situazione delle nostra regione rispetta per il Piombo il valore per la protezione della salute umana dettato dall’organizzazione mondiale della sanità.
Testo a cura di Maddalena Bavazzano con la collaborazione di Bianca Patrizia Andreini