“Paesaggio: parte di territorio che si abbraccia con lo sguardo da un punto determinato. Il termine è usato in particolare con riferimento a panorami caratteristici per le loro bellezze naturali, o a località di interesse storico e artistico, ma anche, più in generale, a tutto il complesso dei beni naturali che sono parte fondamentale dell’ambiente ecologico da difendere e conservare.” Questa è la descrizione generale riportata dall’Enciclopedia Treccani on line alla voce “paesaggio”.
Nell’accezione comune, quindi, il paesaggio è associato allo sguardo, percepito con la vista: ma gli altri sensi? Se la connessione con il tatto è meno immediata, perchè l’estensione spaziale complica o limita fortemente la possibilità di “toccare” un paesaggio, olfatto e udito sono coinvolti, eccome, nella definizione di un paesaggio.
L’odore del mare, il profumo del bosco, gli odori della città, contribuiscono a dare un carattere specifico a questi ambienti. E, che dire dei suoni? Il sibilare del vento, lo stormire della tempesta, lo sciabordio delle onde del mare, lo scrosciare di una cascata, il frusciare delle foglie, e poi il bramire del cervo, bubolare del gufo, barrire dell’elefante, garrire della rondine e così via con i nomi inusuali dei versi degli animali meno comuni…
La lingua italiana ha sviluppato un gran numero di parole per definire i suoni naturali e le ha anche adattate ai rumori artificiali: il rombo del traffico, il fischio del treno, lo stridore delle catene. Ma a tutto questo impegno linguistico, corrisponde un altrettanto articolata sensibilità verso i suoni che percepiamo intorno a noi e che contribuiscono a descrivere il paesaggio? Siamo attenti a tutelare il panorama nelle aree naturali, a rispettare la tradizione urbanistica negli edifici dei centri storici, ma ci preoccupiamo dei rumori che introduciamo o che rimuoviamo con interventi artificiali?
Il concetto di Paesaggio sonoro, Soundscape, fu introdotto tra gli anni 60 e 70 del ‘900 da R. Murray Schafer della Simon Fraser University (Canada). Da allora lentamente, ma con continuità, è proseguito l’approfondimento e lo sforzo di descrivere in modo qualitativo e, possibilmente, caratterizzare anche in modo quantitativo il paesaggio sonoro, che è un costrutto della percezione umana, a partire dai suoni, che sono fenomeni fisici misurabili con strumenti. Dal 2014 l’ISO (International Standardization Organization) ha pubblicato la serie di norme ISO12913 con l’obiettivo di fissare degli elementi comuni per lo studio del Soundscape.
L’Unione Europea nella Direttiva END ha recepito il concetto di Soundscape, e la sua tutela, con l’introduzione delle “quiet areas”: aree rurali o urbane in cui tutelare il paesaggio sonoro al fine di creare spazi di recupero psicofisico. Quindi, non aree necessariamente silenziose ma in cui il paesaggio sonoro sia gradevole: non conta solo il livello acustico in decibel ma la sua percezione.
Fin dalla sua istituzione, l’ARPA della Valle d’Aosta conduce studi finalizzati alla conoscenza del clima acustico di aree naturali e di località turistiche della propria Regione attraverso il riconoscimento delle sorgenti che lo caratterizzano nelle differenti stagioni dell’anno.
Qualche anno fa, in collaborazione con il Politecnico di Torino, uno studio sul rumore condotto nelle diverse stagioni in aree alpine utilizzate per la pratica dello sci ha portato allo sviluppo di una tesi di laurea e alla pubblicazione di un articolo su Environments, rivista soggetta a peer review del gruppo MDPI.
A seguito di questi lavori, il tecnico dell’Area operativa Rumore ambientale di ARPA Valle d’Aosta Christian Tibone è stato invitato a tenere un intervento dal titolo “Raccolta dati e analisi acustiche del paesaggio sonoro in aree alpine” nell’ambito della conferenza “Il paesaggio sonoro nella progettazione della città e degli edifici” organizzato dall’Università di Trento – Dipartimento di Ingegneria Civile Ambientale e Meccanica nella mattinata di venerdì 17 settembre.
Il convegno nasce per promuovere una sensibilizzazione nei confronti dell’importanza del suono nell’ambiente costruito e nell’integrazione delle attività antropiche con il paesaggio naturale, in particolare con quello alpino. L’obiettivo è quello di porre l’attenzione su come le autorità governative, i pianificatori e i progettisti possono operare al fine di ridurre gli impatti negativi e favorire gli impatti positivi che il suono può offrire per la salute e il benessere degli abitanti.
Il convegno è gratuito, ma la registrazione è obbligatoria (termine ultimo per iscriversi: ore 12:00 del 14 settembre p.v.) al seguente link “Registrazione on-line”. L’evento si rivolge ai cittadini, alla comunità universitaria e scientifica, agli amministratori, ai progettisti e pianificatori.
La giornata è inclusa tra gli eventi dell’International Year of Sound – IYS promosso dalla Commissione Internazionale di Acustica (ICA).