Martedì 1 dicembre si è tenuto il workshop partecipativo on line organizzato dall’Università Cattolica del Sacro Cuore (BS) con la collaborazione di ARPA Valle d’Aosta e degli altri partner di progetto sul tema dell’utilizzo della biomassa come combustibile per il riscaldamento domestico (Biomass Burning).
Oltre 50 partecipanti tra partner di progetto, osservatori, esperti del settore energetico-ambientale e rappresentanti delle amministrazioni locali di diverse regioni dello Spazio Alpino, hanno dibattuto sui potenziali scenari di sviluppo elaborati dal progetto , nell’ottica di fornire supporto informativo ai processi di definizione delle politiche da mettere in campo.
MACROSCENARI PROGETTO BB-CLEAN
- A1: rinnovo del 50% degli apparecchi a legna o pellet a classe 5 stelle
- A2: rinnovo del 100% degli apparecchi a legna o pellet a classe 5 stelle
- B1: applicazione delle buone pratiche con riduzione delle emissioni degli apparecchi a legna o pellet al 20%
- B2: applicazione delle buone pratiche con riduzione delle emissioni degli apparecchi a legna o pellet al 40%
- C: sostituzione delle vecchie caldaie a legna con nuove a 5 stelle con elettrofiltro
- D: sostituzione di legna e pellet con il metano
- E: impianto di teleriscaldamento a cippato che alimenti il 70% delle utenze comunali
- F: utilizzo della APP telefonica BB Clean da parte del 30% dei possessori di stufe a legna/pellet (appiattimento della curva giornaliera di utilizzo
A partire dal 2018, il progetto BB-Clean, cofinanziato dall’Interreg Alpine Space Programme 2014-2020, si è concentrato sullo sviluppo di un insieme di strumenti finalizzati alla mitigazione dell’impatto sulla qualità dell’aria delle emissioni legate all’utilizzo della biomassa per riscaldamento domestico nelle valli alpine. L’impiego della legna e dei suoi derivati è una fonte di energia rinnovabile e la sua combustione non altera il bilancio della CO2 in quanto quest’ultima deriva dal ciclo fotosintetico recente e non è di origine fossile.Tuttavia, la combustione della biomassa spesso è poco efficiente e ciò comporta aspetti critici per quanto riguarda le emissioni di particolato atmosferico (PM10 e PM2.5), idrocarburi policiclici aromatici (IPA) e composti organici volatili (VOC), collegati fortemente alla tecnologia di combustione adottata e all’età dell’impianto stesso.
Valerija Petrinec dell’ E-intitute for comprehensive development solutions (Slovenia) ha fatto il punto sullo stato dell’arte e sulle possibili politiche che occorrerebbe applicare per migliorare la sostenibilità della combustione della biomassa sul territorio oggetto di studio.
Maria Chiesa dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Brescia e ha introdotto i casi studio cui sono stati applicati i differenti scenari emissivi al fine di individuare le migliori proposte normative che costituiranno l’Action Plan sull’utilizzo della biomassa legnosa in ambito domestico. I macro-scenari individuati dal partenariato, finalizzati all’abbattimento degli inquinanti prodotti durante la combustione della biomassa legnosa, hanno preso in considerazione le seguenti ipotesi:
– la conversione dei vecchi apparecchi domestici a legna con sistemi più performanti a pellet;
– la sostituzione degli apparecchi più vetusti ed inquinanti con la messa in funzione, di un impianto di teleriscaldamento a cippato o del loro rimpiazzo con caldaie a metano;
– l’adozione di buone pratiche nella gestione e manutenzione degli impianti (impiego combustibile di qualità, pulizia apparecchi e canne fumarie, ecc.).
Oltre a questi, sono stati analizzati anche i possibili effetti positivi derivanti dall’utilizzo diffuso della web app BB-CLEAN che fornisce le indicazioni su quando è più conveniente, in termini di qualità dell’aria, bruciare la biomassa e i benefici del time shifting delle emissioni grazie all’installazione di sistemi di accumulo termico collegati alle caldaie a legna o pellet.
Elena Tomasi del CISMA ha presentato i risultati ottenuti applicando il modello WRF-Chem/CALPUFF alle aree di studio di Vezza d’Oglio in Lombardia e di Storo in Trentino. In entrambi i casi, le riduzioni più massicce delle concentrazioni di PM 10 si avrebbero applicando lo scenario C relativo alla sostituzione con caldaie performanti a pellet con filtro elettrostatico (- 60% a Vezza d’Oglio e – 57% nel caso di Storo) e quello D inerente la transizione di tutti gli apparecchi a biomassa legnosa alle caldaie a gas naturale (- 69% a Vezza d’Oglio e – 67% nel caso di Storo).
Giordano Pession di Arpa Valle d’Aosta ha presentato i risultati relativi agli scenari di modellizzazione ottenuti nell’area pilota di Saint Marcel, comune rurale di piccole dimensioni della Plaine di Aosta, in cui l’unica fonte rilevante di inquinamento atmosferico è rappresentata dal riscaldamento domestico con l’utilizzo preponderante della legna. I vari scenari sono stati ottenuti applicando il modello fotochimico FARM (Fig 2) confrontato con i dati di qualità dell’aria rilevati nel corso della campagna di monitoraggio realizzata nell’area di studio nel 2019.
Fig 2 – Mappa S. Marcel – scenario A2 (minori emissioni di PM10 e di CO2)
Il grafico a barre (Fig 3) sotto riportato mostra come le emissioni di particolato atmosferico PM10 potrebbero essere ridotte del 29% applicando lo scenario A2 che prevede la sostituzione della totalità delle vecchie stufe e caldaie a legna con apparecchi analoghi ma di ultima generazione e del 30 % applicando lo scenario D relativo alla transizione di tutti gli apparecchi a biomassa a caldaie a gas naturale.
Fig 3 – Riduzione emissioni di particolato atmosferico PM 10
Occorre, tuttavia, sottolineare che lo scenario D relativo alla metanizzazione, pur ottenendo la maggiore riduzione delle polveri PM10, comporta un aumento delle emissioni di CO2 (+47% per Vezza e +38% per Saint Marcel) che lo rende di fatto non preferibile agli scenari di ammodernamento degli apparecchi domestici a legna.
Sono state ampiamente discusse le differenti situazioni emerse dalle simulazioni degli scenari di modellizzazione presentati da ARPA Valle d’Aosta e CISMA. Per l’animazione del dibattito tra i partecipanti è stata impiegata una lavagna virtuale condivisa, sulla quale sono state argomentate dettagliatamente le varie soluzioni e le policies da intraprendere per riuscire ad ottimizzare l’utilizzo degli apparecchi domestici a legna o a pellet al fine di migliorarne la resa energetica e, al contempo, ridurre l’emissione di sostanze dannose legate al loro impiego. I partecipanti al seminario, riuniti in sottogruppi, hanno esaminato le varie possibilità risolutive e ognuno ha potuto dare il suo contributo alla discussione esponendo il proprio punto di vista. Oltre a ciò, si è dato ampio spazio alle possibili proposte di policies attraverso le quali ridurre l’impatto della combustione della biomassa, sempre nell’ottica di migliorare la qualità dell’aria che respiriamo e garantendo, al contempo, l’impiego di una risorsa rinnovabile il cui contributo ha un ruolo non certo marginale nelle politiche di riduzione delle emissioni di gas climalteranti.