Sono disponibili i dati e le carte inerenti il monitoraggio delle acque sotterranee effettuato nel 2019 da parte di Arpa Valle d’Aosta. I dati evidenziano, in analogia con gli anni precedenti, uno stato ambientale “scarso” nella piana di Aosta – dovuto ad una contaminazione che si origina all’interno delle aree industriali CAS, e che non riguarda i pozzi potabili del comune di Aosta – e “buono” per i restanti corpi idrici sotterranei.
Vai alla sezione Monitoraggio – anno 2019
sintesi-monit2019Monitoraggio delle acque sotterranee – sintesi anno 2019
Il monitoraggio della falda interessa i seguenti settori del fondovalle principale valdostano:
1. piana di Aosta, monitorata dal 2003
2. piana di Pont St. Martin-Donnas, monitorata dal 2004
3. piana di Verrès-Issogne-Arnad, monitorata dal 2005
4. piana di Morgex, monitorata dal 2006
5. conca di Châtillon, monitorata dal 2015
6. conca di Courmayeur, monitorata dal 2015
Secondo la normativa di riferimento (D.lgs.30/09, che ha recepito le direttive europee 2000/60/CE e 2006/118/CE) i primi quattro acquiferi – sedi dei più importanti acquiferi regionali, sui quali è concentrata la quasi totalità dei pozzi esistenti – fanno tutti parte della tipologia “Alluvioni vallive” e, più in particolare, sono definiti come “Acquiferi liberi a flusso intergranulare significativo superficiale”, mentre le due “conche”, di importanza modesta dal punto di vista idrogeologico, rientrano nella generica tipologia “Acquiferi locali”.
Fig. 1: acquiferi monitorati sul territorio regionale
La rete di monitoraggio è costituita da piezometri (ovvero pozzi di
piccolo diametro espressamente realizzati per scopi di ricerca e
monitoraggio) sui quali si effettuano, come prescritto dalla suddetta
normativa, due tipi di misure:
1. quantitative: rilievi del livello della falda, di tipo sia manuale (con cadenza mensile) che automatica
(tramite
appositi sensori installati nei piezometri), finalizzati a valutare la
disponibilità e sostenibilità della risorsa idrica sotterranea, oltre
che ad elaborare specifiche mappe relative al deflusso delle ac- que
sotterranee.
2. qualitative: prelievi di campioni d’acqua e loro analisi in laboratorio, finalizzati ad individuare l’eventuale presenza di contaminazione.
Stato quantitativo
La valutazione dello stato quantitativo, in merito alla quale la
normativa non fornisce precise istruzioni, viene effettuata valutando i
trend relativi alla serie storica esistente, al fine di individuare
eventuali abbassamenti anomali ascrivibili a prelievi eccessivi, che
comporterebbero la classificazione in stato “scarso”. Si dispone ormai
di serie storiche di misure superiori al decennio, considerate in
letteratura sufficientemente lunghe per valutazioni di questo tipo.
Sulle
piane di Aosta, Verrès e Pont St. Martin le misure del livello
freatimetrico non evidenziano in generale abbassamenti sul lungo
periodo, ad indicare l’assenza di sovrasfruttamento e, di conseguenza,
uno stato quantitativo buono
della risorsa. Inoltre tali considerazioni sono suffragate, per la
piana di Aosta (ovvero quella più interessata dallo sfruttamento da
pozzi), da un apposito studio svolto in collaborazione con l’Università
Milano Bicocca e secondo una metodologia elaborata da ISPRA.
Nella
piana di Morgex e nelle conche di Courmayeur e Châtillon lo stato
quantitativo può essere definito “buono” a prescindere dall’esame dei
trend, in quanto su queste porzioni di territorio – approvvigionate da
sorgenti per le esigenze potabili – non sussistono di fatto pressioni
(ovvero pozzi di emungimento).
Stato qualitativo
Piana di Aosta
La rete di monitoraggio – che consta di n. 37 piezometri – evidenzia le seguenti principali criticità, ubicate nella porzione centrale della piana (Fig. 2):
- una contaminazione da CromoVI che si origina all’interno delle aree industriali CAS-ex Cogne e va ad interessare anche punti ubicati a valle (est) rispetto alla direzione principale di deflusso della falda. Questa contaminazione non riguarda le zone a monte delle aree industriali (zona urbana di Aosta e pozzi ad uso idropotabile comunali);
- concentrazioni eccedenti i valori limite di legge per diversi parametri su tutta l’area monitorata circostante la discarica di Brissogne. I superamenti si rilevano sia a monte che a valle dell’attuale impianto di discarica, ad indicare che tale situazione non è imputabile all’attuale impianto bensì alla presenza di vecchi rifiuti smaltiti in quest’area in modo incontrollato sino a pochi decenni fa (prima della realizzazione della discarica e in assenza di normativa ambientale) ed alla conseguente modifica delle condizioni di ossidazione del sottosuolo, la quale favorisce la mobilizzazione metalli naturalmente presente nel suolo;
- in loc. Autoporto di Pollein è aperto un procedimento per sito contaminato (ai sensi del d.lgs.152/06) su un’area in cui si rileva una contaminazione da tetracloroetilene; tuttavia nel dicembre 2014 è stato avviato l’impianto di bonifica della falda e le concentrazioni sono progressivamente in diminuzione, seppure ancora lievemente superiori al limite normativo.
Fig. 2: criticità presenti nella piana di Aosta
Complessivamente, ai sensi del D.Lgs. 30/09 l’acquifero della piana di Aosta presenta uno stato chimico scarso
dal momento che i punti in corrispondenza dei quali si osservano
superamenti dei limiti normativi per il CromoVI, ubicati come detto
all’interno delle aree industriali di Aosta ed a valle di queste ultime,
sono superiori al 20% del totale.
Va comunque ribadito che
nella zona urbana di Aosta, ove sono ubicati i pozzi comunali ad uso
potabile, non sussistono particolari criticità e che la qualità delle
acque è in questo caso soddisfacente.
Piana di Pont St. Martin
E’ presente una contaminazione da CromoVI all’estremità di valle della piana (in prossimità del confine regionale), tuttavia di estensione limitata tale – almeno sulla base delle attuali conoscenze – da non inficiare la qualità dell’intero corpo idrico sotterraneo; pertanto risulta uno stato chimico buono.
Piane di Verrès e di Morgex
In entrambi i casi, la rete di monitoraggio qualitativo denota uno stato chimico buono, non verificandosi alcun superamento delle concentrazioni limite previste dalla normativa.
Conche di Courmayeur e di Châtillon
Premesso che, come detto, in questi due casi gli acquiferi hanno una
significatività sicuramente minore rispetto alle altre piane alluvionali
di cui sopra, sono state osservate le seguenti criticità:
– a
Courmayeur, un impatto locale (zona di Entrèves) legato alle operazioni
di spargimento invernale di sale sulle strade (alti valori di
conducibilità, sodio e cloruri)
– a Châtillon, una marcata ma
puntuale contaminazione da idrocarburi attualmente in fase di bonifica.
Tuttavia al momento, considerato il limitato numero di punti della rete
di monitoraggio, non è ancora possibile attribuire con sufficiente
affidabilità uno stato chimico complessivo a questi due corpi
idrici
sotterranei.
Sintesi
Lo stato quantitativo su tutto il territorio monitorato, come sopra spiegato, è buono.
Per quanto riguarda lo stato qualitativo, nella figura 3 è riassunta la classificazione secondo il D.Lgs. 30/09 dello stato chimico puntuale relativamente al 2019 sull’intera rete di monitoraggio, mentre in figura 4 è visualizzato lo stato chimico di ogni corpo idrico sotterraneo.
Fig. 3: stato qualitativo puntuale ai sensi del D.Lgs.30/09
Fig. 4: stato qualitativo per corpo idrico sotterraneo ai sensi del D.Lgs.30/09