Il progetto Interreg-CE Circe2020, di cui Arpa Veneto è capofila e che ha l’obbiettivo di diffondere e consolidare i principi dell’economia circolare nel territorio, è giunto al suo primo anno di attività.
Il primo anno del progetto è stato dedicato agli aspetti metodologici e al coinvolgimento degli stakeholder. Dopo i primi mesi spesi per consolidare i rapporti fra gli otto partner in rappresentanza di cinque stati UE, sono state avviate le attività previste dal workpackage 1, indirizzate alla ricerca e al coinvolgimento degli stakeholder a livello locale, all’analisi dell’attuazione dei principi dell’economia circolare nei diversi paesi e alla definizione di una metodologia replicabile per l’individuazione di potenziali “cerchi da chiudere” nell’ambito del sistema economico al fine di avviare alcune esperienze pilota.
In Veneto l’avvio delle consultazioni con gli stakeholders ha interessato le diverse associazioni delle categorie produttive e del commercio, il settore agricolo, l’università e i referenti delle istituzioni. Questi incontri hanno consentito, oltre al confronto sul tema specifico, di approfondire la conoscenza del territorio (il progetto si concentra in particolare sulle province di Padova e Vicenza, dove opera l’altro partner italiano, la multiutility ETRA SPA). Dal confronto è emerso l’interesse del mondo economico verso questo nuovo approccio e la presenza nel territorio di numerose aziende che, ciascuna nel proprio settore, applicano già i principi dell’economia circolare, con esperienze molto stimolanti, o che sono comunque intenzionate a farlo. Dall’altra parte, a più riprese è stato sottolineata l’importanza di una concreta applicazione dell’End of Waste e del concetto di sottoprodotto quale passaggio obbligato per la piena affermazione di questo nuovo modello economico.
Lo studio del territorio da parte di ciascun paese partner (oltre all’Italia vi sono Austria, Ungheria, Polonia e Croazia) ha evidenziato il differente approccio tra i vari paesi nell’applicazione del modello di gestione dei rifiuti, con particolare riferimento alla simbiosi industriale e alle reti di impresa.
Importante il contributo del mondo scientifico, in particolare delle Università, che si sono attivate per supportare le imprese in questo percorso “circolare”: l’innovazione e la sperimentazione rappresentano elementi determinanti per lo sviluppo di processi produttivi ispirati all’economia circolare.
Ad oggi i partner sono impegnati nella definizione di una metodologia per l’individuazione di flussi di rifiuti che potrebbero essere utilizzati per realizzare le esperienze pilota di “chiusura del cerchio”, che costituiscono il cuore del progetto. La metodologia, partendo dall’analisi dei flussi gestiti in una determinata area, prevede l’applicazione del LCA/PEF e del LCC al fine di quantificare le performance ambientali delle azioni implementate.
Ulteriori informazioni sul progetto sono reperibili a questo link.