Il 15 ottobre scorso, ARPA Valle d’Aosta ha organizzato la conferenza internazionale “Legna e pellets: alla sfida della sostenibilità ambientale”. Tema centrale del seminario, che ha visto la partecipazione di numerosi tecnici ambientali e esperti internazionali è stato quello dell’impiego della biomassa (legna e suoi derivati) per il riscaldamento domestico.
Si tratta di una fonte di energia rinnovabile, un prodotto locale ed economico, che non altera il clima perché la CO2 emessa deriva dal ciclo fotosintetico recente, e non è di origine fossile. Nonostante tali vantaggi, la sua combustione comporta aspetti critici legati alle emissioni di particolato atmosferico (PM), idrocarburi policiclici aromatici (IPA) e composti organici volatili (VOC). Questo aspetto risulta ancora spesso sconosciuto ai più e proprio per tale ragione, a partire dal 2018, il progetto BB-Clean, cofinanziato dall’Interreg Alpine Space Programme 2014-2020, si è concentrato sulla realizzazione di un’importante opera di comunicazione rivolta alla sensibilizzazione dei cittadini, degli amministratori locali e dei professionisti impiantisti sulle problematiche connesse al tema della biomassa.
Nel corso del seminario, la discussione si è svolta nell’ambito di tre focus principali:
- L’impatto della combustione della legna sulla qualità dell’aria
- Il quadro delle conoscenze sull’argomento
- Le soluzioni innovative attuabili
Diversi esperti si sono alternati sul palco, sia in presenza sia da remoto, esponendo i risultati del loro lavoro nell’ambito del progetto. Sono tre i tecnici di ARPA che hanno partecipato al workshop offrendo, con i loro interventi, argomenti e prospettive interessanti di confronto sui temi principali.
Il primo Focus “L’impatto della combustione della legna sulla qualità dell’aria” è iniziato con Giordano Pession di ARPA VdA, che ha illustrato quanto e come sia diffuso nelle diverse regioni alpine l’utilizzo della biomassa per il riscaldamento domestico e quale sia il suo contributo, a livello di emissione di inquinanti, sulla qualità dell’aria di queste zone. La legna e il pellet sono, infatti, largamente utilizzati nelle regioni alpine e le condizioni ambientali, l’orografia e il freddo intenso degli inverni, favoriscono il ristagno a fondo valle degli inquinanti emessi dalle caldaie e dalle stufe che li impiegano come combustibili. Ne consegue l’importanza di sviluppare un insieme di reti transnazionali volte all’individuazione di strategie comuni per minimizzare gli impatti ambientali e migliorare un uso consapevole di questa risorsa.
A seguire, Tiziana Magri di ARPA VdA ha presentato i risultati della campagna di monitoraggio realizzata nel comune di Saint Marcel, sito pilota del progetto. Gli inquinanti misurati, dal mese di ottobre 2018 a settembre 2019, sono stati gli ossidi di azoto e il particolato atmosferico PM10. Si è proceduto anche alla speciazione chimica del PM10 e allo studio del black carbon, composto estremamente dannoso per la salute umana e fortemente clima-alterante, con l’utilizzo di un etalometro. L’insieme dei dati ha permesso di effettuare valutazioni statistiche complesse che hanno portato a stimare il contributo di particolato prodotto dalla combustione della legna rispetto alla quantità totale. A seguire l’intervento di Tiziana Magri, Maria Chiesa, Julie Cozic e Christof Sumeaeder hanno presentato altre campagne di misura delle concentrazioni e deposizioni di polveri sottili realizzate in ambito alpino.
Nell’ambito del secondo focus, “Il quadro delle conoscenze sull’argomento”, dopo che sono state presentate da Christof Sumeareder e da J. Barthaler dell’Università di Graz (Austria) le soluzioni tecniche che è possibile utilizzare per minimizzare le emissioni delle stufe a legna casalinghe, la discussione si è concentrata sulle esperienze che sono state realizzate dai vari partners al fine di sensibilizzare i cittadini sulle tematiche del progetto. Roberta Ferrarese di ARPA VdA ha presentato le varie sperimentazioni svolte con i “microcapteurs”, dalla campagna di misura a Saint Marcel al Progetto Alternanza scuola-lavoro con gli studenti, fino all’iniziativa “Scopri che aria respiri!” con i volontari di alcune associazioni che si occupano di salute e ambiente. L’utilizzo dei microsensori, rende i cittadini “parte attiva” del monitoraggio della qualità dell’aria e permette loro di testare con mano in quali momenti della loro giornata la qualità dell’aria che respirano è poco salutare e quali abitudini quotidiane possono adottare al fine di migliorarla. Julie Cozic, Maria Chiesa e Jeannine Schieder hanno, a loro volta, illustrato le iniziative di sensibilizzazione dei cittadini sui rischi dovuti a una combustione non corretta della biomassa da loro realizzate, mostrando in quanti modi differenti si possa raggiungere l’opinione pubblica al fine di veicolare nozioni e concetti scientifici.
Il terzo focus, “Le soluzioni innovative attuabili”, ha portato la discussione sugli aspetti economici e di sostenibilità ambientale della biomassa legnosa. Da un lato, infatti, nell’intervento di Alessandro Millet dell’Agenzia delle Entrate di Aosta sono state illustrate le soluzioni finanziarie mirate alla promozione dell’acquisto di apparecchi per il riscaldamento domestico più performanti e meno inquinanti, dall’altro Marc Tobias, Ziva Vovk e Valerija Petrinec hanno sottolineato l’importanza fondamentale di bruciare legna e pellets di buona qualità per salvaguardare l’ambiente.
La discussione su alcuni punti centrali del progetto BB-CLEAN è proseguita in serata con la conferenza aperta al pubblico “Riscaldamento a legna tra cambiamenti climatici e qualità dell’aria: quanto ne sappiamo?”, moderata da Luca Mercalli, presidente della Società Meteorologica italiana, climatologo, divulgatore scientifico, noto al pubblico televisivo italiano per la partecipazione alla popolare trasmissione “Che tempo che fa”. Dopo una breve introduzione sulle generalità del progetto del Prof. Giacomo Gerosa dell’Università Cattolica Sacro Cuore (TR), Alberto Mancini di ARPA VdA ha spiegato al pubblico presente in sala come ottimizzare l’utilizzo delle stufe a legna o a pellet al fine di migliorarne la resa energetica e, nel contempo, ridurre l’emissione di sostanze dannose legate al loro impiego ai fini del riscaldamento domestico.
Roberta Ferrarese di ARPA VdA ha poi introdotto le due più recenti esperienze di sensibilizzazione dei cittadini sulle tematiche della qualità dell’aria realizzate mediante l’impiego dei microsensori personali di polveri Airbeam 2. La prima che è stata presentata ha visto impegnati alcuni rappresentanti delle seguenti associazioni operanti in Valle d’Aosta: per Legambiente i sigg. Pietro Ruggeri e Denis Buttol, per Soroptimist la sig.ra Vanna Naretto e per Codacons il sig. Mario Macaluso che hanno aderito alla campagna “Scopri che aria respiri”.
I volontari hanno raccontato al pubblico la loro esperienza, sottolineando che l’utilizzo dei microcapteurs ha mostrato loro come molte abitudini e comportamenti quotidiani reputati fino a quel momento “poco inquinanti” in realtà non lo fossero affatto. Qualsiasi combustione, infatti, rilascia nell’aria polveri e altre sostanze pericolose: dal cucinare, al fumare, all’accendere un incenso profumato fino, ovviamente, ad utilizzare la stufa a legna di casa. E la cosa vale anche in ambiente esterno: i volontari hanno evidenziato come il microsensore di polveri, in determinate situazioni da loro sperimentate, abbia mostrato un repentino aumento delle concentrazioni di polveri sottili nelle vicinanze di un cantiere, in prossimità di strade trafficate o di un fuoco acceso per bruciare sterpaglie.
La seconda esperienza presentata nel corso della serata è stata il lavoro svolto dagli studenti Michel Ferrod, André Ramolivaz, Erik Sacchet, Fabio Scali e Federico Zappia del Lycée Technique Innocent Manzetti che hanno messo a punto un ingegnoso sistema low-cost per valutare le concentrazioni di polveri aerodisperse. Utilizzando la piattaforma Arduino, gli studenti hanno realizzato un sistema di misura che, montato un sensore su un drone pilotato da Stefano Drigo di ARPA, ha permesso la rilevazione di particolato lungo un percorso aereo sull’area verde Croux di Saint Christophe. I risultati ottenuti sono stati esposti al pubblico dagli studenti coinvolti nel progetto. L’esperienza dell’Alternanza scuola-lavoro ha lasciato soddisfatti sia gli studenti con i loro insegnanti, sia il personale tecnico di ARPA. L’esperienza pratica ha arricchito la formazione degli stagisti, consolidando le conoscenze acquisite a scuola e testando sul campo le loro attitudini. Dal canto suo, per Arpa, lavorare con i giovani ha rappresentato un’ottima occasione per far conoscere ciò di cui si occupa, e affrontare, secondo un approccio scientifico, temi in voga tra i ragazzi e, nel contempo, ricevere interessanti spunti da approfondire per riuscire a sensibilizzare maggiormente il mondo giovanile, e non solo, sulle tematiche ambientali.
Il progetto degli studenti è stato anche diffuso sui social media (fb, Instagram) nonché pubblicato sulla Gazzetta Matin del 19 ottobre scorso (foto articolo).