E’ stato pubblicato lo scorso 4 marzo, sulla rivista Alpine Botany (Springer), l’articolo “A common soil temperature threshold for the upper limit of alpine grasslands in European mountains” alla cui redazione ha partecipato anche la nostra Agenzia (U. Morra di Cella e M. Petey) mediante l’utilizzo dei dati connessi alla rete di monitoraggio GLORIA – Global Research Initiative in Alpine Environment.
Si tratta dello studio della grassline, la quota massima che, in analogia al più studiato limite superiore della vegetazione arborea (treeline), definisce la diffusione altitudinale delle praterie alpine proponendone una caratterizzazione climatica. L’analisi ha interessato 87 cime montuose di 10 differenti catene europee che coprono tre differenti biomi (boreale, temperato, mediterraneo) ed ha evidenziato come le praterie “chiuse”, con un grado di copertura vegetale > 40%, si sviluppino a quote dove la temperatura media della stagione di crescita (giorni con media giornaliera ≥ 1 ° C) è superiore ai 4,9° C o dove la durata minima di tale stagione è pari a 85 giorni.
La zona dei laghi nell’alto vallone di Champdepraz (Parco Naturale Mont Avic) con il Mont Glacier (3.185 m) sullo sfondo, a destra
A differenza degli alberi, la cui temperatura della chioma è accoppiata alla temperatura dell’aria, le piante alpine di piccola taglia beneficiano del terreno riscaldato dalla radiazione solare e di conseguenza possono crescere ad altitudini più elevate, ove un fattore limitante risulta essere la stabilità del substrato o gli altri fattori perturbanti tipici degli ambienti estremi.
Alte praterie alpine a monte degli alpeggi di Tellinod (Torgnon), con, sullo sfondo, il Cervino
Questo lavoro, che introduce un elemento nuovo – la grassline – nella caratterizzazione ecologica delle zone di montagna e sottolinea la fragilità di questi ambienti rispetto alle dinamiche di cambiamento climatico, è stato possibile grazie ai dati rilevati dai monitoraggi globali e di lungo periodo a cui anche ARPA Valle d’Aosta ha aderito, con lungimiranza, nel passato.
Praterie alpine che colonizzano i versanti detritici del vallone dell’Arpisson (Cogne), con il Pic Garin (3.461 m)
E’ disponibile la versione pdf dell’articolo in distribuzione libera all’indirizzo: https://link.springer.com/article/10.1007/s00035-021-00250-1
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