Accade frequentemente che qualcuno (amministratori, imprese, associazioni, comitati, ecc.), di volta in volta disconosca il ruolo di qualche soggetto istituzionale e invochi un soggetto terzo (non meglio identificato) che dia garanzie di autonomia e indipendenza.
Questo accade anche nel lavoro quotidiano dei vari enti che compongono il Snpa, ogni volta che prendono posizione o presentano informazioni/dati non condivisi da qualcuno.
E’ il caso recentemente accaduto in Toscana, con l’intervento di una consigliera comunale, riportate sulla stampa locale di Pistoia, che ha messo in discussione l’attendibilità dei dati forniti da Arpat invocando l’intervento di un qualche soggetto terzo. L’Agenzia ha reputato indispensabile fornire delle puntuali precisazioni, che ci sembra utile riproporre qui, visto l’interesse generale del tema, per mostrare come occorra replicare in modo deciso a questi atteggiamenti:
- respingiamo fermamente le insinuazioni della consigliera comunale, rivendicando con forza il nostro ruolo di ente tecnico-scientifico terzo. Tale ruolo ci è assegnato dalla legge 132/2016 che ha istituito il Sistema nazionale a rete per la protezione dell’ambiente (Snpa), composto da Ispra e dalle agenzie regionali e delle province autonome, approvata all’unanimità dal Parlamento. Il legislatore ha voluto, appunto, incardinare in un ente tecnico-scientifico il ruolo di garanzia e indipendenza necessario in campo ambientale, rafforzato dal riconoscimento che i dati ambientali del Snpa sono quelli “ufficiali”, che la Pubblica amministrazione deve utilizzare.
Questo fondamento giuridico essenziale si sostanzia poi in realtà che vogliamo sottolineare:
- Arpat garantisce l’affidabilità dei dati che fornisce, attraverso l’accreditamento UNI EN 17025 dei propri laboratori, che seguono procedure e modalità di funzionamento e analisi assai impegnative, sottoposte alla verifica di Enti certificatori esterni che ne garantiscono la qualità;
- Arpat garantisce la trasparenza piena dei propri dati, mettendoli a disposizione di tutti (enti, imprese, associazioni, media, cittadini, ecc.), attraverso la loro pubblicazione;
- Arpat opera attraverso tecnici qualificati (chimici, biologi, fisici, ingegneri, geologi, ecc.) che rispondono anche ai propri codici deontologici professionali;
- Arpat si è dotata di una aggiornato regolamento per l’accesso ai dati che ha reso rigorosa ed efficace l’applicazione delle diverse norme sull’accesso che, a vario titolo, sono volte a garatire la trasparenza della pubblica amministrazione e la disponibilità dei dati ambientali.
Siamo convinti che sia ben difficile trovare altri soggetti che possono attestare la loro “terzietà” rispondendo a tutti questi requisiti.
Nello specifico delle vicende di cui tratta la consigliera comunale, facciamo altresì presente:
- i dati delle acque sotterranee e superficiali rilevati attraverso i propri monitoraggi da Arpat sono disponibili on line, e riguardano tutti i punti di monitoraggio con una serie storica che comprende dati dall’inizio degli anni duemila:
- Arpat ha informato le amministrazioni ed il pubblico delle criticità presenti nelle acque del pistoiese, sia per quanto riguarda la presenza di fitofarmaci, che per le situazioni di inquinamento derivante da altre sostanze pericolose (cloruro di vinile)
- Arpat non si è mai pronunciata escludendo che l’origine dell’inquinamento da cloruro di vinile in alcuni pozzi del comune di Serravalle pistoiese potesse essere la discarica del Cassero, ma ha fornito dati oggettivi, secondo i quali, a seguito dell’incendio della discarica, la stessa Agenzia ha verificato due volte a distanza di mesi tutti i piezometri di guardia che circondano la discarica e l’acqua di sottotelo (l’intercapedine drenante tra il primo telo e lo strato impermeabile sottostante) cercando tra l’altro anche il cloruro di vinile, che è risultato sempre non quantificabile. Inoltre vi sono diversi pozzi tra la discarica e la zona contaminata che risultano con valori bassi di cloruro di vinile o con assenza dello stesso
- per quanto riguarda poi le acque potabili, queste non rientrano nella competenza dell’Agenzia, come stabilito dalle norme in vigore, in proposito vedi “Chi fa cosa in Toscana: acque potabili“