Diceva Maria Skłodowska, meglio nota come Marie Curie, chimica e fisica polacca naturalizzata francese, che nella sua straordinaria carriera fu insignita per ben due volte del Premio Nobel – per la fisica e per la per la chimica, appunto – « Rien dans la vie n’est à craindre, tout doit être compris. C’est maintenant le moment de comprendre davantage, afin de craindre moins. », che significa “Niente nella vita va temuto, dev’essere solamente compreso. Ora è tempo di comprendere di più, così possiamo temere di meno”.
In questo momento storico, nel quale il mondo sta affrontando una pandemia mondiale oramai da un anno, nel quale il dibattito sulle tematiche scientifiche e mediche è acceso e spesso controverso, nel quale i social media hanno permesso alle opinioni di valere di più delle evidenze scientifiche, è quanto mai importante “fare”, ma anche “portare a conoscenza”.
È in quest’ottica che, a fine luglio, si è tenuto un incontro tra i tecnici di ARPA e gli amministratori locali della Unité des Communes valdôtaines Mont-Émilius sulla tematica relativa alla tecnologia 5G. In questa occasione, i sindaci hanno potuto ricevere sia le risposte a quelle domande che sistematicamente vengono loro poste, sia le argomentazioni tecniche utili ad affrontare obiezioni ricorrenti: cos’è di fatto la tecnologia 5G? è dannosa per la salute? cosa possiamo o dobbiamo fare come sindaci?
ARPA Valle d’Aosta, come detto in altre occasioni con riferimento anche ad altre tematiche, si esprime da un punto di vista ambientale, lasciando l’aspetto sanitario a chi si occupa di epidemiologia: le considerazioni su “il 5G fa male o no?” non sono di competenza dell’ARPA Valle d’Aosta e, per tale motivo, nel rispetto dei ruoli e del lavoro svolto, rimanda agli approfondimenti scientifici dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) e della Commissione Internazionale per la Protezione dalle Radiazioni Non Ionizzanti (ICNIRP).
È dunque bene ricordare che la Commissione Internazionale per la Protezione dalle Radiazioni Non Ionizzanti (ICNIRP) ha ricevuto mandato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per definire i limiti per la protezione della popolazione e dei lavoratori dalle esposizioni ai campi elettromagnetici. Nel 1999 l’Europa ha emanato delle raccomandazioni in cui esigeva che almeno i limiti indicati dall’ICNIRP dovevano essere rispettati da tutti gli stati membri dell’Unione. Nel 2001 in Italia è stata approvata la Legge quadro sulla protezione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici sia a bassa che ad alta frequenza (L. 36/2001) che ha definito diverse tipologie di limite per la popolazione a seconda della presenza prolungata o meno di persone in certi luoghi e ha invece recepito pienamente i limiti ICNIRP relativi ai lavoratori. Nei decreti attuativi di tale legge, nel 2003, sono stati definiti i valori specifici dei limiti per la popolazione, ponendoli ben al di sotto di quelli indicati dall’ICNIRP, applicando di fatto un principio di precauzione.
Fig. 1 – Confronto tra i limiti nei vari Paesi eurropei
La tecnologia 5G è una tecnologia di comunicazione che consente di svolgere in modo più efficiente, rispetto alle tecnologie precedenti, gli scambi di informazione tra dispositivi mobili (smartphone, tablet,…) o fissi (reti Wi-Fi domestiche,…), ma anche nella comunicazione diretta (telefonata) o nell’accesso a internet e ai servizi connessi.
Dal punto di vista tecnico, è necessario precisare che la tecnologia 5G è l’evoluzione di quelle esistenti e non una novità assoluta, pertanto l’apparato normativo, sia per le autorizzazioni sia per i controlli sui valori emessi, è già presente e mantiene la sua validità.
Il principio cautelativo applicato 19 anni fa, viene dunque mantenuto: quando si inserisce una nuova tecnologia, non si possono in ogni caso superare i limiti normativi consentiti.
Ma cosa significa nel concreto? Al momento le tecnologie utilizzate sono il 2G (GSM, che verrà molto probabilmente mantenuta ancora per un po’ di tempo), il 3G (destinato ad essere spento quasi ovunque), il 4G e il 5G, che sono destinati a convivere per molti anni (basti pensare che il passaggio da 3G a 4G è stato avviato nel 2012 e che ancora oggi queste due tecnologie convivono): se un gestore decidesse di spingere al massimo della potenza consentita una delle tecnologie già presenti, ad esempio il 2G, lo potrebbe fare, andando evidentemente a togliere potenza alle altre tecnologie.
Questo aspetto, spesso non considerato, è molto importante, perché di fatto sgombera il campo dall’idea che “aggiungere” una nuova tecnologia porti ad un incremento indiscriminato della potenza autorizzata e quindi del campo elettromagnetico emesso. Non è così, perché il limite di emissione che può essere raggiunto rimane sempre lo stesso.
Effettivamente, queste spiegazioni tecniche hanno permesso agli amministratori di comprendere che la normativa è allineata alle esigenze di protezione della salute, poiché nulla è cambiato in termini di limiti nelle autorizzazioni e nei controlli.
Un altro aspetto interessante, che è stato importante illustrare, poiché ha portato gli amministratori locali ad una maggior consapevolezza, riguarda il funzionamento della tecnologia 5G e quindi delle antenne utilizzate. Le antenne utilizzate dal sistema 5G sono antenne “attive” che gestiscono in modo intelligente e performante le richieste dei servizi degli utenti connessi: quando un utente chiede un servizio, viene attivato un fascio nel settore angolare specifico avente l’intensità necessaria allo svolgimento dello stesso, mentre nel resto dello spazio continuano ad essere emessi solo i segnali di controllo.
Nelle tecnologie precedenti il diagramma di irradiazione, cioè la forma del campo elettromagnetico generato nello spazio è fisso: tutti le persone, quindi, che si trovano nello spazio gestito dall’impianto in oggetto, ricevono una potenza definita dal diagramma stesso nel momento in cui anche un solo utente richiede l’attivazione di un servizio, mentre con le antenne attive questo è limitato ad un settore angolare più piccolo. Inoltre queste antenne gestiscono con maggiore efficienza anche la distribuzione dei segnali nel tempo, cercando sempre di minimizzare l’energia emessa.
In una fase iniziale, l’esposizione media della popolazione dovrebbe diminuire; in ogni caso, a regime, non potrà aumentare rispetto a quella definita dai limiti.
Fig. 2 – Differenze di funzionamento tra la tecnologia 5G e le tecnologie precedenti
Ma le ARPA, di cosa si occupano nello specifico? Le leggi nazionali e regionali impongono un parere preventivo da parte delle Agenzie regionali per la protezione dell’ambiente, e disciplinano i controlli nel momento in cui gli impianti sono accesi (controlli ordinari o su richiesta di intervento).
Le autorizzazioni vengono rilasciate sulla base di simulazioni di campo elettrico generato come se tutti gli impianti insistenti su una porzione di territorio fossero contemporaneamente accesi alla massima potenza definita dalla normativa; nel caso della tecnologia 5G, quindi, come se tutti i fasci possibili sintetizzabili dall’antenna fossero contemporaneamente attivi, cosa che, come prima spiegato, è statisticamente improbabile. Ci si pone, così, nella condizione peggiore, in termini di esposizione, che si possa verificare.
Fig. 3 – Simulazioni di campo elettrico generato da antenne 5G
È importante sottolineare che il Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente – SNPA – sta lavorando contemporaneamente all’avanzamento della tecnologia per definire le modalità di rilascio delle autorizzazioni e le modalità di controllo: un importante percorso parallelo che dimostra l’assoluta attenzione delle Agenzie ambientali al tema.
Le prime Linee guida, infatti, sono state approvate con delibera di Consiglio SNPA ad ottobre 2019 (Delibera 59/19: Criteri di valutazione delle domande di autorizzazione all’installazione di impianti di telefonia mobile con antenne mMIMO), a febbraio 2020 si è proceduto con un primo aggiornamento (Delibera 69/20) ed è di novembre l’ultimo aggiornamento disponibile (Delibera 88/20).
Questi incontri, che è intenzione di ARPA riproporre ed estendere non appena le condizioni complessive connesse all’emergenza pandemica lo permetteranno, sono la base per una collaborazione proficua e costante tra Enti che deve essere incentivata e arricchita, nel rispetto reciproco delle proprie competenze e mettendo a fattor comune le proprie conoscenze.
5GDocumento illustrato agli amministratori locali in occasione dell’incontro di luglio 2020 (pdf, 2.7MB)
Sistema 5G e controllo delle emissioni degli impianti di radiotelecomunicazione
Ottimo articolo e ottime diapositive. Bravi, c’è estremo bisogno di chiarezza e semplicità nella comunicazione, specie sul 5G intorno al quale ci sono miti e leggende ignoranti da combattere… come per i vaccini! Grazie buon lavoro.