strumentazione posizionata sul rock glacier del sito di monitoraggio di Cime Bianche in Valle d'aosta

Come sta il permafrost nell’area alpina?

Nel 2023, le temperature del permafrost nelle Alpi europee hanno raggiunto livelli record, in particolare nei siti rocciosi: ciò è dovuto in gran parte a due estati consecutive particolarmente calde nel 2022 e 2023.

La maggior parte dei siti monitorati nelle Alpi europee, infatti, ha mostrato nel 2023 spessori dello strato attivo, cioè la profondità raggiunta dal fronte di scongelamento stagionale, pari o vicini ai valori massimi registrati, con alcune località che hanno stabilito nuovi record.


Il permafrost è quella particolare condizione termica del sottosuolo molto diffusa nei climi freddi che attualmente interessa circa il 25% della superficie terrestre. Per definizione, il permafrost include qualsiasi substrato – terreno, detrito, roccia – che rimane congelato per almeno 2 anni consecutivi.

La maggior parte del permafrost è localizzato nelle regioni Artiche ed Antartiche, ma è presente anche nelle regioni montuose più elevate delle medie latitudini come le Alpi.

L’organizzazione meteorologica mondiale (World Meteorological Organization – WMO) ha inserito la temperatura del permafrost e lo spessore dello strato attivo tra le Essential Climate Variables (ECV), ovvero le variabili essenziali per valutare gli impatti dei cambiamenti climatici a livello globale.

Nel 2023, le temperature del permafrost nelle Alpi europee hanno raggiunto livelli record, in particolare nei siti rocciosi: ciò è dovuto in gran parte a due estati consecutive particolarmente calde nel 2022 e 2023.

La maggior parte dei siti monitorati nelle Alpi europee, infatti, ha mostrato nel 2023 spessori dello strato attivo, cioè la profondità raggiunta dal fronte di scongelamento stagionale, pari o vicini ai valori massimi registrati, con alcune località che hanno stabilito nuovi record.

Questi messaggi evidenziano i cambiamenti significativi che si stanno verificando nel permafrost alpino e che potrebbero avere crescenti implicazioni per gli ecosistemi montani e la stabilità delle infrastrutture in alta quota.

Lo studio pubblicato su “State of the climate in 2023”

Questo è quanto emerge dal report “State of the Climate in 2023”, una pubblicazione internazionale peer-reviewed, che è il riassunto annuale più autorevole sul clima globale, pubblicato come supplemento al Bulletin of the American Meteorological Society (BAMS).

Il report è realizzato dai National Centers for Environmental Information della National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA), con contributi di scienziati da tutto il mondo e fornisce un aggiornamento dettagliato sugli

  • indicatori climatici globali,
  • eventi meteorologici importanti
  • altri dati raccolti da stazioni di monitoraggio ambientale e strumenti posizionati su terra, acqua, ghiaccio e anche nello spazio.

In particolare, lo studio include anche i dati provenienti dal sito di monitoraggio del Colle Superiore di Cime Bianche, nel comprensorio di Cervinia in Valle d’Aosta, nel quale Arpa Valle d’Aosta studia gli impatti del cambiamento climatico sul permafrost alpino dal 2008, con il supporto logistico della società Cervino s.p.a.

Il sito è diventato nel tempo un vero e proprio laboratorio a cielo aperto dove Arpa collabora con numerose università nazionali ed internazionali alla comprensione di questi fenomeni ed all’applicazione di nuove tecnologie di indagine e monitoraggio.

Per consultare lo stato di salute degli altri indicatori e per approfondire la tematica -> State of the Climate in 2023

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.