Abbiamo posto alcune domande a Giovanni Agnesod, direttore generale di Arpa Valle D’Aosta, in merito all’Accordo quadro – recentemente firmato – fra l’Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione (ISIN), le Agenzie ambientali e l’ISPRA, che ha come obiettivo l’esercizio più efficace dei compiti e delle funzioni istituzionali di prevenzione, controllo e monitoraggio in materia di radioprotezione, monitoraggio e sorveglianza della radioattività ambientale e preparazione e risposta alle emergenze nucleari e radiologiche.
Cosa rappresenta questo importante accordo per le Agenzie ambientali, che, tra i compiti istituzionali assegnati dalla normativa, hanno anche il monitoraggio e controllo nell’ambito della radioattività ambientale?
L’accordo quadro di collaborazione dà continuità al coordinamento delle attività di radioprotezione nell’ambito della rete RESORAD in precedenza esercitate da ISPRA, attribuite nel 2014 ad ISIN, a cui sono stati trasferiti nel 2018 il personale e i servizi in ISPRA operativi.
Le Agenzie fin dalla loro istituzione hanno avuto tra i loro compiti operativi il monitoraggio e i controlli radiometrici ambientali, prendendo in consegna competenze e professionalità dei Centri di Riferimento regionali per il controllo della radioattività ambientale, istituiti inizialmente nell’ambito del Servizio sanitario nazionale presso i Presidi multizonali di prevenzione, nei mesi successivi all’incidente di Chernobyl.
Tra le prestazioni del Catalogo dei Servizi del SNPA rientrano il Monitoraggio della radioattività ambientale (A.1.4.1), le Misurazioni e valutazioni Radon (B.4.2.3), le Attività analitiche su alimenti, acque potabili e altre matrici su richiesta delle strutture sanitarie (F.11.2.2). Queste attività sono inoltre comprese, pur con diverse modalità di esplicitazione, nelle varie leggi regionali disciplinanti le attività delle Agenzie.
Si tratta quindi di attività di Sistema poiché riguardano gli Enti di esso facenti parte, anche se il coordinamento non fa più capo ad ISPRA ma ad ISIN, con le modalità di collaborazione stabilite appunto dall’Accordo quadro, a necessaria integrazione e rafforzamento di quanto già positivamente in corso.
Quali sono stati i passaggi cruciali che hanno portato alla firma di questo Accordo?
Nella definizione del testo dell’accordo, avvenuta in dialogo con ISIN, si è avuto cura di coniugare i compiti indicati dalla normativa con il quadro operativo in atto, con attenta considerazione di osservazioni che varie Agenzie hanno fatto pervenire, da coinvolgimento diretto dei tecnici esperti.
Nel testo finale sottoscritto, alcuni punti sono particolarmente significativi dalla prospettiva delle Agenzie, nel loro ruolo istituzionale e nella connessa realtà operativa:
- la necessità di sinergia – armonizzazione, compatibilità – tra le attività che le Agenzie svolgono con il coordinamento di ISIN nel quadro della Rete nazionale di sorveglianza della radioattività ambientale, nonché quelle da svolgere a diretto supporto di ISIN per le attività istruttorie, di controllo e ispettive di competenza ISIN, e le attività delle Agenzie medesime in campo radiometrico sul proprio territorio, sulla base dei programmi operativi connessi ai compiti assegnati dalle leggi istitutive.
- l’esplicito riferimento alla Rete tematica di esperti del SNPA, da istituire nell’Area tecnica permanente nel nuovo quadro della governance di Sistema recentemente approvato, in raccordo con il Comitato di gestione, organo deliberante sugli indirizzi per le attività oggetto dell’Accordo quadro.
- la reciprocità nello scambio di informazioni tra ISIN e Agenzie.
- modalità di acquisizione, elaborazione e trasmissione dati armonizzate con le richieste provenienti da altri Enti istituzionalmente competenti, in particolare, in campo sanitario, per quanto riguarda radon e analisi su acque destinate al consumo umano.
L’Accordo quadro è stato sottoscritto dai Legali rappresentanti di ISIN e di ISPRA e di tutte le Agenzie, essendo questa la modalità attualmente possibile di coinvolgimento diretto dell’intero Sistema nella collaborazione operativa.
E’ da sottolineare che è esplicitamente prevista la verifica ed eventuale revisione dell’accordo all’entrata in vigore del Decreto attuativo della Direttiva 2013/59 Euratom, di cui si attende prossima emanazione, che costituirà il nuovo riferimento legislativo per la protezione contro i pericoli derivanti dall’esposizione alle radiazioni ionizzanti, comprensivo del controllo sulla radioattività ambientale.
A quali cambiamenti fondamentali ha assistito nell’occuparsi di radioprotezione e monitoraggio della radioattività ambientale nel corso della sua lunga carriera, e qual è il ruolo che devono giocare le Agenzie affinché si rafforzi il contributo che le stesse possono dare?
L’attenzione è andata sempre più rivolgendosi verso la presenza di radionuclidi in basse concentrazioni, con bassi livelli di esposizione correlati, ma potenzialmente prolungati nel tempo. In questa prospettiva, ambiti di azione in continuo sviluppo sono le misure di radon, in aria e – di grande attualità – nelle acque destinate al consumo umano con indicazioni procedimentali e requisiti operativi indicati da direttive specifiche, nonchè la presenza di radioattività naturale in materiali da costruzione (NORM) correlati alle strutture di vita quotidiana.
Un’evoluzione importante è in corso nell’utilizzo di strumenti modellistici. Essi giocano oggi un ruolo fondamentale a vari livelli oggetto di sviluppo e approfondimento: il perseguimento di maggiore sensibilità nei procedimenti analitici; le valutazioni dosimetriche connesse a lunghe esposizioni in contesti con basse concentrazioni di radionuclidi; lo studio dei cicli ambientali di trasferimento/trasporto di radionuclidi e delle connesse dinamiche di accumulo, necessario per una visione complessiva, a medio e lungo termine, degli impatti di eventi comportanti rilascio di radionuclidi in ambiente.
Un altro tema di attualità oggetto di attenzione è la progressiva diffusione di sensori e strumenti di misura collegati in rete, di cui vanno valutate le modalità di utilizzo.
Sottolineo un aspetto che ha caratterizzato fin dall’inizio le attività radiometriche ambientali, e che considero molto qualificante: l’integrazione operativa laboratorio/territorio, l’interconnessione tra le procedure di campionamento, le analisi radiometriche e l’interpretazione dei dati rilevati in rapporto a condizioni complessive del sistema ambiente, per la costruzione di informazione. Nell’evoluzione operativa in corso sopra richiamata, è importante mantenere questa integrazione di prospettive, nella competenza degli operatori specificamente addetti alle tematiche radiometriche, e con il coinvolgimento di competenze non direttamente radioprotezionistiche (penso per esempio alla geologia per le tematiche radon…).
Si parla di Agenzie ambientali che lavorano in Rete, all’interno di un Sistema: quanto è importante questo aspetto nella crescita delle Agenzie stesse?
Lavorare in rete è fondamentale, realizza una connessione operativa necessaria per una presenza efficace – forte, autorevole, credibile, per citare il Programma triennale delle attività del SNPA – su temi, dinamiche e problemi – l’Ambiente – essenzialmente connotati dal connettere.
A questo proposito voglio sottolineare che le attività radiometriche ambientali hanno costituito una vera e propria anticipazione di quanto si è poi andato affermando in tutti i campi di attività delle Agenzie, portando all’espressione nella L.132 di Sistema nazionale a rete per la protezione dell’ambiente.
Fin dalla prima costituzione dei laboratori radiometrici regionali di riferimento, al centro dell’operatività vi è stato confronto e collaborazione tra gli operatori di tutte le regioni e province autonome per l’armonizzazione di procedure di campionamento, metodi analitici, elaborazione dei dati e costruzione di informazione, anche attraverso incontri e workshop sul territorio. Con l’espansione delle attività e lo sviluppo di competenze su metodologie di indagine sempre più accurate si sono andati sviluppando centri di riferimento con particolari competenze su procedure e temi specifici, e questo costituisce un ulteriore rafforzamento della rete, in una prospettiva di sistema con dinamiche interne di dialogo, confronto e razionalità operativa.
Questo Accordo dimostra quanto sia importante estendere la rete e la collaborazione anche al di fuori del Sistema. Su questo fronte, dalla costituzione del SNPA, quanto siete impegnati come Direttori generali?
Vi è pieno consenso sulla necessità di instaurare rapporti di collaborazione con Enti e organismi esterni al Sistema, oltrechè di partecipazione ai tavoli nazionali e internazionali, tecnici e istituzionali. Naturalmente, come nel caso dell’accordo con ISIN, vanno esplicitati e definiti finalità, ruoli, compiti e risultati da ottenere.
Va sottolineata la necessità che, all’interno del Sistema, questi rapporti di collaborazione vengano sempre proposti e discussi prima della formalizzazione dell’accordo, per un adeguato coinvolgimento di tutti i soggetti interessati, con raccolta di osservazioni e proposte, finalizzata ad una piena condivisione dei contenuti.