I prossimi dieci anni saranno cruciali per la implementazione della rivoluzione verde e della transizione ecologica e le Agenzie di protezione ambientale saranno chiamate a svolgere un supporto tecnico decisivo e attento affinché le ingenti risorse destinate finalizzino realmente gli obiettivi posti.
In questo contesto, Arpa Umbria e Arpa Marche hanno stretto oggi un accordo quadro su collaborazione scientifica, sussidiarietà reciproca, formazione congiunta. L’accordo di oggi rappresenta un ulteriore passo per rafforzare la già consolidata collaborazione pluriennale fra le due Agenzie e per cercare di rispondere in maniera più efficace alle esigenze e aspettative delle parti interessate.
La consolidata collaborazione pluriennale fra le due Agenzie si arricchisce con l’adesione di ARPA Marche al progetto della Scuola di Alta Formazione Ambientale (SAFA), il contenitore culturale recentemente nato in seno all’organizzazione dell’Agenzia umbra e all’avanguardia in Italia per la vocazione sinergica che ne ha ispirato la realizzazione.
“I prossimi dieci anni – ha spiegato Proietti – saranno cruciali per l’implementazione della rivoluzione verde e la transizione ecologica e le agenzie saranno chiamate a svolgere un supporto tecnico decisivo e attento affinché le ingenti risorse destinate finalizzino realmente gli obiettivi posti”.
La Scuola, che ospita e propone, oltre a quelle di formazione vera e propria, iniziative di informazione e comunicazione ambientale ed esperienze di alternanza scuola lavoro, intende sviluppare tra funzionari pubblici, privati, professionisti, imprese, laureati e laureandi, una “rete” di condivisione di esigenze tradotte in attività formative, una competenza vera attenta alle aspettative e ai bisogni rilevati, per la diffusione omogena della cultura ambientale tra tutti i diversi attori coinvolti.
Il Direttore dell’ARPAM Giancarlo Marchetti ha sottolineato che “l’accordo tra le due Agenzie rappresenta una grande opportunità per mettere a fattor comune indirizzi e strategie territoriali oltre i confini regionali, realizzando una sinergia certamente positiva tra due realtà confinanti che tanto possono operare, dalla semplificazione delle procedure nelle zone terremotate ai controlli sui grandi impianti, per accrescere la propria capacità di incidere positivamente sulle questioni al centro dell’agenda ambientale”.