Nell’attività sistematica di osservazione, raccolta ed elaborazione di dati ambientali, innanzi tutto, è necessaria una sorta di lungimiranza che porta a mettere in campo progetti e sperimentazioni finalizzate a produrre risposte interessanti e utili anche dopo molto tempo dall’avvio.
Questo è tendenzialmente in contrasto con la richiesta di rapidi responsi e la tipica velocità che caratterizza la società contemporanea, in tutti gli ambiti.
Per questo motivo, è importante valorizzare e diffondere la conoscenza di studi scientifici che trattano serie storiche che vantano anche più di 50 anni di osservazioni e raccolta dati.
È ciò di cui parla il recente articolo “ReSurveyEurope: A database of resurveyed vegetation plots in Europe” pubblicato sulla rivista scientifica Journal of Vegetation Science, al quale ha contribuito anche ARPA Valle d’Aosta, garantendo le attività di osservazione grazie al supporto specialistico di Università di Torino – Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi e quello logistico del Parco naturale Mont Avic.
Si tratta della pubblicazione dell’insieme di dati di osservazioni floristiche ripetute nel tempo (resurveyed vegetation plots) sulle montagne europee, dataset costruito anche con i siti afferenti alla rete globale GLORIA – Global Research Initiative in Alpine Environment, quale IT-MAV del Parco Naturale Mont Avic, monitorato da 22 anni.
Nell’articolo si presenta
- lo scopo dell’iniziativa,
- i dati disponibili,
- le forme di collaborazione che li hanno generati,
- la modalità di accesso a questo importante patrimonio di dati.
In aggiunta, sono delineate le potenziali domande di ricerca alle quali è possibile dare risposta anche grazie all’analisi di queste osservazioni.
Questo dataset (Version 1.0 del ReSurveyEurope) contiene 283.135 osservazioni effettuate su 79.190 plots campionati nell’ambito di 449 progetti indipendenti di monitoraggio.
La maggior parte di queste osservazioni (78%) sono ripetute su aree permanenti segnalate in situ e garantiscono elevata accuratezza nel ri-campionamento. Oltre il 64% di tutte le osservazioni fornisce informazioni sull’abbondanza delle specie consentendo valutazioni sulla dinamica evolutiva degli ambienti indagati.
I dati più antichi risalgono al 1911 (Alpi svizzere), ma la maggior parte delle osservazioni si concentrano fra il 1950 e il 2022.
Grazie alla disponibilità di questa importante ed originale mole di dati, messa a disposizione della comunità scientifica, è possibile condurre analisi sui cambiamenti della vegetazione europea e comprendere in che modo le pressioni, a cui sono sottoposti i delicati ambienti delle nostre montagne, determinano cambiamenti negli ecosistemi, anche a supporto di politiche di tutela e conservazione attiva.