Nel corso del Tor des Géants 2019 la cooperativa ERICA ha proposto di effettuare, tra le iniziative di sostenibilità ambientale legate alla gara nell’ambito del progetto EcoLoTor, una campagna di campionamento di neve su alcuni nevai lungo il percorso per la rilevazione di eventuale presenza di microplastiche e la loro caratterizzazione.
L’iniziativa, sostenuta dall’Amministrazione regionale, si è valsa del contributo dell’ARPA della Valle d’Aosta, che ha proceduto all’individuazione di laboratori altamente specializzati per lo svolgimento delle analisi necessarie, facendosi carico dei loro costi.
Le microplastiche sono frammenti e residui di materiale plastico di dimensioni inferiori a 5 mm fino a millesimi di millimetro. Si suddividono in microplastiche primarie, cioè quelle appositamente prodotte per le loro caratteristiche ed utilizzate ad esempio in cosmetici, prodotti per le pulizie della casa, vernici, e microplastiche secondarie, derivanti dalla frammentazione di materiali plastici costituenti una molteplice varietà di oggetti di uso quotidiano quali bottiglie, borse, contenitori, solo per citarne alcuni.
La presenza di microplastiche su nevai alpini può essere ricondotta a diverse fonti: rifiuti abbandonati in loco che sotto l’azione degli agenti atmosferici si frantumano, frammenti che si staccano da capi di abbigliamento, calzature e attrezzature di sportivi ed escursionisti che percorrono l’area, deposizioni atmosferiche di materiale di piccole dimensioni formatosi in luoghi distanti e trasportato dal vento.
I quattro siti prescelti per il campionamento, in prossimità del Rifugio Deffeyes, Rifugio Miserin, Rifugio Cuney e colle di Malatrà, si trovano in zone potenzialmente soggette alle differenti sorgenti di impatto sopra indicate. Sui 9 litri di campioni nevosi complessivamente prelevati sono stati trovate, insieme ad altre particelle di diversa natura, 18 particelle microplastiche: 7 fibre e 11 frammenti. Questi numeri, piccoli in valore assoluto e in ogni caso non direttamente estensibili all’insieme delle precipitazioni nevose, indicano la presenza di microplastiche anche su territori alpini di alta quota. Parte dei frammenti rinvenuti sono correlabili alla frequentazione di camminatori ed atleti, intensa in prossimità delle zone di campionamento, ma la presenza di fibre connesse a trasporto su media e larga scala indica una possibile esposizione da precipitazioni e deposizione atmosferica anche per le zone di alta quota idealmente considerate incontaminate.
L’effettuazione della campagna di misura in occasione di un evento sportivo di grande rilevanza come il Tor des Géants è importante per accrescere la sensibilità su questo aspetto degli impatti ambientali di origine antropica, estendendola ad ambiti ulteriori rispetto a quelli oggi già oggetto di grande attenzione, come il mare, le zone costiere, la fauna ittica. Interessante a questo riguardo è questo articolo predisposto da ARPA Toscana.
Giustamente viene da chiedersi se la diffusione di microplastiche, anche attraverso le precipitazioni, possa dar luogo ad una loro presenza, attraverso le acque superficiali e i terreni, anche nei cibi e nelle acque potabili, per i quali al momento non sono previsti limiti di legge specifici. Il tema è attuale, e oggetto di crescente attenzione e discussione presso la comunità scientifica.
Sulle fonti di pressione, sono possibili – e già in atto – interventi sulle microplastiche primarie, quelle – come detto – appositamente prodotte per le loro caratteristiche specifiche. In Italia, dal 1° gennaio 2020 non si possono più mettere in commercio prodotti per la cura della persona e l’igiene personale contenenti piccoli e piccolissimi frammenti di plastica, impattanti sulle acque e sul suolo.
Per quanto riguarda le microplastiche secondarie, cioè quelle che derivano dalla frammentazione di materiali plastici di più ampie dimensioni, il tema della riduzione è molto più complesso, e va a riguardare in modo pervasivo il nostro attuale stile di vita, attraverso il sistema globale di produzione, utilizzo di mezzi, materiali, consumo e generazione di rifiuti. Va sottolineato a questo proposito che una fonte molto importante di questi materiali è l’abrasione dei pneumatici durante il loro uso, prima che diventino rifiuto.
Si rimanda a quest’altro articolo di ARPA Toscana per approfondimenti sul rilascio di microplastiche dai rifiuti.
Tornando, in conclusione, all’importante esperienza di campionamento e analisi su nevai legata al Tor des Géants, sicuramente un risultato diretto che da essa ci si può attendere è un forte – ed efficacemente contestualizzato! – richiamo all’attenzione di tutti i frequentatori della montagna ad evitare qualsiasi rilascio di materiali – plastici e di ogni altra natura, cartacei, metallici, mozziconi di sigaretta… – negli ambienti che percorrono con impegno e passione proprio per la loro naturalità integra e profonda, e che questo porti ad una sensibilizzazione su comportamenti volti alla riduzione degli impatti in tutte le situazioni del proprio vissuto quotidiano.