Si è svolto a Modena lo scorso 3 dicembre un incontro formativo sulla sorveglianza radiometrica sui rottami metallici e sui rifiuti, organizzato da Arpae Emilia-Romagna con il coinvolgimento di personale esperto di Arpa Lombardia e Arpa Toscana.
La sorveglianza radiometrica sui rottami metallici e sui rifiuti, che consiste nella ricerca di eventuali sorgenti radioattive o materiali radiocontaminati impropriamente presenti tra i materiali trattati dalle aziende, è un obbligo previsto da varie normative, di radioprotezione, come il DLgs 230/95 e smi, ma non solo.
A tale attività sono tenute aziende di diverse tipologie quali:
– trattamento RAEE (rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche)
– raccolta e cernita di rottami
– importatori di semilavorati metallici
– produttori di materiali metallici “end of waste”
– fonderie, acciaierie
– inceneritori di rifiuti
Ma anche aziende non così chiaramente appartenenti a queste categorie.
La situazione è complessa, la normativa non esaustiva e la sua interpretazione non sempre è univoca; per ridurre queste criticità nel 2014 è stata pubblicata una Linea guida redatta da un gruppo di lavoro Arpa/Appa-Ispra, permangono tuttavia dubbi e difficoltà nella sua applicazione, soprattutto per il personale delle Agenzie che non ha specifiche competenze in materia di radioprotezione.
Utile a tal fine, il corso dedicato all’argomento organizzato da Arpae Emilia-Romagna, al quale ha partecipato fra gli altri anche Arpa Lombardia, che negli ultimi anni ha approfondito la tematica e intrapreso diverse iniziative finalizzate alla formazione del proprio personale e all’informazione delle aziende del settore e dei loro consulenti.
Arpa Lombardia, così come Arpa Toscana, è stata invitata dagli organizzatori a condividere con i colleghi dell’Emilia-Romagna le proprie esperienze in materia di vigilanza sulla corretta applicazione degli obblighi imposti dalla normativa.
Va ricordato che la Lombardia è la regione che in Italia ha dovuto affrontare più frequentemente il problema della fusione di materiale radioattivo sfuggito alla sorveglianza sui materiali in ingresso ad aziende del settore metallurgico (12 episodi dal 1990 a oggi, alcuni dei quali con gravissime conseguenze economiche) ed è quindi particolarmente coinvolta in questa problematica.
La partecipazione a questo corso è stata costruttiva per tutti i partecipanti: per i discenti, molto attenti e interessati; e per i relatori, che hanno potuto confrontare le proprie esperienze e le proprie posizioni su alcuni punti critici dell’applicazione della normativa; l’auspicio è che tali punti possano essere chiariti entro breve con il recepimento della direttiva europea 59/2013 in materia di radioprotezione.