ARPAV ha pubblicato nel proprio sito la relazione sulle possibili ricadute sull’inquinamento atmosferico misurato in provincia di Padova a seguito delle misure di contenimento della pandemia da Covid-19 nella cosiddetta FASE 1 (dal 10 febbraio al 3 maggio 2020) esplosa in Veneto con l’individuazione del focolaio di Vo’ Euganeo, un comune nell’area Ovest dei Colli Euganei. Il centro di Vo’ Euganeo dista meno di 3,5 km in linea d’aria dalla stazione di monitoraggio ARPAV di Parco Colli, che presenta i dati migliori di qualità dell’aria della provincia di Padova, con concentrazioni di polveri fini di norma inferiori del 25% rispetto alla media delle altre stazioni, centraline urbane di Padova comprese.
Il rapporto analizza principalmente gli andamenti degli ossidi di azoto e delle polveri fini e, per completezza di informazione, anche del monossido di carbonio, biossido di zolfo e ozono.
I valori misurati vengono confrontati con i dati storici, alla luce delle varie misure di contenimento indicate con i decreti governativi, per comprendere se la variazione della concentrazione degli inquinanti rilevata nella FASE 1 è legata all’andamento meteorologico, alla stagionalità, alle misure di contenimento, o, come probabile, alla sovrapposizione di più fattori. In particolare si sono contestualmente riportati i dati di traffico misurati da un sistema di spire ubicate in alcuni punti della cintura urbana del Comune di Padova.
Dall’analisi effettuata emerge, in estrema sintesi, che le polveri fini e ultrafini e gli ossidi di azoto mostrano un decremento nei valori di concentrazione in relazione agli interventi del Governo, seppure in modo differenziato tra loro e con diminuzioni non linearmente corrispondenti alla relativa diminuzione dei flussi di traffico. Per i periodi considerati si conferma che i dati delle polveri fini della centralina “Parco Colli”, sono risultati inferiori ai corrispondenti valori di tutte le altre centraline della rete presenti nel territorio padovano.
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